A pochi mesi dal suo insediamento, la Regione Piemonte scarica il commissario della Città della Salute di Torino, Thomas Schael. Le voci di un possibile divorzio giravano già ad inizio estate e si sono concretizzate a metà agosto. La Giunta ha già provveduto a nominare il nuovo Direttore generale: è Livio Tranchida, che guiderà l’Azienda dal 1° settembre e per 5 anni. Tranchida, attualmente direttore generale dell’azienda ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo, è stato anche nominato ad interim commissario della stessa azienda fino al 30 novembre, nelle more della scelta del nuovo direttore generale.
In una nota, il presidente della Regione Alberto Cirio ha ringraziato Schael per iul lavoro svolto e augurato buon lavoro al nuovo direttore Tranchida. Da parte sua, l’assessore alla Sanità, Federico Riboldi, si è detto “certo che l’esperienza maturata da Tranchida in vari ambiti, e nell’ultimo periodo alla guida dell’AO di Cuneo, dove ha ottenuto ottimi risultati, saranno estremamente utili per affrontare nel migliore dei modi il nuovo incarico, dove lo attendono sfide impegnative, a partire dalla realizzazione della nuova sede”.
Riboldi ha aggiunto che “come Regione ribadiamo la necessità di ristabilire la massima armonia nei rapporti all’interno dell’azienda e di migliorare il dialogo con gli erogatori privati, nel rispetto delle normative”. Parole che richiamano a una delle critiche più feroci rivolte a Schael, accusato di usare il pugno di ferro e tirare dritto per la propria strada. Proprio ad inizio agosto i sindacati avevano incassato un punto a favore quando, su ricorso della Cimo Fesmed, il Tribunale di l Lavoro di Torino condanna Città della Salute aveva condannato l’Azienda per condotta antisindacale sulla libera professione allargata e sulla prenotazione delle visite in overbooking.
Schael, infatti, aveva obiettivi ambiziosi per l’Azienda, che voleva trasformare aggiustando anche quelle che riteneva storture inaccettabili. Inizia una lotta contro l’intramoenia allargata, con una circolare in cui ribadisce per filo e per segno le regole da rispettare per chi vuole esercitare la libera professione intramuraria (su questo capitolo, a fine luglio la procura di Torino ha aperto un fascicolo sulle prestazioni in regime di intramoenia svolte da medici della Città della Salute all’interno della clinica Fornaca, struttura privata collegata al gruppo Humanitas. L’indagine sarebbe partita da alcune presunte irregolarità sui pagamenti dei medici, non tracciabili, e sul mancato versamento del 5% all’ospedale previsto dalla legge Balduzzi).
Arriva poco dopo un’altra circolare in cui, per ragioni igienico-sanitarie, Scahel raccomanda ai Direttori sanitari degli ospedali, delle Strutture sanitarie, all’Ufficio personale e ai Direttori delle Scuole di specializzazione il divieto di accesso degli operatori sanitari con le divise di lavoro in mensa, nei bar e in tutti i luoghi non sanitari, con il chiaro invito ai gestori di mensa e bar: “Non fate consumare chi è in divisa”. L’annuncio dell’avvio della pratica dell’overbooking per smaltire le liste d’attesa è la goccia che fa traboccare il vaso. Tra i medici c’è malumore e i sindacati cominciano a manifestarlo anche nelle aule di tribunale.
Ad incrinarsi non sono solo i rapporti tra il commissario e i sindacati, ma anche tra il commissario e la Regione, che non avrebbe gradito neanche la nomina, a fine luglio, da parte di Schael, di un advisor che si dovrà occupare di analizzare e correggere i bilanci degli ultimi dodici anni, a partire da quello del 2024.
Tra gli ultimi atti firmati dal commissario straordinario, anche l’adozione del regolamento aziendale per disciplinare l’attività di informazione scientifica del farmaco, all’interno delle strutture sanitarie dell’Azienda ospedaliero-universitaria, vista la “la necessità di rafforzare alcune misure previste a tutela di una informazione adeguata, coerente, appropriata nonché qualificata anche attraverso una più trasparente tracciabilità degli accessi e dell’attività svolta”.
A metà agosto il divorzio tra Schael e la Regione viene ufficializzato.
La notizia viene accolta con soddisfazione dai sindacati. Per la Cimo-Fesmed l’addio di Schael e la nomina di Tranchida “segna la conclusione di una fase estremamente difficile, segnata da una dura battaglia sindacale durata cinque mesi, durante i quali la gestione commissariale del dott. Thomas Schael ha calpestato e compromesso i diritti sindacali, deteriorando gravemente il clima lavorativo e la qualità dell’ambiente professionale dei colleghi. Gli affronti rivolti ai medici e a tutto il personale sanitario sono stati innumerevoli e dolorosi” e “spiace constatare come, a fronte di irrilevanti prese di posizione su temi marginali (quali fumo e bar), siano mancate risposte su questioni cruciali che da anni gravano sull’Azienda: la carenza di personale, l’accumulo di oltre 800.000 ore eccedenti in tutta la Città della Salute, 82.000 giornate di ferie arretrate non godute, le pronte disponibilità illecite e molte altre problematiche che Cimo ha portato con fermezza davanti al Tribunale del Lavoro, ottenendo pieno riconoscimento delle proprie ragioni”. L’auspicio della Cimo-Fesmed è che con il nuovo Direttore generale, Livio Tranchida, si possa “avviare quanto prima un dialogo aperto e costruttivo, improntato a rapporti bilaterali sani e proficui. Già da oggi confermiamo la nostra piena disponibilità a collaborare nell’interesse dei professionisti sanitari e dei cittadini, nel pieno rispetto di contratti e norme”.
L’Anaao Assomed Piemonte scriveva il 14 agosto: “L’accanirsi su obiettivi irrilevanti creando solo disagi ai sanitari, vedi il divieto di camice nel bar, la scarsissima propensione a confrontarsi con sindacati, l’attacco senza precedenti all’Alpi hanno decretato la fine della breve epoca di Schael, e non sentiremo la mancanza degli atteggiamenti che abbiamo sempre condannato in modo deciso con plurime diffide e articoli sui giornali. Non possiamo però dimenticare che l’assessorato ha delle gravi responsabilità in questo perché ha un imposto un direttore generale cui poi ha tolto la fiducia dopo soli 6 mesi lasciando il secondo ospedale più grande d’Italia con moltissimi problemi, alla deriva e senza guida”, poi arrivata a fine mese con la nomina di Tranchida.
C’è però anche chi si rammarica, come Pier Carlo Sommo, Direttore delle Relazioni Esterne e Capo Ufficio Stampa della Città della Salute di Torino dal 1999 al 2020, che sulla sua pagina Facebook scrive: “Ho prestato servizio come dirigente nella sanità pubblica piemontese per 22 anni. Tutti quelli che mi conoscono sanno che ho sempre detto quello che pensavo perché, come dissi a un DG particolarmente incapace e supponente, ‘come dipendente pubblico rendo conto a 60 milioni di italiani che mi pagano e non a un direttore pro tempore nominato non si sa come e perché dalla politica di turno’ (se non per accordi trasversali). Ho conosciuto il dr. Thomas Schael, ne ho stima professionale e umana, era un’ottima scelta per città della Salute, ma evidentemente mettere a posto quella giungla non è una esigenza di tutte le amministrazioni regionali, di qualsiasi colore politico siano. Comunque il dr. Schael ne esce pulito, vedremo per altri…”.
Da parte sua, Thomas Schael saluta l’Azienda e la Regione Piemonte non solo con una relazione sull’operato data 25 agosto 2025, ma anche con una lettera aperta in cui, con toni più personali, ringrazia il personale e rivendica tutti i suoi atti, sia per i contenuti ma anche e soprattutto per gli obiettivi: “Quello che mi preme sottolineare, al contrario di quanto sostenuto da molti che non hanno voluto comprendere quanto fatto dal sottoscritto, è che ho sempre operato in buona fede per il bene della nostra Azienda e soprattutto della Sanità pubblica e dei cittadini / pazienti. Molti non hanno condiviso alcune mie scelte, ma vi posso garantire che fin dalle prime circolari ogni decisione era ponderata per la salute pubblica. Ad esempio, quella sul divieto di fumo era all’insegna della prevenzione e della sicurezza. Così come quella dei camici al bar è stata vissuta come un divieto, ma era una circolare per l’igiene ed il rispetto altrui, ma soprattutto dei pazienti”, scrive Schael.
“Sicuramente – aggiunge – ho ereditato un’Azienda in un momento storico di grande difficoltà sotto molti punti di vista. Ho cercato di affrontarli uno ad uno sempre in modo costruttivo e sempre per il bene della “res publica”, seguendo gli obiettivi che mi erano stati dati dalla Regione Piemonte al momento della mia nomina. Alcune scelte possono essere parse impopolari, ma sono sicuro che avrebbero portato i risultati auspicati secondo le regole della Sanità pubblica, senza dimenticare un’indagine della Procura della Repubblica di Torino che da tempo aleggia sulla nostra Azienda da ben prima del mio arrivo a Torino. Proprio in quest’ottica ho sempre operato all’insegna della legalità e della trasparenza”.
“Forse non mi è stato concesso il tempo necessario per iniziare questo arduo e nobile percorso”, ribadisce l’ex commissario. “Sei mesi per qualsiasi azienda, pure piccola, sono un tempo assolutamente insufficiente anche per portare a compimento i due obiettivi assegnatimi dalla Regione Piemonte: realizzare il piano di razionalizzazione ed efficientamento ed attivare il percorso di trasferimento al nuovo Parco della Salute, della Scienza e dell’Innovazione, compreso lo scorporo di OIRM e Sant’Anna”.
“Sinceramente – aggiunge Schael – non avrei voluto un allontanamento cosi precipitoso che lascia un vuoto dentro di me, ma credo anche che un ennesimo cambiamento alla direzione sia un inutile contraccolpo per la conduzione quotidiana del vostro prezioso lavoro ed una perdita di tempo”. Quindi ringrazia “i dipendenti ospedalieri e degli universitari tutti, che ogni giorno fanno sì che la Città della Salute e della Scienza sia riconosciuta da tutta Italia quale Dea di terzo livello, nella visione di diventare uno dei migliori ospedali d’Europa”. Ma sottolinea: “Questa è un’eccellenza grazie a tutti voi, che rischia di essere oscurata dagli interessi di pochi”.