Un netto peggioramento della programmazione sanitaria in materia di tetti di spesa per la quale si è assistito ad un precoce esaurimento delle risorse rispetto allo scorso anno, criticità rispetto alle procedure in materia di attribuzione di incarichi al personale per le quali la Regione ha già avviato un approfondimento amministrativo. E poi le gare d’appalto rispetto alle quali il collegio sindacale dell’azienda ha segnalato, tra l’altro, l’utilizzo sistematico dell’istituto del rinnovo a sanatoria di contratti di appalto. Sono questi i tre punti su cui si basa la verifica dell’operato del commissario straordinario della Asl Napoli 2 Nord Agnese Iovino sospesa dall’incarico per 30 giorni per delibera della giunta regionale della Campania. Al suo posto per un mese ci saranno tre commissari regionali, Massimo Lacatena, funzionario dell’avvocatura regionale affiancato, per il supporto tecnico, da due sub commissari, Aurelio Bouché e Antonietta Mastrocola.
Al termine del procedimento si avvisa della possibilità di revocare l’incarico commissariale alla Iovino attribuito dalla Regione agli inizi del 2015.
In attesa che giunga da Roma l’indicazione di un commissario regionale per la Sanità De Luca mostra il pugno duro sulle attività di gestione delle singole aziende.
A Napoli nord la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la dura contestazione dei sindacati all’indirizzo del commissario, Cisl in testa, con al fianco le associazioni di categoria della Sanità privata accreditata, rappresentate soprattutto in questa fase dell’Aspat. All’indice dei sindacati la chiusura del commissario nel rivedere alcuni contestatissimo provvedimenti relativamente alle attività di analisi in convenzione per i settori specializzati della genwetica medica, legati alle procedure di amniocentesi negli ospedali della Asl che da fine luglio sono completamente fermi, e le attività di radioterapia in convenzione, soprattutto per le terapiae di ultima generazione, bloccate (compresi i pagamenti) per una restrittiva interprestazione delle circolari regionali.
La sospensione di Iovino, peraltro giunge a valle di un incontro e una intesa programmatica politica stipulata dallo stesso de Luca con l’Aspat in merito alla programmazione dei tetti di spesa per la Radioterapie e per la revisione delle tariffe della riabilitazione, la riorganizzazione dei laboratori e le procedure di riconversione di alcune strutture riabilitative in Rsa e centri diurni in cui De Luca ha aperto un tavolo per vagliare i punti della piattaforma rivendicativa
Dura contestazione alla vigilia della sospensione
Il provvedimento di sospensione del commissario Iovino giunge all’indomani di una dura contestazione sindacale davanti alla sede della direzione generale a Monteruscello, vicino Pozzuoli con in testa l’associazione di categoria dei privati accreditati affiancata dalla Cils e dalle altre sigle sindacali del comparto.
“La manifestazione di Monteruscello con la dura contestazione all’indirizzo del Commissario straordinario – si legge in una nota della Cisl – pare abbia sortito i suoi effetti”. “La Asl Napoli 2 nord – aggiunge Roberto D’Angelo, segretario provinciale di Napoli della Cisl, era da mesi al centro di un duro braccio di ferro con la componente sindacale aziendale per una serie di decisioni e indecisioni assunte a seguito del suo subentro dopo la scadenza del mandato, sei mesi orsono, dell’ex manager Giuseppe Ferraro”.
Il nodo della Radioterapia
La Asl Napoli 2 era finita nella bufera anche per lo stop alle remunerazione delle prestazioni di Radioterapia di ultima generazione che aveva mobilitato l’Aspat in rappresentanza delle strutture convenzionate del territorio. “Il piano che l’ex Commissario straordinario aveva messo in atto con una serie di provvedimenti finalizzati ad un fantomatico risparmio – spiega Pier Paolo Polizzi, presidente Aspat – ha di fatto sistematicamente provocato rallentamenti nella erogazione di prestazioni specialistiche, comprese quelle salva vita e tirato il freno all’assistenza ai cittadini necessaria per la tutela della loro salute.
Al riguardo – aggiunge Polizzi – i provvedimenti assunti dal Commissario straordinario davano un’interprestazione restrittiva e penalizzante, per i pazienti rispetto alle linee guida dettate dalla Regione Campania che stabilisce, sia con la circolare del sub-commissario n°142 del 23/06/2015 che con i Programmi operativi 2013-2015 del Piano di rientro, “di attuare la riqualificazione dell’assistenza territoriale finalizzata all’appropriatezza delle prestazioni attraverso tutte le misure atte a evitare la mobilità passiva extraregionale. In concreto, invece, è cresciuta sensibilmente la migrazione di assistiti dell’Asl Na 2 Nord che sono costretti a scegliere luoghi di cura lontani dal territorio di appartenenza per radioterapie di ultima generazione autorizzate fuori regione e che invece avrebbero potuto essere trattate qui a Napoli”.
Mobilitazione congelata
Dopo la sospensione dell’incarico della Iovino proprio l’Aspat ha congelato la mobilitazione dei Centri erogatori prevista per ieri accogliendo l’invito dalla Regione al rispetto istituzionale dovuto al nuovo reggente. Del resto proprio l’Aspat era stata ricevuta mercoledì, a Salerno, dal governatore De Luca sottoponendogli le questioni aperte sul tavolo dei rapporti tra accreditati e la Regione.
In particolare le questioni approfondite riguardano l’emergenza Radioterapia e il relativo utilizzo delle nuove tecniche per i cittadini e assistiti campani, su cui si pensa all’adozione di pacchetti prestazionali in grado di contemperare le innovazioni tecnologiche intervenute negli ultimi anni e contenuti in un decreto già all’attenzione del ministero che dovrebbe dare il via libera con il capitolo sui Lea contenuto nella legge di stabilità. Sotto la lente anche la classificazione delle tipologie laboratoristiche, anche ai fini della definizione dei tetti di spesa. Per ciascun punto il presidente De Luca ha garantito il suo fattivo interessamento, anche nel rispetto di quanto vorrà disporre relativamente al piano di rientro del debito sanitario il commissario ad acta, della cui designazione governativa De Luca torna a sostenere l’assoluta urgenza e necessità per la ripresa dei lavori della struttura commissariale.
La piattaforma rivendicativa
Per tornare al merito dei nodi della Asl Napoli 2 nord il nuovo commissario reggente dovrà procedere al vaglio dei punti della piattaforma rivendicativa dei sindacati. Ovvero la sospensione, per la Branca di Radioterapia, dei provvedimenti amministrativi aziendali conseguenti alla pedissequa attuazione della circolare del Ministero della Salute del 7 agosto 2015 che sollecita “una inverosimile applicazione di un nomenclatore obsoleto di vent’anni (Dm del 1996)”.
“Una questione che potrà essere affrontata compiutamente – avverte Bruno Accarino, segretario regionale del sindacato nazionale radiologi – solo dopo l’insediamento del Commissario governativo ad acta per il Piano di Rientro della Regione Campania e allorquando il ministero avrà aggiornato i Lea che, sembra, rientreranno nell’agenda del governo con la Legge di stabilità di imminente approvazione. Nel piatto c’è circa un milardo di euro per i nuovi Lea e in quel caso l’adozione dei nuovi pacchetti prestazionali da noi per primi sollecitati al ministero con le nostre emanazioni sindacali nazionali avrà finalmente un conforto di legge che oggi di fatto non c’è ancora”.
I laboratori e le sezioni specializzate
Sul suo tavolo della Asl Napoli 2 nord gli ispettori regionali troveranno anche anche la Delibera aziendale n. 930/14 relativa alla presa d’atto della classificazione tipologica delle strutture laboratoristiche (genetica) approvata all’unanimità dal Tavolo tecnico aziendale in ordine alla quale, per altro, pende un procedimento giudiziario al Tar e su cui la
la Struttura commissariale è chiamata a pronunciarsi anche sulla scorta dei lavori dell’istituito tavolo Arsan. Un braccio di ferro che aveva comportato, agli inizi dell’state lo stop alle attività in convenzione con il blocco totale delle amniocentesi presso i tre ospedali aziendali nell’impossibilità di effettuare le successive analisi del cariotipo (analisi dei cromosomi) nei due laboratori accreditati autorizzati a questo.
Arsan svuotata
Tavolo che al momento è peraltro fermo visto l’azzeramento di tutte le nomine e incarichi funzionali attribuiti dal direttore Angelo Montemarano all’indomani del suo insediamento e a cavallo delle elezioni regionali dello scorso maggio. Un azzeramento scattato dopo il parere dell’avvocatura regionale che ha considerato invalidi tutti gli atti amministrativi compiuti da enti derivati della Regione, a cavallo del periodo elettorale (subito prima e subito dopo).
Tra i nodi da sciogliere sul fronte della Radioterapia c’è anche il recupero retroattivo delle somme scaturenti dalle prestazioni ritenute dall’Amministrazione di Palazzo Santa Lucia impropriamente erogate dalle strutture e su cui esiste una ipotesi di transazione da condurre in porto sulla scorta della definizione delle nuove tipologie di prestazioni e relative tariffe. Tra le richieste sindacali anche il ripristino del servizio di amniocentesi e biologia molecolare nell’ambito dei presidi ospedalieri aziendali improvvisamente sospeso e la stipula di contratti integrativi, per il settore convenzionato, per l’area Oncologica (Radioterapia e Pet) al fine di garantire per l’anno in corso la necessaria continuità assistenziale ai cittadini del territorio. E ancora la rimozione del blocco del flusso regolare dei pagamenti correnti e dei relativi saldi già definiti a consuntivo dal preposto Tavolo tecnico della Asl. L’obiettivo è scongiurare sul nascere una nuova spirale di contenzioso giudiziario con aggravio di interessi moratori e spese legali per ritardati pagamenti, così come previsti dal contratto a carico dell’ Azienda sanitaria locale.
Tutti punti che, spalmati su scala regionale, investono praticamente tutte le Asl della Campania che deve marciare con il freno tirato negli ultimi mesi del 2015 a causa del precoce esaurimento delle risorse per le attività in convenzione. Punti peraltro all’attenzione del Consiglio regionale con la serie di audizioni avviate dal presidente della Quinta Commissione Sanità Raffaele Topo.
Ma la Federlab difende Iovino
A difendere l’operato del commissario sospeso Iovino c’è la Federlab: “Lo stop alle prestazioni dei settori specializzati dei laboratori di analisi – avverte una nota del sindacato laboratoristi – era un atto dovuto e bene ha fatto il commissario Iovino a tirare il freno. Il tetto di spesa era stato superato del 200 per cento rispetto alla soglia fissata nel 2013 andando ben oltre la tolleranza stabilita dalla Regione con il decreto commissariale 101, stabilita in massimo il 5 per cento rispetto al budget fissato e al numero delle prestazioni rese nel 2013. Le prestazioni dei laboratori con settori specializzati inoltre, non possono essere automaticamente accreditati per affidamento diretto come invece deciso dal precedente manager aziendale e di sarebbe dovuta seguire una procedura di gara che, a quanto ci risulta, non è mai stata espletata. La sospensione delle prestazioni di Genetica da parte del Commissario Iovino è stato dunque, un atto necessario per ripristinare la legalità. Inoltre un'allocazione errata delle risorse (spese per prestazioni ad alto colto) si è tradotta nella conseguenza che la Asl na2 non ha potuto erogare esami salvavita quali emocromo per i pazienti in chemioterapia o Pt per i cardiopatici e altre.
Del resto le analisi di genetica medica, che lo ricordiamo sono ad alto costo, per il cariotipo e la tipizzazione del Dna da Hpv sono eseguibili facilmente nelle Università e in molti ospedali napoletani ed è in corso di accreditamento un’attività dedicata di laboratorio pubblico della Università Federico II. Date tali premesse come si fa a consentire che un solo settore ultraspecialistico che ha valide alternative nel settore pubblico sfori per milioni di euro dal budget fissato in barba ai limiti di spesa stabiliti da leggi regionali e nazionali”?
Ora resta da vedere come andrà a finire la partita dei rimborsi. Fatta salva l’eventuale indagine della magistratura in quanto in questi casi nasce sempre un contenzioso tra chi chiede la remunerazione di prestazioni rese oltre i tetti di spesa e chi (la Regione e le Asl) nega i rimborsi.
Ettore Mautone