Cresce l‘allarme in Sardegna per la Lumpy Skin Disease. Nuovi casi preoccupano gli allevatori e la Regione. Infatti oltre al focolaio rilevato ad Orani, a distanza di pochi giorni ne è stato confermato uno ulteriore nel Comune di Orotelli, sempre in provincia di Nuoro, ed ancora altri due, a Osidda e Bitti, sono in attesa dei risultati dell’Istituto zooprofilatico.
Convocate d‘urgenza le commissioni V (Attività produttive) e VI (Salute) per fare il punto, con i rispettivi assessori, sull‘emergenza. La dermatite nodulare bovina è una malattia infettiva ad alto rischio di trasmissione, che colpisce i bovini e i bufali ed è caratterizzata dalla comparsa di noduli sulla pelle, febbre e riduzione della produzione di latte, e può portare anche alla morte degli animali.
Nel corso della seduta, come si apprende dal resoconto, è stato confermato “il blocco totale della movimentazione dei bovini nel raggio di venti chilometri nelle zone dove è accertata la presenza del virus, con una zona di sorveglianza estesa per cinquanta chilometri, e con i controlli in tutte le aziende da parte dei servizi veterinari delle Asl”. Così come è stato per il caso di Orani a cui ha fatto seguito anche la riunione tenutasi con l’Unità centrale di crisi del Ministero della Salute.
“L’impegno che è stato preso è su più fronti – si evidenzia dal sommario -: gestire l’emergenza, limitare i danni e conoscere la cause dell’infezione, ipotizzando fin da subito soluzioni per la sua eradicazione. La malattia sarebbe arrivata dal Nord Africa, dove alcuni allevamenti risultano infetti, attraverso un insetto vettore (tafani, mosche, zanzare, zecche) che avrebbe quindi “trasportato” il virus da un animale infetto del Maghreb ad uno sano in Sardegna (i tempi di incubazione della malattia sono tra i 4 e i 7 giorni). Individuare quale sia l’insetto vettore non è un dettaglio. In attesa delle risultanze delle indagini entomologiche, attualmente in corso, l’assessore alla Sanità auspica che possa trattarsi della zecca, per ragioni legate ad una minore volatilità rispetto alla zanzara o alla mosca, e quindi all’efficacia delle operazioni di disinfezione”.
Per quanto attiene la profilassi si ipotizza il ricorso al vaccino. L’assessore alla Salute Armando Bartolazzi, riferisce il resoconto, ha affermato che “esiste ed è prodotto in Europa e si tratta di un vaccino a virus vivo attenuato; ma le decisioni, trattandosi di una malattia di tipo A, ossia malattie non presenti nell’Ue e per cui è richiesta l’eradicazione immediata, saranno concordate con il ministero e in linea con i dettati di Bruxelles. In merito l’assessore ha dichiarato che “i commissari dell’Unione Europea sono già in Sardegna nelle aree dove sono stati accertati i casi di dermatite bovina”.
Alle richieste di maggiori delucidazioni avanzate dai consiglieri Cera e Rubiu (FdI), Cau (Oc), Canu (Sf) nonché dagli interventi dei presidenti delle due commissioni (Antonio Solinas e Carla Fundoni, Pd), i due rappresentanti dell’esecutivo regionale hanno garantito, riferisce il resoconto, “il massimo impegno per fare fronte a quella che potrebbe rivelarsi un nuovo flagello per gli allevamenti dell’Isola”. Ed è proprio sui danni economici patiti dagli allevatori che si è incentrato l’intervento dell’assessore dell’Agricoltura, Gianfranco Satta, che, spiega il resoconto di seduta, “ha stimato in circa 5 milioni di euro l’ammontare dei sostegni da destinare agli allevatori soggetti al blocco della movimentazione”.
“Movimentazione – ha aggiunto precisando l’assessore Bartolazzi – che al momento è consentita all’interno di aree dove non è stata registrata la presenza di casi di bovini infetti, ma soltanto previa certificazione clinica”.
“Servono azioni coordinate, tempestive, mirate ed efficaci”, è la parola d’ordine degli assessori e dei commissari dei parlamentini di Sanità e Agricoltura, la prossima settimana è già in programma una riunione con tutte le organizzazione agricole, gli enti e le agenzie interessate.
Elisabetta Caredda