La Fp Cgil Medici Campania interviene sulla questione della videosorveglianza nelle aziende sanitarie campane e, in particolare, sulla “implementazione di telecamere e la sperimentazione di bodycam, sul modello delle forze dell’ordine”. Un sistema che il sindacato giudica “inefficace nel contrastare le aggressioni al personale”, minando “profondamente la relazione di cura e rappresenti una pericolosa deriva autoritaria”.
“Le aggressioni rispondono a cause sistemiche e articolate”, afferma la Fp Cgil Medici Campania, che sottolinea come “la distruzione del rapporto
fiduciario tra personale e pazienti, lo smantellamento dei servizi sanitari, il sovraffollamento cronico nei pronto soccorso e i tempi di attesa insostenibili siano i veri motori di queste tensioni”.
“La sensazione di solitudine e smarrimento vissuta da pazienti e parenti durante i percorsi di cura contribuisce ulteriormente – secondo il sindacato – a un clima di disagio”. Di fronte a ciò, la Fp Cgil propone una riflessione critica sull’organizzazione dei servizi, piuttosto che un’escalation della sorveglianza. Un’altra grave preoccupazione sollevata dal sindacato riguarda l’impatto delle telecamere sulla dignità; di malati e parenti. La presenza di impianti di videosorveglianza in luoghi sensibili come le sale del pronto soccorso, dove spesso si trovano persone non coscienti o poco vestite, è grave; vista come una violazione della privacy e dell’intimità; che dovrebbero caratterizzare ogni luogo di cura. “Non comprendiamo come si possa immaginare che aumentare la videosorveglianza possa essere una risposta al problema delle aggressioni,” dichiara la Fp Cgil, suggerendo che dietro questa tendenza si celino “altre logiche, ben più inquietanti”. Il sindacato traccia un “filo rosso” che lega questa politica di sorveglianza alla propaganda anti-immigrazione, alla narrazione securitaria che invoca soluzioni autoritarie e repressive, e alle politiche del Decreto Sicurezza del Governo Meloni che criminalizza il dissenso. Si evidenzia anche la coerenza con le politiche europee che aumentano la spesa militare a discapito di
tagli a salari e servizi, inclusa la sanità. La Fp Cgil Medici Campania vede in queste dinamiche “due lati della stessa medaglia, rivelatori della progressiva dismissione della democrazia e dell’affermazione di una società ‘militarizzata’, anche nei nostri posti di lavoro. Il sistema pervasivo di videosorveglianza, unito all’obbligo di fedeltà; aziendale dei dipendenti pubblici, si configura come uno strumento di repressione, controllo e limitazione della libertà; di espressione e di critica, in chiara violazione dei principi costituzionali. Invece di ripristinare un clima di ascolto,
accoglienza e umanità; – prosegue il sindacato – c’è; il timore che questa escalation di controllo spiani la strada alla “militarizzazione anche dei presidi sanitari.” La Fp Cgil esprime la sua ferma contrarietà; a queste “logiche securitarie repressive” che rivelano una preoccupante “deriva democratica,
sociale ed antropologica”. L’appello finale è grave; alla sensibilizzazione dei lavoratori per riaffermare i diritti e i doveri delle persone e i principi di libertà; individuali e collettivi contenuti nella Costituzione Italiana”.