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Salute mentale. In Lombardia mancano 300 psichiatri e 2.000 operatori. I centri chiudono: poche risorse e ‘buchi’ gravissimi nell’assistenza


Il mancato aiuto produce "isolamento, disperazione e perdita di opportunità e un danno enorme per la società". Il tema sarà affrontato anche al prossimo congresso nazionale della Società di NeuroPsicoFarmacologia in programma dal 25 al 27 gennaio. In cinque punti la proposta del Coordinamento Direttori di Psichiatria Regione Lombardia, della Società Italiana di Psichiatria (Sip) e della sua sezione lombarda (Sip-Lo).

20 GEN -

In tre anni sono ‘saltati’ i cardini, già precari, del sistema salute mentale in Lombardia, un problema che coinvolge dal 20 al 30 per cento della popolazione: mancano – secondo una stima basata sui dati di Ats Milano e Agenas – 300 psichiatri e 2000 mila tra infermieri, psicologi, educatori e assistenti sociali.

"Tutto questo mentre da un lato la pandemia ha aumentato drammaticamente le richieste di cura in alcune fasce di popolazione, in particolare adolescenti e giovani adulti e persone anziane. Dall’altro la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari ha portato all’affidamento ai servizi di salute mentale di un numero sempre crescente di soggetti autori di reato in assenza di adeguate e concordate procedure e risorse, con grave rischio per l’incolumità di operatori e pazienti ricoverati nelle strutture ospedaliere e/o residenziali.

Infine, più di altre discipline la Psichiatria, insieme alla Neuropsichiatria Infantile e ai Servizi per le Dipendenze, si è trovata in enorme difficoltà nel reclutamento del personale infermieristico e soprattutto medico-specialistico. Tale situazione ha già portato alla chiusura di diversi servizi di cura ospedalieri e territoriali rendendo quasi impossibile, nelle aree distanti dai grandi centri urbani, garantire risposte di cura ai cittadini e alle loro famiglie e costringendo gli operatori a condizioni di lavoro non sicure. Ora serve un gesto politico chiaro da parte della prossima amministrazione regionale per porre fine a questa condizione".

A denunciarlo il Coordinamento dei Direttori di Psichiatria della Regione Lombardia, della Società Italiana di Psichiatria (Sip) e della sua sezione lombarda (Sip-Lo), che contestualmente avanzano una proposta in cinque punti: programmazione e organizzazione di servizi e risorse, promozione della centralità del servizio pubblico, definizione di un piano operativo regionale, attivazione di un piano di reclutamento del personale medico e sanitario e la sua riorganizzazione nelle case di comunità.


“Regione Lombardia – spiegano i responsabili del Coordinamento (Giancarlo Cerveri, Carlo Fraticelli, Piero Antonio Magnani, Marco Toscano, Antonio Vita) insieme alla presidente nazionale della Sip (la bergamasca Emi Bondi) e della Sip Lombardia (Massimo Clerici e Mauro Percudani) – ha storicamente strutturato un sistema di servizi frutto di un’integrazione tra pubblico e privato che, pur in una condizione di risorse troppo limitate e non equamente distribuite sul territorio regionale, ha sempre cercato di garantire, grazie all’impegno di tutti gli operatori coinvolti, una risposta ai bisogni di salute dei cittadini. Nel corso di questi ultimi 3 anni pandemia e chiusura degli OPG su tutto hanno enormemente messo alla prova un sistema rendendolo in alcune aree incapace di rispondere in modo accettabile al diritto alla salute. Al fine di garantire un’adeguata risposta di cura a tutti i cittadini lombardi e considerato il perdurare di tali gravi carenze nel corso dei prossimi anni, si ritiene utile definire un programma di fondo che possa permettere l’equilibrio del sistema tra domanda di salute e risorse a disposizione”.

Ecco i cinque punti proposti nel dettaglio:
1. Attribuzione di un’attività programmatoria forte a livello regionale capace di definire i bisogni dell’area Salute Mentale nel contesto della programmazione sanitaria dell’organizzazione dei servizi e delle risorse, contrastando la deregolazione lasciata alle decisioni di singole realtà territoriali. Creazione quindi di un Agenzia Regionale per la Salute Mentale capace di fornire risposte eque e di valore a tutti i cittadini in tutti i territori.

2. Promozione della centralità del Servizio Pubblico nel definire le priorità dei bisogni, delle risposte di cura e dei percorsi per la salute in integrazione con gli erogatori privati.

3. Definizione di un nuovo Piano Operativo Regionale per la Salute Mentale che si fondi sui seguenti principi:
- Rafforzamento del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze (DMSD) come struttura organizzativa capace di fornire percorsi integrati e multiprofessionali volti a garantire le risposte di cura per tutti i cittadini nelle diverse fasi della vita garantendo continuità e appropriatezza dei trattamenti. Tale servizio svolgerà le proprie funzioni nell’area della psichiatria, delle dipendenze, della neuropsichiatria infantile e della psicologia clinica.
- Attivazione dei servizi di prevenzione delle patologie e di promozione della salute attraverso l’attribuzione di programmi specifici di intervento coordinati da Regione Lombardia e diffusi su tutto il territorio nelle articolazioni delle ATS e delle singole ASST.
- Implementazione di programmi volti al miglioramento degli interventi di cura rivolti a soggetti autori di reato, migliorando gli interventi svolti nell’ambito territoriale, adeguando l’offerta di posti letto nelle Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS) e promuovendo livelli di assistenza elevati nelle realtà carcerarie, nonché attivando un tavolo permanente regionale finalizzato a pianificare i percorsi e i rapporti con la magistratura.
- Miglioramento dell’integrazione formativa tra Servizio Sanitario Regionale e Università per implementare le competenze cliniche e gestionali dei medici in formazione nel contesto della disciplina di psichiatria e neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza come già avviene per le figure dei Medici di Medicina Generale e per il corso di Laurea in Scienze Infermieristiche.
- Attivazione di un progetto di censimento e ridefinizione dei fabbisogni di personale nei diversi territori al fine di creare risposte di cura omogenee su tutto il territorio garantendo una reale esigibilità degli interventi necessari a favore di tutti i cittadini lombardi.

4. Attivazione di risposte urgenti per giungere al reclutamento del personale che permetta di riattivare i servizi essenziali in tutte le aree di Regione Lombardia tramite la modifica delle modalità concorsuali, incentivazioni economiche nelle aree disagiate ed eventuale transitoria deroga delle norme di reclutamento.

5. Definizione di specifiche aree di attività da svolgere da parte del personale del DSMD all’interno delle Casa di Comunità, con presenza per fasce orarie e con modalità organizzate di collaborazione con Medici di Medicina Generale e Specialisti Ambulatoriali da parte di operatori di tutte le professionalità presenti nel DSMD.



20 gennaio 2023
© Riproduzione riservata

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