Non si placano i toni fra i sindacati di categoria e l’Azienda Sanitaria Friuli Occidentale (AsFo), sulla carenza di organico del personale sanitario e sulla disponibilità a trovare una soluzione. “Dopo lo sciopero del 24 di luglio scorso – spiega il segretario provinciale FP Cgil Pordenone, Pierluigi Benvenuto – recentemente abbiamo avuto un incontro con la direzione generale di AsFo che ha ammesso che c’è una carenza di personale e questo è un buon risultato dopo sei mesi ed uno sciopero. Se però questo è il trend, prima che arrivi del nuovo personale passeranno altrettanti mesi, ma credo ahimè che più avanti andremo, più difficile sarà reclutare nuovo personale”.
A fronte dell’emergenza sanitaria in atto, che ha messo a nudo il problema della carenza del personale, le regioni si stanno attrezzando a istituire nuovi concorsi per cercare di avere il prima possibile nuove forze lavoro. La FP Cgil provinciale a fronte di questo è convinta che altro personale nei prossimi mesi lascerà l’Azienda di Pordenone per avvicinarsi a casa e questo aggraverà ancora di più la situazione sul numero del personale.
“Avevamo tutto il tempo per assumere nuovo personale – continua il Benvenuto – ricordo che non più tardi del 31 maggio AsFo ha lasciato a casa infermieri, Oss e personale medico, di sua iniziativa e senza ascoltare minimamente i sindacati sulla possibilità di rinnovo, ma lasciati a casa solo perché era scaduto il contratto a tempo determinato. Adesso non possiamo lamentarci che ci sono carenze di personale e che non è nemmeno facile trovarlo, perché quando c’erano li abbiamo lasciati a casa”.
In Azienda sanitaria di Pordenone, puntualizza la FP Cgil, dopo mesi di peripezie la situazione è ancor più che peggiorata considerando che alcune persone fra il personale sanitario è rimasta a casa ed il carico di lavoro sta aumentando, specialmente nei servizi di prevenzione.
“Il servizio di prevenzione – denuncia il segretario provinciale Cgil – è sotto pressione attingendo supporto da altri servizi dell’Azienda sanitaria di Pordenone, riuscendo a garantire solo le attività che riguardano l’emergenza. Il predetto servizio dovrebbe garantire la sorveglianza nei posti di lavoro oppure la vaccinazione pediatrica, ed oggi riesce a farlo a stento perché è a corto di personale. Questo è quello che noi diciamo: dovevamo fare tesoro del periodo di lockdown in primavera per non farci trovare impreparati nel periodo autunnale.
“Manca una programmazione sul personale – conclude il Segretario – e se anche la facessero adesso sarebbe tardi. Non riusciremo mai a rimpiazzare cento infermieri che mancano nel pordenonese perché mancano nel mercato e quelli che avevamo li abbiamo lasciati a casa. Oltre a questo, non c’è mai stato da parte della direzione AsFo la voglia di fare un confronto serio per risolvere il problema sulla carenza di personale. Con l’autunno e l’inverno da qui a pochi mesi, ci risulta difficile essere ottimisti”.
Endrius Salvalaggio