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Covid. Si può misurare la temperatura a scuola: Tar Piemonte respinge richiesta sospensiva del Governo contro l’ordinanza della Regione 

La richiesta sarebbe stata respinta perché l'ordinanza regionale non sovverte quanto stabilito dallo Stato, ma lo integra. Soddisfazione di Cirio: “La scelta del Piemonte punta a garantire più sicurezza per i propri cittadini. Spiace che la scelta del Governo sia stata quella di entrare in netto contrasto con il Piemonte, invece che considerarlo un esempio”. L’udienza di merito fissata per il 14 ottobre.

17 SET - Il Tar del Piemonte ha respinto la richiesta del Governo di una sospensiva d’urgenza in via monocratica per l’ordinanza della Regione Piemonte che dispone che tutte le scuole effettuino la misurazione della temperatura corporea agli studenti prima dell’inizio dell’attività didattica. L'ordinanza prevede anche che "in caso in cui per comprovate ragioni di carenza di personale o altre motivazioni oggettive non si riesca a provvedere alla raccomandazione di cui sopra”, che “le scuole di ogni ordine e grado del Piemonte verificano giornalmente l’avvenuta misurazione della temperatura corporea agli alunni da parte delle famiglie”.

Il pronunciamento del Tar non è stato ancora pubblicato, ma secondo quanto appreso dall’Ansa, la decisione di respingere la sospensiva sarebbe basata sul fatto che l'ordinanza regionale non sovverte quanto stabilito dallo Stato, ma lo integra. Per i giudici amministrativi, sempre secondo quanto si apprende, il rischio sanitario era comunque tale da giustificare provvedimenti straordinari.
 
Soddisfazione da parte del Presidente della Regione, Alberto Cirio, che in una nota diramata dall’ufficio stampa della Regione evidenzia come “la scelta del Piemonte punta a garantire più sicurezza per i propri cittadini, introducendo un livello di controllo in più per tutelare la salute di bambini e ragazzi, del personale scolastico e dei nonni, che rappresentano non solo uno degli affetti più cari, ma anche un aiuto quotidiano prezioso per ogni famiglia italiana e che sono purtroppo tra i soggetti più vulnerabili di fronte alla pandemia”.


La verifica, ricorda la Regione Piemonte nella nota, “integra e dà più efficacia all’obbligo di ogni famiglia di misurare la temperatura al mattino ai figli prima di mandarli a scuola, così come previsto dalla legge dello Stato, introducendo per la scuola un controllo in più prima che inizi l’attività didattica, cioè che la misurazione sia veramente stata fatta dalla famiglia. La verifica da parte della scuola può avvenire attraverso una semplice certificazione o nel modo ritenuto più idoneo. Nel caso in cui l’alunno non abbia la certificazione della famiglia, allora l’istituto ha l’obbligo di misurargli la temperatura”.
 
Per Cirio, d’altra parte, “in un Paese normale, dove lo Stato ha obbligato le aziende e gli uffici pubblici a misurare la temperatura a chi entra nei loro locali, questa verifica sarebbe stato giusto garantirla anche a scuola, dove c’è il bene più prezioso da tutelare: i nostri figli che sono il nostro futuro”.
 
Il Presidente si dice infine “dispiaciuto che la scelta del Governo sia stata quella di entrare in netto contrasto con il Piemonte, invece che considerarlo un esempio”, e ringrazia “i dirigenti e il personale delle scuole piemontesi, molte delle quali si erano già organizzate da mesi ad attuare un controllo maggiore senza attendere che fosse il Governo o la Regione a richiederlo”.
 
Luigi Genesio Icardi, l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte si compiace della decisione del Tar: “Conferma che la misura è efficace e la prova provata del funzionamento si è proprio avuta in questi giorni, nei quali 4 bimbi positivi sono stati isolati attraverso la misurazione della temperatura a scuola. In questo modo, si è evitato l’insorgere di 4 focolai con tutte le conseguenze che ciò avrebbe comportato”.
“Un ringraziamento alle scuole piemontesi – ha aggiunto – che hanno dimostrato grande disponibilità e responsabilità e si sono adeguate alle indicazioni senza creare alcun problema, ai sindaci del territorio che hanno supportato le scuole contribuendo all’acquisto dei termometri e dei termoscanner, agli allievi e allo loro famiglie. L’assessorato alla Sanità ha stanziato la somma di 500 mila da destinare all’acquisto dei termoscanner. Spiace che – conclude – a fronte della responsabilità dimostrata dalla scuola e dai sindaci, non si possa dire la stessa cosa di chi si è opposto ad una misura così palesemente corretta ed efficace”.

 
L’udienza camerale per la discussione in via ordinaria dell’istanza di sospensiva davanti all’intero Collegio è stata fissata per il 14 ottobre.

17 settembre 2020
© Riproduzione riservata

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