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Puglia. Gorgoni nominato Dg dell’Agenzia Regionale Strategica per la Salute ed il Sociale (Aress). Tutte le decisioni di Giunta


La decisione presa oggi dalla Giunta che ha deliberato anche l’istituzione della Rete regionale dei Servizi di Anatomia patologica e il recepimento dell'Intesa Stato-Regione per quanto riguarda le "Linee guida per la prevenzione e il controllo della Legionellosi".

24 LUG - La Giunta regionale della Puglia ha nominato oggi Giovanni Gorgoni Direttore Generale dell'Agenzia Regionale Strategica per la Salute ed il Sociale (A.Re.S.S.). Gorgoni, che ne era commissario, andrà quindi a dirigere l’Azienda strumentale della Regione, sottoposta alla vigilanza della Giunta regionale, con compiti di supporto tecnico-operativo per la programmazione sanitaria regionale, per il controllo di gestione e conseguente monitoraggio dell'equilibrio economico del Servizio sanitario regionale (SSR), per la valutazione comparativa dei costi e della qualità dei servizi sanitari.
 
In Giunta deliberata anche l’Istituzione della Rete regionale dei Servizi di Anatomia patologica con la definizione degli ulteriori requisiti minimi strutturali, organizzativi e tecnologi.
 
A seguito della istituzione della Rete Oncologica Pugliese e della Rete delle Breast Unit, centri pugliesi di senologia, la Regione Puglia ha inteso il ruolo dell'anatomia patologia sempre più strategico e determinante all'interno delle stesse reti e, comunque, di tutti i percorsi assistenziali particolarmente complessi. Migliorare i tempi di rilascio del referto di anatomia patologica, soprattutto per i pazienti oncologici, così come migliorare e omogeneizzare su tutto il territorio pugliese, l'assistenza complessiva, diventa la priorità, oltre che costituire elemento di valutazione dell'effettivo cambiamento organizzativo.
 
La Giunta regionale ha dunque approvato la proposta di Rete delle Anatomie Patologiche Pugliesi, elaborata dal "Tavolo tecnico regionale anatomia patologica" che, oltre a descrivere gli aspetti normativi e le attività attualmente svolte dai singoli servizi nonché le criticità esistenti, ha definito:
1) Procedure operative;
2) Requisiti strutturali e tecnologici;
3) Requisiti organizzativi e dotazione organica;
4) Attività specialistiche da centralizzare presso le Aziende Universitarie/Ospedaliere e gli Irccs

La proposta di rete ha individuato per singolo Servizio le attività a loro afferenti. Il criterio adottato è stato quello di un HUB di Anatomia Patologica e di uno Spoke almeno dedicato all'attività di screening. Quest'ultimo può essere allocato in un Presidio Ospedaliero o sul territorio, ma sempre collegato  funzionalmente con il laboratorio HUB per permettere tutte quelle funzioni di controllo di qualità e di correlazione cito-istologica che sono alla base del miglioramento continuo dell'accuratezza diagnostica.

Le strutture ospedaliere private accreditate della Regione Puglia preferenzialmente devono rivolgersi per l'esecuzione delle attività di anatomia patologica ai centri Hub della Regione Puglia e, comunque, devono garantire l'invio dei dati al Registro Tumori della Regione Puglia.

Le Anatomie Patologiche degli IRCCS interverrebbero a supporto di quelle attività altamente specialistiche a completamento dell'offerta sanitaria.
Il monitoraggio annuale sulle attività di ciascun servizio sarà monitorato dalla Sezione Strategie e Governo dell'Offerta con il supporto dell'A.Re.S.S.
Deve essere inoltre garantito un adeguato trasporto nonchè la tracciabilità e rintracciabilità del campione ed in particolare la tracciabilità del campione dal momento del prelievo e durante il ciclo lavorativo, sino all'archiviazione, per evitare errori di identificazione o lo smarrimento e la rintracciabilità, la conservazione e la custodia del materiale di archivio (vetrini, blocchetti di tessuto in paraffina) nell'Anatomia Patologica.
 
Inoltre in Giunta è stata anche recepita l'Intesa tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano del 7 maggio 2015 sul documento recante "Linee guida per la prevenzione e il controllo della Legionellosi" e approvazione degli "Indirizzi operativi per la sorveglianza clinica e ambientale della legionellosi nelle strutture sanitarie e assistenziali della Regione Puglia".

La Giunta regionale ha recepito i contenuti delle Linee guida nazionali per la prevenzione e il controllo della Legionellosi, approvate dalla Conferenza Stato-Regioni e ha aggiornato, approvandoli, gli "Indirizzi operativi per la sorveglianza clinica e ambientale della legionellosi nelle strutture sanitarie e assistenziali della Regione Puglia". Già nel 2015 infatti erano stati forniti indirizzi operativi alle ASL pugliesi inerenti al controllo e prevenzione della legionellosi nelle strutture turistico-ricettive e ad uso collettivo della Regione Puglia.

Oggi la Giunta ha sistematizzato in maniera univoca il documento contenente gli "Indirizzi operativi per la sorveglianza clinica e ambientale della legionellosi nelle strutture sanitarie e assistenziali della Regione Puglia", aggiornando il testo soprattutto nella parte riguardante le strutture termali, i cui contenuti sono stati discussi e condivisi con le Associazioni di categoria in sede di incontri tenutisi con la Sezione regionale competente.

Per ridurre il rischio e il numero dei casi di legionellosi, il documento approvato oggi si propone di pianificare un iter omogeneo di procedure da applicare per il controllo e la prevenzione della malattia. Fondamentalmente, rivolgendosi a tutte le strutture sanitarie e assistenziali della Regione Puglia, fornisce indicazioni su:
1. metodi più appropriati per lo screening e la diagnosi della legionellosi;
2. modalità di campionamento per la ricerca di Legionella negli impianti idrici e aeraulici;
3. sistemi efficaci per la sorveglianza e il controllo delle reti idriche;
4. procedure e mezzi per la bonifica e la riduzione del rischio;
5. attività di comunicazione e formazione degli operatori sanitari e degli addetti al controllo;
6. responsabilità medico-legali connesse al verificarsi di casi di malattia associati alle strutture coinvolte.

Nel 2016 sono pervenute all'Istituto Superiore della Sanità 1.710 schede di sorveglianza relative ad altrettanti casi di legionellosi, di cui 1.680 classificati come confermati e 30 come probabili. Il 75% dei casi è stato notificato da 6 Regioni (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Piemonte), il rimanente 25% è stato notificato dalle rimanenti 13 Regioni e 2 Province Autonome.

24 luglio 2018
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