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Coronavirus. L'Omceo e gli altri professionisti della sanità di Trento chiedono un tavolo di confronto sulla Fase 2 

Siamo molto preoccupati perché il virus SarsCov-2 si sta muovendo sottotraccia e se non mettiamo mano, ed in fretta, ad un piano sanitario nuovo, in grado di fare fronte all’emergenza, per la provincia di Trento saranno guai”, sostiene il presidente Omceo Marco Ioppi. Tra le proposte, un progetto d’informazione e di educazione sanitaria rivolto alla popolazione, un forte investimento sull’assistenza territoriale, una costante sorveglianza attiva con tamponi e test sierologici, un processo per la valorizzazione delle persone fragili e anziane

22 LUG - L’Omceo di Trento lancia un nuovo allarme sul coronavirus, considerando inadeguata l’attuale risposta della Provincia Autonoma per la gestione della Fase 2 e lamentando il mancato confronto a riguardo. “Sono state diverse le richieste di un confronto che l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Trento ha inviato alla Giunta Fugatti questi mesi. Ad essere precisi, nove comunicazioni da marzo a giugno, con un solo dato inequivocabile: abbiamo avuto zero risposte”, spiega il presidente dell’Omceo, Marco Ioppi.

La situazione preoccupa i medici, ma anche gli altri professionisti della sanità (infermieri, farmacisti, Tecnici sanitari di radiologia medica e delle Professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, ostetriche e veterinari, psicologi e assistenti sociali) che chiedono un confronto alla Giunta provinciale. “Il virus SarsCov-2 si sta muovendo sottotraccia e se non mettiamo mano, ed in fretta, ad un piano sanitario nuovo in grado di fare fronte all’emergenza – spiega Ioppi -  per la provincia di Trento saranno guai. Se l’emergenza uno era quella di combattere il virus, ora ci aspetta la sfida di saperlo gestire ed isolarlo con tutti gli strumenti che un territorio può mettere a disposizione. Aspettare o ignorare questo aspetto vuol dire mettere in pericolo le persone. Noi dobbiamo garantire che il territorio dia una risposta sanitaria in grado di combattere e semmai neutralizzare i pericoli, come in questo caso, epidemici”.

Ecco i punti condivisi dalle sigle delle Professioni, sui quali si chiede al più presto un confronto con il Presidente della Giunta Maurizio Fugatti e con l’Assessore alla Salute Stefania Segnana:

- “Manca un progetto d’informazione e di educazione sanitaria della popolazione, per sostenere le misure di protezione e di prevenzione del contagio, quali il distanziamento sociale, l’utilizzo corretto delle mascherine compreso il loro smaltimento responsabile, l’igiene personale e l’adozione di corretti stili di vita. Sarà opportuno anche promuovere l’uso di ogni metodo che consenta il tracciamento del contagio”.

- “Manca un forte investimento sull’assistenza territoriale, improntato alla prevenzione per riconoscere, identificare e gestire i nuovi focolai di malattia che, con il venire meno delle misure di contenimento, inevitabilmente si presenteranno. E’ fondamentale programmare e attuare un vero e proprio piano sanitario, che preveda un coordinamento capillare tra le diverse componenti della rete sanitaria, socio-assistenziale, psicologica e farmaceutica, un’ampia disponibilità di DPI, lo sviluppo e l’utilizzo delle tecnologie in grado di garantire una immediata presa in carico delle nuove persone colpite dal virus fin dai primi sintomi e di chi superata la malattia avrà bisogno di monitoraggio e di assistenza”.

- “Necessita una costante sorveglianza attiva con tamponi e il ricorso a test sierologici a partire dalle persone più esposte, anche se asintomatiche. La strategia è stata riconosciuta vincente e ora può consentire un allentamento in sicurezza delle misure restrittive. Gli Ordini pertanto sostengono con fermezza che, anche nella fase di rientro alla “nuova normalità”, tale programma di screening per identificare e tracciare la diffusione del virus venga proseguito e intensificato”.

- “Urge l’apertura di un confronto per avviare un processo, prima di tutto, culturale con la valorizzazione delle persone fragili e anziane. L’altissimo prezzo in termine di vite umane pagato nelle RSA della Provincia impone un esame che porti alla revisione dell’organizzazione e delle competenze nelle stesse in coerenza con i loro bisogni sanitari e assistenziali sempre più complessi”.

“Il Covid 19 ha messo in risalto tutte le debolezze di un sistema sanitario che tutti ci invidiano ma che ha bisogno di una cambiamento radicale, condiviso con i medici ed i professionisti socio sanitari che quotidianamente si spendono nei vari settori e che meglio di altri possono garantire di trovare la migliore soluzione ai tanti problemi che pesano all’assistenza socio sanitaria. Durante la grande depressione, Franklin D. Roosvelt sosteneva: “Assumi un metodo e perseguilo. Se fallisce, ammettilo con franchezza e provane un altro. Ma, in ogni modo, tenta qualcosa”. E’ con questo spirito che l’Ordine dei Medici di Trento vuole affrontare la battaglia del virus SARS-CoV-2, sostenendo medici e odontoiatri a difesa della salute e della vita dei cittadini, in una situazione in cui nessuno era preparato ad un evento così stravolgente. Detto questo, speriamo che con la Giunta Fugatti e con l’Assessore alla Salute Stefania Segnana, si possa aprire al più presto un tavolo di confronto per la gestione della fase due”, conclude Ioppi.

Endrius Salvalaggio

22 luglio 2020
© Riproduzione riservata

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