"Il tema della carenza di personale sanitario è noto, così come note sono le sue cause, riconducibili principalmente ad un’errata pianificazione del numero di studenti di Medicina negli anni passati. Sempre i numeri, tuttavia, invitano alla prudenza prima di lanciare allarmi generalizzati: nel caso dell’Ulss 7 Pedemontana, in particolare, ripercorrendo l’evoluzione degli organici si scopre che al 31 dicembre 2018 i medici assunti erano 538, certo in calo rispetto ai 566 del 2017, ma in numero maggiore rispetto a quelli del 2011, quando erano appena 523, e anche negli altri anni il dato si è mantenuto all’interno di questi valori". È quanto si legge in una nota della Ulss 7 Pedemontana in seguito alla conferenza stampa tenutasi ieri presso l'ospedale Santorso.
"Sempre al 31 dicembre 2018 – aggiunge la nota -, anche il numero di infermieri ed ostetriche risulta stabile: 1.635, uno in più rispetto all’anno precedente (1.634). In leggero aumento, invece, la dotazione di operatori socio-sanitari: 562 contro i 553 del 2017 e i 533 del 2015".
"I numeri non mentono mai – sottolinea il dott. Bortolo Simoni, commissario dell’Ulss 7 Pedemontana – e confermano come, almeno per la nostra azienda, parlare di una situazione di generale emergenza sia del tutto fuori luogo. Certamente registriamo delle difficoltà ad assumere nuovi medici, e questo per scelte sbagliate compiute in passato, alle quali ci vorranno anni per rimediare, perché un medico specialista non si può formare in sei mesi".
"Noi per primi – spiega Simoni -, d’accordo con la Regione, avevamo richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema, a inizio anno, in un’ottica di piena trasparenza nei confronti della popolazione e dei suoi rappresentanti. E in questi mesi siamo passati dalle parole ai fatti, con una serie di provvedimenti volti a potenziare gli organici, soprattutto in quei reparti che risultano effettivamente in sofferenza: lo abbiamo fatto e lo stiamo facendo innanzi tutto con nuove assunzioni, ma anche con nuove modalità organizzative dove non troviamo candidati".
"Il riferimento è da una parte ai 7 primari nominati dall’inizio dell’anno – prosegue la nota -, che si aggiungono ai 9 nominati nel corso del 2018, dall’altra alle circa 80 nuove assunzioni formalizzate nei primi quattro mesi di quest’anno, tra medici, infermieri, tecnici e operatori socio-sanitari. Per quanto riguarda in particolare gli infermieri, proprio l’Ulss 7 Pedemontana ha da poco concluso, anche per le Ulss 1 Dolomiti e Ulss 8 Berica, il maxi concorso con il quale sono state create tre graduatorie – una per ciascuna azienda socio-sanitaria – per complessivi 1.593 infermieri risultati idonei. Di questi, oltre 40 sono stati immediatamente assunti dall’Ulss 7 Pedemontana".
"Per quanto riguarda invece le carenze di organico al Pronto Soccorso di Santorso – aggiunge l'Azienda -, sono in fase di attuazione alcune novità organizzative, quali l’ingaggio di ulteriori medici 'a gettone' e l’affidamento del trasporto notturno dei pazienti ad una cooperativa specializzata in servizi sanitari, naturalmente con personale sanitario abilitato a intervenire in caso di emergenza, così che i medici di turno non debbano recarsi all’esterno dell’ospedale".
"Queste azioni – sottolinea ancora Simoni – rappresentano una risposta concreta alle difficoltà di reperire nuovi medici mediante le procedure concorsuali ordinarie. Voglio comunque sottolineare che la piena operatività e sicurezza di Santorso non sono mai venute meno: nel 2018 gli accessi al Pronto Soccorso sono stati 66.872, che vuol dire 66.872 persone che sono state ascoltate, visitate e assistite. Un numero che tra l’altro risulta in costante crescita rispetto agli anni precedenti: gli accessi erano stati 62.034 nel 2017, 58.854 nel 2016. Va dato il merito quindi, a tutto il personale del Pronto Soccorso di Santorso, di avere risposto con grande professionalità a questo incremento dell’attività, a fronte della parallela difficoltà a reperire nuovi medici".
"Significativi anche altri dati relativi all’ospedale di Santorso – insiste la nota -, con 18.561 ricoveri, 9.150 interventi chirurgici realizzati nel corso del 2018, 393.393 prestazioni specialistiche, oltre ai 1,3 milioni di esami di laboratorio".
"Numeri – prosegue Simoni – che ancora una volta descrivono un ospedale pienamente operativo, al quale la popolazione continua a fare riferimento. Non vorrei infatti che si facesse confusione, prendendo a pretesto la discussione sulle schede ospedaliere: la presenza o meno del primariato non ha nulla a che fare con la presa in carico dei pazienti o con la presenza, all’interno dell’ospedale, di determinati specialisti. La Direzione delle Unità Operative Complesse è una questione interna di coordinamento organizzativo, ma i pazienti vengono presi in carico tutti, sempre e comunque".