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Corruzione. In Puglia vale tra i 100 e i 250 milioni. L’Asl di Bari sperimenta una “cura”


Bari è una delle 4 Asl italiane coivolte nel progetto pilota “Curiamo la corruzione” realizzato da Transparency International Italia con Censis, Ispe Sanità e Rissc. Emiliano: “Non è il solito progetto al quale si aderisce e basta, da oggi comincia una guerra alla corruzione”. Una delle armi sarà la possibilità di denuncia anonima per cittadini e dipendenti Asl.

15 MAR - La Puglia dichiara guerra alla corruzione. E lo fa aderendo al progetto pilota “Curiamo la corruzione” che Transparency International Italia, in partnership con CENSIS, ISPE Sanità (Istituto per la promozione dell’etica in sanità) e RiSSC (Centro ricerche e studi su sicurezza e criminalità), sta per lanciare in 4 Asl italiane: l'Apss di Trento, l’Asst di Melegnano e della Martesana (MI), l’Asp di Siracusa e l’Asl di Bari, appunto.

La guerra alla corruzione della Puglia, dunque, partirà da Bari. Perché, Questa guerra ha affermato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, presentando il progetto alla stampa, la Asl di Bari “è una delle più complesse d’Italia, e quando avremo consapevolezza che il metodo funziona, verrà applicato alle altre Asl con grande celerità perché la corruzione è un costo enorme che va frenato subito”.  Il progetto, che durerà due anni, prevede attività che mirano ad aumentare la consapevolezza sul fenomeno della corruzione, a istruire e formare dirigenti e staff del settore, a implementare e testare sul campo strumenti anti-corruzione innovativi e modelli organizzativi specifici per le ASL.

“Questo non è il solito progetto al quale si aderisce e basta – ha proseguito Emiliano -, da oggi comincia una guerra alla corruzione ed è una guerra che deve cominciare chiedendo all’avversario di arrendersi senza combattere perché il mondo è cambiato, perché il denaro disponibile non è infinito e perché i diritti delle persone non sono più compatibili con gli abusi delle altre persone, di quelli cioè che hanno pensato che la loro vita dovesse girare sempre allo stesso modo”. Per Emiliano questo è “l’unico metodo possibile” per combattere la corruzione “senza fare retorica”.
“Il metodo di lavoro e di studio è la trasparenza – ha continuato il presidente della Giunta - aprire cioè alla conoscenza di chiunque ed in modo strutturato tutto ciò che è a nostra disposizione. Noi individueremo il meccanismo di certificazione della spesa e di verifica della utilità della stessa, non solo alla luce della legge italiana, ma anche alla luce delle esperienze che questo gruppo di lavoro avrà individuato. Siamo di fronte ad un cambiamento epocale che oggi passa anche attraverso la nostra volontà di scambiare le buone pratiche e di farci esaminare. Noi stiamo aprendo le porte a Trasparency e stiamo dicendo, venite e guardate come funziona il nostro sistema, che è un sistema che non funziona e che va cambiato”.

Emiliano si è particolarmente compiaciuto del fatto che sia stata la stessa direzione generale della Asl di Bari a chiedere all’organizzazione internazionale Transparency di aderire volontariamente al progetto, in qualità di azienda pilota. “La lotta alla corruzione è durissima – ha aggiunto il Presidente - ed è molto rischiosa perché quando vai a chiudere i rubinetti delle persone, queste reagiscono”.

Emiliano ha infine sottolineato come “classifiche universalmente riconosciute accreditino la Puglia come una delle regioni a più alto tasso di corruzione con riferimento specifico alla sanità”. “Poiché – ha concluso Emiliano - a noi questa storia non ci sta bene, nel senso che non ci sta bene che la Puglia stia in queste condizioni, non ci sta bene che la corruzione venga considerata come un fatto ineluttabile, come un costo aziendale, noi accettiamo la sfida cominciando oggi dalla Asl di Bari. Sono molto curioso e molto interessato ai risultati di questa operazione che vede la Asl di Bari azienda pilota di un progetto che mira ad acchiappare quanti più gaglioffi è possibile”.

La sfida, per il direttore del dipartimento Salute della Regione Puglia, Giovanni Gorgoni, “è più culturale che procedurale o amministrativa procedurale anche perché scontiamo ancora una credenza secondo cui il furbo in realtà è uno che ha capito tutto mentre il furbo va considerato per quello che è, e cioè un delinquente, la corruzione infatti, non dimentichiamocelo, è un reato penale”. “Molti tra gli strumenti messi in campo da Transparency Italia sono già a disposizione di tutte le aziende sanitarie pubbliche e quindi potrebbe essere già applicati”.

Ma quanto costa la corruzione in Puglia? “Complessivamente, in Italia, è stimata di 6mld l’anno come danno sulla sanità pubblica che corrisponde ad un 5/6 % di tutte le risorse stanziate per la sanità. In Puglia è molto difficile dirlo, ma la corruzione potrebbe valere tra i 100 e i 250 milioni di euro che sono una cifra non di poco conto. Con questo denaro si può fare molta più assistenza sia domiciliare che territoriale, quella che ci manca, molte più assunzione, che sono quelle che ci mancano”, ha detto Gorgoni.

Tra gli strumenti utilizzati nel corso dei due anni di ricerca, particolare attenzione sarà stata rivolta allo strumento del Whistleblowing, ossia la possibilità di segnalare in maniera documentata e con la tutela massima di anonimato, comportamenti illeciti di cui si è conoscenza. “Le segnalazioni non solo dei dipendenti ma di tutti coloro che sono interessati – ha specificato il direttore generale della Asl di Bari Vito Montanaro - sono un binario parallelo a quello che è lo scopo fondamentale del progetto, che è quello di mettere in trasparenza le procedure di governance delle aziende sanitarie, aziende molto complesse nella loro organizzazione. Vi sarà un percorso parallelo perché laddove i percorsi gestiti non siano sufficienti ad evitare comportamenti opportunistici da parte degli operatori del settore, potranno essere inviate segnalazioni in forma anonima all’azienda, all’ufficio anticorruzione. Queste informazioni saranno utilizzate per l’inserimento nella procedura di Whistleblowing, una procedura informatica, oltre che organizzativa, fruibile a partire dal prossimo mese di aprile direttamente sul sito di Transparency, il luogo fisico all’interno del quale le riflessioni potranno essere contenute ed esaminate”.

Montanaro ha poi spiegato cosa prevede il progetto “Curiamo la corruzione”. “Il modello prevede all’inizio una fase formativa seguita da una fase amministrativa, da una fase di revisione dei sistemi di organizzazione delle aziende che partecipano al progetto, la descrizione cioè dei percorsi amministrative gestiti, per la fase della spesa, che verranno messi a fattore comune e dai quali deriverà una best practice che poi sarà considerata quella da utilizzare nella 4 aziende pilota”.

15 marzo 2016
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