"Un provvedimento che stravolge i conti della sanità regionale in barba al Piano operativo 2013-2015 che la nostra Regione, attualmente commissariata, ha concordato con i tavoli di monitoraggio ministeriali".
È questo il commento di Anpo, Aupi, Cimo, Cipe, Cisl-Medici, Fials, Fimp, Nursing-Up, Sidirss, Simet, Sinafo, Smi, Sna-Cri, Uil-P abruzzesi al Decreto sullo "schema contrattuale 2014/2015 per la regolamentazione dei rapporti in materia di prestazioni erogate dalla rete ospedaliera privata accreditata" della regione Abruzzo e contenuto in una lettera nviata al Presidente della Giunta e Commissario ad acta Sanità, Luciano D’Alfonso.
Nella lettera i sindacati sottolineano che nonostante il decreto contenga la riduzione dell’importo e dei volumi di acquisto delle prestazioni sanitarie per l’assistenza specialistica e ambulatoriale e quella ospedaliera da soggetti privati accreditati, in percentuali differenti dal 2011 al 2014, prenda anche in considerzione per il 2011 l’inoperatività di queste strutture a causa del terremoto, "un'opportunità non vincolante". Contiene inoltre anche alcune omissioni, in primis quella esistente nello schema del contratto in cui non si tiene conto di disposizioni previste dalla legge n° 405 del 16 novembre 2001 e dal decreto commissariale n° 27 dell’ 8 luglio 2011.
Soprattutto pone dubbi e perplessità̀. Per questo i sindacati chiedono a D’Alfonso come mai:
– il provvedimento non è firmato anche dal sub-Commissario Giuseppe Zuccatelli;
– è stato esteso anche agli anni 2012, 2013, 2014 e 2015 il “beneficio” che il comma 2-bis, lettera b dell’ art. 49 della legge n° 98 del 9 agosto 2013 riserverebbe solo all’anno 2011;
– è stato scelto di applicare quanto previsto dal comma 2-bis, lettera b art. 49 legge n° 98/ 2013 per “evitare” i “contenziosi” intentati dagli erogatori privati al Tar Abruzzo e al Consiglio di Stato che invece hanno già dato in buona parte ragione alle scelte fatte in tale settore dall’Amministrazione regionale precedente;
– si asserisce che l’extra budget pari a 7, 5 milioni di euro, troverebbe copertura nella manovra di potenziamento dell’attività territoriale;
– quale potenziamento si intende programmare per l’assistenza sanitaria territoriale se si tolgono a questo settore 7,5 milioni di euro;
– come sarà salvaguardata la rete ospedaliera pubblica, già in difficoltà per la questione del personale, alla luce del decreto sugli standard ospedalieri e del taglio del fondo sanitario regionale stabilito nell’ultima riunione della Conferenza Stato-Regioni;
– i budget (tetti di spesa) per le prestazioni ospedaliere e per le prestazioni riabilitative negoziate con le strutture sanitarie private accreditate devono comunque essere erogati anche se il volume delle prestazioni fatturate in quell’anno non raggiungono i tetti negoziati,
– l’extra budget concesso alle strutture sanitarie private accreditate ridurrà̀ la spesa sanitaria legata alla mobilità passiva;
Infine se per ridurre la mobilità passiva, non sarebbe meglio stipulare gli annunciati e mai sottoscritti “accodi di confine” con le Regioni limitrofe che hanno già fatto Marche con Emilia e Romagna, Umbria, Toscana per evitare il salasso economico legato al pagamento di prestazioni ospedaliere a bassa complessità a case di cura marchigiane ove operano professionisti, anche abruzzesi, che hanno studi nelle maggiori città abruzzese.