Al Careggi di Firenze attivo un centro ad hoc per i casi più gravi di infezione da virus H1N1. Nel 2019 ricoverate 21 persone

Al Careggi di Firenze attivo un centro ad hoc per i casi più gravi di infezione da virus H1N1. Nel 2019 ricoverate 21 persone

Al Careggi di Firenze attivo un centro ad hoc per i casi più gravi di infezione da virus H1N1. Nel 2019 ricoverate 21 persone
Si tratta del reparto di Terapia Intensiva del DEAS di Careggi a Firenze, centro regionale di riferimento ECMO (ExtraCorporeal Membrane Oxygenation), dove viene applicato da un apposito team il supporto vitale extracorporeo che permette la sopravvivenza e il recupero delle funzioni polmonare e cardiaca quando gravemente compromesse.

“Dal 1° gennaio 2019 sono 21 i casi con grave forma respiratoria da virus H1N1 ricoverati nella Terapia Intensiva del DEAS di Careggi a Firenze, centro regionale di riferimento ECMO (ExtraCorporeal Membrane Oxygenation), dove viene applicato da un apposito team il supporto vitale extracorporeo che permette la sopravvivenza e il recupero delle funzioni polmonare e cardiaca quando gravemente compromesse".
 
Lo rende noto in una nota il dottor Adriano Peris, direttore a Careggi del reparto cure intensive del trauma e delle gravi insufficienze d’organo. "In 12 casi di infezione grave – prosegue Peris – è stato o è ancora in corso il trattamento ECMO con circolazione artificiale per consentire a cuore e polmoni di ristabilire la loro funzione aumentando le possibilità di guarigione dai gravi danni provocati dall’infezione da virus H1N1”.
 
"Dal gennaio 2019 Il team mobile ECMO ha compiuto 6 missioni esterne con ambulanza dedicata – prosegue la Aou Careggi -, anche in altre regioni, con impianto di circolazione extracorporea presso gli ospedali richiedenti e successivo ricovero nella Terapia Intensiva del Trauma e Gravi Insufficienze d’Organo di Careggi. Il Centro ECMO ha ricevuto richieste di consulenze e di intervento da parte degli ospedali della Toscana e di Marche, Lazio e Umbria".
 
“Fino ad ora – conclude Peris – gli esiti sono positivi per tutti i pazienti trattati, alcuni dei quali sono già rientrati nelle strutture assistenziali di provenienza”. 

21 Febbraio 2019

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