Diabete. I pazienti presentano le loro istanze in Commissione: “Si agisca subito con determinazione”

Diabete. I pazienti presentano le loro istanze in Commissione: “Si agisca subito con determinazione”

Diabete. I pazienti presentano le loro istanze in Commissione: “Si agisca subito con determinazione”
L’attivazione del Coordinamento aziendale per l’organizzazione dell’assistenza diabetologica, l’istituzione del registro dei pazienti affetti da diabete residenti in Sardegna, l’accesso ai farmaci innovativi e ai nuovi microinfusori e sensori, la realizzazione di una Rete diabetologica regionale. Sono le principali richieste avanzate dalla Federazione Rete Sarda Diabete in audizione presso la Commissione per la Salute. Grussu (Aniad): “La Sardegna ci sembra non stia affrontando con la giusta determinazione ed efficacia le esigenze di salute degli oltre 110.000 diabetici sardi”. DOCUMENTO

L’attivazione del Coordinamento aziendale per l’organizzazione dell’assistenza diabetologica previsto dalla deliberazione del direttore generale ATS N°188_del 18/03/2019, l’istituzione del registro dei pazienti affetti da diabete residenti in Sardegna, l’accesso ai farmaci innovativi per il diabete, l’accesso ai nuovi microinfusori e sensori, la realizzazione di una Rete diabetologica regionale, sono tra le principali richieste avanzate dalla neo-costituita Federazione Rete Sarda Diabete in audizione qualche giorno fa presso la VI  Commissione consiliare per Salute e politiche sociali.

“La mancanza di un registro di pazienti attualmente non ci consente un monitoraggio costante dei dati sui diabetici, nonchè rende impraticabile lo svolgimento di un’attività seria ed efficace relativamente alla programmazione della spesa per l’ analisi e la cura della malattia – afferma Marcello Grussu, delegato dell’Associazione nazionale italiana atleti diabetici (Aniad) Sardegna nella Federazione Rete Sarda Diabete, anch’egli alle prese con la patologia. “Un disagio rilevante – spiega l’atleta – se si considera che dalla stima di prevalenza dell’analisi dei flussi informativi correnti riferibili sostanzialmente dai consumi farmaceutici e rilevati sino al 31 dicembre 2016, come da dossier presentato qualche anno fa dal dott. Antonello Antonelli, funzionario del Servizio del sistema informativo della direzione generale della sanità, è valutato che in Sardegna sono presenti oltre 110.410 persone affette da diabete. L’isola infatti risulta essere l’ambito geografico italiano con il maggior tasso d’incidenza di diabete autoimmune, chiamato anche diabete mellito di tipo 1 (DMT1), che risulta colpire sempre più bambini ed adolescenti. La Sardegna per questa patologia che ci troviamo a combattere quotidianamente, nella classifica mondiale, si è visto è seconda solo alla Finlandia”.

“Per tali motivi – prosegue il Presidente nazionale Aniad – la Sardegna ci sembra non stia affrontando con la giusta determinazione ed efficacia le esigenze di salute degli oltre 110.000 diabetici sardi: mentre da un lato cresce il numero degli ammalati, (se ne contavano circa 90.000 nel 2013 sempre secondo stime dell’Assessorato Regionale alla Salute), dall’altro diminuiscono le professioni mediche e sanitarie per l’espletamento delle cure. Già da tempo come Aniad lamentiamo la drastica riduzione dei servizi, evidenziando come la cartina tornasole di questa situazione sia data dal fatto che oramai sono diversi gli ambulatori di diabetologia sul territorio che operano per poche ore alla settimana o che restano chiusi per mancanza di operatori sanitari. Inoltre, nella gran parte delle strutture di diabetologia, da nord a sud della Sardegna, la visita di controllo che generalmente veniva assicurata come da linee guida con cadenza trimestrale, ora viene effettuata con periodicità ogni 7/8 mesi”.

Precisa Grussu: “Ma non solo, sostanzialmente non esistono nemmeno team multidisciplinari perché in nessun Centro volto a seguire noi pazienti di diabete esiste la figura dello psicologo, né quello del Podologo, essendo il piede un organo particolarmente colpito dalle complicanze del diabete. I Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (PDTA), che farebbero la differenza a livello organizzativo nel contesto sanitario, non sono applicati in nessuna struttura diabetologica. L’accesso alle nuove tecnologie come ai microinfusori per insulina e sensori per il controllo glicemico, nonostante sia fortemente auspicato e raccomandato dagli standard di cura per migliorare la gestione della malattia e la riduzione delle pericolose ipoglicemie e delle complicanze, risulta fortemente ridotto sia in termini quantitativi che qualitativi rispetto al resto delle altre regioni italiane. Ancora peggio, è quanto abbiamo di recente vissuto sul fronte di alcune nuove insuline, che sono state introdotte all’interno del Prontuario Terapeutico Regionale solo dopo che TAR e Consiglio di Stato hanno costretto la RAS con apposita sentenza, ad allinearsi al resto d’Italia”.

“Tutte queste criticità e tante altre ancora – conclude l’atleta – sono state portate all’attenzione della VI Commissione Salute e Politiche Sociali in una apposita audizione effettuata lo scorso 21 gennaio a cura del Dott. Riccardo Trentin, Presidente della Federazione Rete Sarda Diabete alla quale Aniad Sardegna ha aderito insieme ad altre sei Associazioni. Il documento (in allegato) presentato dalla Federazione offre uno spaccato esaustivo delle problematiche e traccia anche delle proposte di percorsi risolutivi. Come Associazioni dei Pazienti ribadiamo la necessità che il problema del diabete e della diabetologia in Sardegna entri a far parte dell’agenda politica Sarda con la necessaria sollecitudine, e ovviamente auspichiamo un coinvolgimento che più volte abbiamo richiesto senza purtroppo ottenere una risposta concreta”.

Elisabetta Caredda

Elisabetta Caredda

05 Febbraio 2020

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