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Stomatoterapia. Ecco come sono state risolti i disagi seguiti all’introduzione della ricetta dematerializzata

Gli stomaterapisti piemontesi, con l'introduzione della ricetta elettronica, avevano rilevato il disagio dei pazienti dovuto all'impossibilità, da parte dei medici curanti, di individuare nel nomenclatore tariffario della Regione i codici per le prestazioni stomaterapiche ambulatoriali. Il gruppo di lavoro, d'intesa con la Regione, ha corretto la stortura

06 GIU - Gli infermieri stomaterapisti piemontesi e il Coordinamento regionale degli Ordini delle professioni infermieristiche del Piemonte avevano iniziato un percorso, sin dallo scorso anno, che ora giunge a conclusione al fine di valorizzare le prestazioni ambulatoriali da parte della Regione. Gli stomaterapisti del Piemonte, in seguito all’introduzione della ricetta dematerializzata, avevano rilelato il disagio dei pazienti dovuto all’impossibilità, da parte dei medici curanti, di individuare nel nomenclatore tariffario della Regione i codici per le prestazioni stomaterapiche ambulatoriali.

Questo comportava per i pazienti un forte disagio, gli utenti erano infatti costretti a recarsi più volte dal medico per regolarizzare la medesima prestazione. Non basta: risultava anche impossibile rintracciare corretti codici che identificassero le prestazioni che gli infermieri, da tempo, compiono in perfetta autonomia professionale, negli ambulatori delle Asl piemontesi. E l’uso di qualsiasi altro codice, essendo medico, avrebbe costituito costituisse di per sé naturalmente un fatto illecito.

A marzo 2017 si è formato così un gruppo di lavoro di infermieri stomaterapisti che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie del Piemonte con un primo obiettivo, quello di formulare delle  proposte da avanzare all’Assessore della Sanità Regione Piemonte. Il loro lavoro si è svolto in collaborazione con una rappresentanza delle Associazioni regionali e provinciali dei pazienti stomizzati (Apistom), dell’Associazione tecnico scientifica di Stomaterapia e Riabilitazione del Pavimento Pelvico (Aioss), della Federazione Associazioni Incontinenti e Stomizzati (Fais) e del Coordinamento Regionale Piemontese dell’Ordine Professioni Infermieristiche (Opi).

Dopo un primo incontro con l’assessore a maggio 2017, dove sono state evidenziate le problematiche e l’assenza di prestazioni infermieristiche specifiche, è stato costituito un tavolo tecnico composto dai funzionari regionali e da una rappresentanza ristretta di tutte le parti proponenti (infermieri stomaterapisti, Aioss, Apistom, Fais e Opi) e del Coordinamento regionale, con l'obiettivo di valutare e ricercare le possibili soluzioni.

Il lavoro è proceduto dunque con una serie di incontri - tra ottobre 2017 e i primi mesi del 2018. Questi incontri hanno portato un primo risultato con l’inserimento nell’attuale nomenclatore regionale delle prime quattro prestazioni infermieristiche stomaterapiche: consulenza stomaterapica; counselling stomaterapico pre o postoperatorio; gestione conservativa delle complicanze stomali e irrigazione.

La Regione Piemonte ha dunque prima corretto e poi pubblicato a maggio scorso il nuovo nomenclatore tariffario per le prestazioni ambulatoriali, con quattro codici utilizzabili per le relative prestazioni infermieristiche: nove in tutto, con alcuni legati alla pubblicazione dei nuovi Lea da parte del Ministro della Salute, che saranno riportati solo con il prossimo nomenclatore tariffario nazionale.

“Questo – afferma il Coordinamento del Piemonte - rappresenta, non solo per il nostro Coordinamento, ma per tutti gli infermieri e le associazioni che si sono spese in questo percorso, un passo fondamentale per l'affermazione dell'autonomia professionale nella nostra Regione. Per la prima volta la professione infermieristica vede valorizzata una serie di prestazioni, richieste dai medici curanti ed erogate in ambulatori dove la leadership, la responsabilità del processo decisionale e la responsabilità degli esiti è puramente infermieristica”.

“Tutto ciò – conclude il Coordinamento regionale - è stato possibile grazie alle alleanze, che la professione ha saputo stipulare, con le altre professioni coinvolte e soprattutto con i cittadini fruitori del servizio, nel caso rappresentati dalle Associazioni coinvolte nel percorso. La loro fattiva partecipazione unita alla competenza degli operatori coinvolti è stata determinante nei confronti della Regione, che ha visto un gruppo coeso e determinato rappresentare le esigenze dei pazienti e dei professionisti”.

Lorenzo Proia

06 giugno 2018
© Riproduzione riservata

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