Carenza medici di base. Sindaci in protesta a Cagliari. Nieddu: “Stiamo recuperando i ritardi della passata Giunta”

Carenza medici di base. Sindaci in protesta a Cagliari. Nieddu: “Stiamo recuperando i ritardi della passata Giunta”

Carenza medici di base. Sindaci in protesta a Cagliari. Nieddu: “Stiamo recuperando i ritardi della passata Giunta”
Le sedi vacanti dei medici di base nell'Isola “purtroppo hanno numeri importanti”, spiega Emiliano Deiana, presidente Anci Sardegna. L’assessore alla Salute assicura che “quello dell’assistenza primaria è un tema che stiamo affrontando con la massima attenzione”. E sugli ambiti carenti “siamo riusciti a coprire sedi particolarmente svantaggiate. Quelle non ancora assegnate saranno messe nuovamente a bando e intanto pensiamo ad altre soluzioni”.

I sindaci della Sardegna hanno marciato stamani verso Cagliari per protestare contro le critiche condizioni della sanità in molta aree dell’Isola, a cominciare dalla carenza di medici di base che sta generando allarme sociale. “Le sedi vacanti dei medici di base nell'isola purtroppo hanno numeri importanti”, ha spiegato alla 'Dire' Emiliano Deiana, presidente di Anci Sardegna. "Sono molti i Comuni e I cittadini che non hanno un riferimento sanitario sul territorio. Il covid ci ha insegnato che senza una sanità territorial ridisegnata, non si va da nessuna parte. Quindi, oltre alla protesta per la situazione contingente, c'è la proposta di ricostruire insieme un senso unitario della sanità territoriale, a partire dalle case della salute e dai medici di base”.

L’assessore alla Salute, Mario Nieddu, cerca di rassicurare e punta il dito contro il passato esecutivo regionale: “Quello dell’assistenza primaria in Sardegna è un tema che stiamo affrontando con la massima attenzione. I problemi hanno radici lontane. A inizio mandato abbiamo ereditato pesanti ritardi sulla pubblicazione delle graduatorie dei medici e una situazione incancrenita in cui non erano ancora state assegnate le sedi carenti dal 2014 al 2017”, dichiara Nieddu in una nota.

“Per troppo tempo – prosegue l’assessore – la prassi è stata questa: l’assistenza nei paesi rimasti senza medici, in seguito a pensionamenti o trasferimenti dei titolari di sede, è andata avanti con continue assegnazioni di incarichi provvisori, che non sempre sono stati in grado di garantire continuità perché economicamente poco appetibili, specie nei comuni più piccoli”.

“Una gestione di questo tipo – prosegue l’esponente della Giunta – ha portato a un cortocircuito. Il prolungato congelamento dei bandi ha avuto effetti disastrosi nel tempo. Una sede divenuta carente in un determinato anno, per esempio, deve essere bandita in riferimento alla relativa graduatoria per quell’annualità e solo dopo, in caso di mancata assegnazione, può essere proposta ai medici presenti nelle graduatorie degli anni successivi. Bandire una sede carente quattro anni più tardi significa dover affrontare il rischio che i medici presenti nelle vecchie graduatorie non siano più disponibili, perché magari già al lavoro con altri incarichi. Davanti a questa prolungata inerzia il sistema è finito per andare inevitabilmente in affanno”.

“Abbiamo preso in mano la situazione – precisa il titolare della Sanità – e recuperato buona parte del pesantissimo ritardo. Abbiamo rimesso in pari le graduatorie dei medici e, nonostante le difficoltà dovute alla gestione della pandemia, a febbraio abbiamo pubblicato il bando per l’assegnazione delle sedi carenti del 2018. Non abbiamo risolto tutti i problemi, ma siamo riusciti a coprire sedi particolarmente svantaggiate che da tempo attendevano un medico, come nel caso di Ussassai. Le sedi carenti non ancora assegnate saranno messe nuovamente a bando con quelle del 2019, di cui già conosciamo l’elenco, e del 2020. Stiamo lavorando affinché questo avvenga nei tempi più rapidi”.

Attualmente in Sardegna, riferisce la nota dell’assessorato, sono poco più di un migliaio i medici di medicina generale convenzionati con il sistema sanitario regionale per l’assistenza primaria e 172 le sedi vacanti tra quelle non assegnate dal bando 2018 e quelle indicate come carenti nel 2019. “Per sopperire alla carenza di medici e garantire l’assistenza primaria anche nelle sedi meno appetibili – spiega Nieddu in conclusione – ho avanzato in Conferenza delle Regioni due proposte che hanno trovato il favore dell’assemblea e attualmente sono in fase di valutazione: la prima consiste nell’apertura di un punto di Guardia medica h12 in tutte le sedi in cui non si riesca ad assegnare il medico di base, mentre la seconda riguarda la possibilità, ora che l’emergenza Covid ha allentato la presa, di impiegare le Unità speciali di continuità assistenziali, le Usca, anche per l’assistenza primaria, dove necessario. In questo caso servirà una modifica della legge istitutiva”.

30 Giugno 2021

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