Una richiesta urgente di convocazione della Commissione consiliare Salute ora mirata ad affrontare il problema significativo sulle criticità oncologiche in Sardegna ed istituire un Osservatorio Speciale ad hoc, è sollecitata dal consigliere Lorenzo Cozzolino (Orizzonte comune), componente del parlamentino e medico pediatra.
“L’Istituzione di un osservatorio speciale sulle criticità oncologiche – spiega Cozzolino a Quotidiano Sanità – è oggi indispensabile. E’ sempre più crescente l’esigenza di affrontare, in modo sistemico e scientifico, l’aumento che ci segnalano relativamente all’incidenza delle patologie oncologiche nelle diverse aree dell’isola. Non possiamo più ignorare i segnali che arrivano dai territori e dagli studi scientifici, se è vero infatti che la Sardegna è conosciuta come l’isola della longevità, attualmente dobbiamo fare i conti con un aumento preoccupante di casi di tumore, specie in zone esposte a forti pressioni ambientali”.
“Negli ultimi anni, infatti – prosegue il consigliere -, nonostante il nostro territorio sia celebrato per i suoi centenari e per la qualità della vita, studi condotti dall’ ARPAS, dall’ex ATS, dalle università sarde e dall’Istituto superiore di Sanità hanno rilevato un incremento anomalo di patologie oncologiche, in particolare in territori interessati da siti industriali dismessi, ex poligoni militari, discariche, miniere abbandonate e coltivazioni intensive. Tali dati pongono interrogativi urgenti sui potenziali legami tra ambiente, filiera alimentare e salute pubblica. Ecco che non si può far dunque a meno di pensare ad un approfondimento di tale situazione attraverso un osservatorio finalizzato per fare monitoraggio, studi e analisi e prevenzione”.
“Penso, dunque, ad un osservatorio ‘speciale’ che potrà essere incardinato presso la direzione generale della Sanità della Regione per operare come struttura tecnico-scientifica di supporto alle politiche pubbliche in ambito sanitario, ambientale e alimentare. Un organismo i cui compiti principali dovranno essere mirati a mappare le aree a maggiore incidenza oncologica, ad analizzare le contaminazioni ambientali e alimentari potenzialmente cancerogene, a verificare la sicurezza e tracciabilità dei prodotti agroalimentari sardi. Ancora, dovrà collaborare con ARPAS, le ASL, le Università, l’Istituto zooprofilattico, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale ed il Centro tumori; tutto ciò, oltre a promuovere campagne di prevenzione, informazione e sensibilizzazione rivolte alla popolazione”.
“Vuol essere quello che propongo un obiettivo ambizioso, ma deve altresì essere concreto: è fondamentale creare un modello di prevenzione oncologica integrata e trasparente, capace di rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e di valorizzare la qualità dei veri prodotti biologici e sardi, nel rispetto del diritto a un ambiente sano e a un’alimentazione sicura”.
Un osservatorio che potrà rappresentare un utile organismo accanto anche al Tavolo tecnico regionale permanente delle Associazioni Oncologiche, voluto dall’assessore alla Sanità Armando Bartolazzi, e denominato ‘Assieme per la Rete Oncologica Regionale’; quest’ultimo ha già cominciato a riunirsi dal mese di febbraio. Ecco che allora non bisogna far passare troppo tempo, è necessario istituire l’osservatorio quanto prima con la partecipazione di esperti in oncologia, epidemiologia, tecnici ambientali, rappresentanti della vigilanza ambientale (CFVA) delle istituzioni sanitarie e del mondo accademico, oltre a membri delle associazioni dei consumatori e per la salute”.
“Sollecito, pertanto, i colleghi della commissione Salute di competenza della materia per riunirci e affrontare immediatamente questo tema che interessa tutti i sardi: la mia è una proposta che rappresenta un atto di responsabilità verso i cittadini e verso il futuro della nostra terra. È tempo di passare dai sospetti alle certezze scientifiche e alle soluzioni concrete. La Regione Autonoma della Sardegna ha l’occasione di farsi promotrice di un’iniziativa di alto valore scientifico, sociale e sanitario, che potrebbe costituire un modello virtuoso a livello nazionale” – conclude Cozzolino.
Elisabetta Caredda