Dopo Valle D’Aosta (dove ha vinto il partito autonomista Union Valdotaine, seguito da FdI) e la conferma nelle Marche e Calabria dei presidenti uscenti, entrambi candidati di centrodestra, Francesco Acquaroli e Roberto Occhiuto, tocca alla Toscana andare alle urne. Due le ipotesi: la conferma, come nelle Marche e in Calabria, del presidente uscente Eugenio Giani (che però è il candidato di centrosinistra) o un’altra vittoria del centrodestra, che porterà alla Toscana un nuovo presidente: Alessandro Tomasi, già sindaco di Pistoia. A correre per la carica di governatrice della Toscana c’è anche Antonella Bundu, consigliera comunale di Firenze tra il 2019 e il 2024. A sostenerla c’è la lista di sinistra radicale Toscana Rossa, che riunisce Rifondazione comunista, Potere al popolo e Possibile. Seggi aperti il 12 e 13 ottobre.
La sanità, come sempre, resta centrale in campagna elettorale. Tra le cose fatte nella scorsa legislatura, Giani ha portato in Toscana (prima regione in Italia) la legge sul suicidio assistito (con il voto contrario del centrodestra che contro la legge hanno anche ricorso al Collegio di garanzia statuaria del Consiglio regionale). Giani ha portato avanti anche una forte battaglia per chiedere che la Regione ricevesse quanto previsto dalla norma sui payback sui dispositivi medici, ma la sua è anche la Giunta che ha deciso l’aumento dell’Irpef imputando questa necessità proprio al mancato riconoscimento del payback e spiegando di avere preferito questo intervento “a tagli forti con eliminazione di ospedali o distretti. Ed è proprio l’abbattimento dell’aumento dell’Irpef una delle promesse del programma di Tomasi: “Crediamo che una riorganizzazione della sanità consenta l’abbattimento di questa misura esosa che grava mensilmente sulle spalle dei cittadini toscani”. A caratterizzare il programma di Antonella Bundu anche la lotto per il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza con la RU486 anche a domicilio e il diritto al suicidio medicalmente assistito.
IL PROGRAMMA DI GIANI
“Innovazione e vicinanza ai cittadini e ai territori sono i cardini di un modello in costante evoluzione per rispondere alle esigenze delle comunità”, spiega il presidente uscente Giani nel capitolo del suo programma dedicato alla Sanità.
Tra le altre cose, Giani cita la realizzazione del nuovo ospedale di Livorno e del polo ospedaliero universitario nuovo Santa Chiara in Cisanello, oltre al potenziamento del Careggi. E poi case e ospedali di comunità, ma “il cuore pulsante del nostro sistema sanitario è il personale”, dice Giani sottolineando come dal 2020 la Regione Toscana abbia assunto 20.128 professionisti a tempo indeterminato ma, precisa, è “fondamentale continuare a investire nel personale”.
La riduzione delle liste d’attesa, la rivoluzione digitale, la prevenzione e gli stili di vita sono stati e restano sfide sempre aperte su cui Giani promette un impegno costante. Così come a progetti come l’estetica oncologica, di vita indipendente, o il programma regionale Mammasegreta permette di partorire in anonimato in ospedale. Una Toscana, insomma, sempre più vicina e accogliente, per i malati, per i disabili, per i più fragili ma anche per gli stranieri.
IL PROGRAMMA DI TOMASI
Ampio spazio alla sanità nel programma del candidato di centrodestra, che oltre all’abolizione dell’aumento dell’Irpef rivendica una sanità pubblica che “deve tornare ad essere centrale e accessibile, sia nei territori urbani che in quelli rurali, collinari e montani. Il nostro obiettivo è garantire il diritto alla cura e assistenza ovunque, senza cittadini di serie A e serie B. Questo richiede una strategia fondata sulla prossimità, sull’equilibrio tra innovazione e umanizzazione, e su un governo efficiente delle risorse”.
Per Tomasi “l’enorme buco di bilancio accumulato dalla attuale gestione della Regione può essere solamente superato ripensando la sanità e proponendo una riforma che la renda più efficiente e sostenibile”. Stop, quindi, tra le altre cose, alla desertificazione sanitaria, puntando anche alla collaborazione pubblico-privato accreditato: “Quando il pubblico non riesce a garantire prestazioni in tempi congrui, attiveremo una rete sussidiaria con il privato accreditato ma con tre principi guida: trasparenza dell’offerta, uniformità tariffaria e garanzia dell’accesso universale, senza discriminazioni economiche. Il ruolo del privato sarà definito all’interno di un piano regionale unico integrato, con controlli sull’equità dell’accesso e sui risultati”.
E poi rivalutazione dell’attuale assetto organizzativo basato sulle maxi-ASL che “ha causato un progressivo allontanamento dei centri decisionali dai luoghi di erogazione dei servizi spesso con conseguenze anche gravi”.
Insomma, un ampio progetto che prevede la lotta alle liste d’attesa, la promozione degli stili di vita corretti e dello sport come benessere sociale, il sostegno ai fragili e l’innovazione, la sicurezza e qualità nei servizi sanitari che passano, ovviamente, per la valorizzazione del personale sanitario.
IL PROGRAMMA DI BUNDU
Per Bundu, la sanità toscana “è oggi inefficiente, diseguale e impoverita”, con “tagli lineari, esternalizzazioni e liste di attesa infinite” che “stanno trasformando il servizio pubblico in un sistema a due velocità: chi può paga e accede rapidamente, chi non può rimane senza cure o deve percorrere grandi distanze”.
“La carenza di personale, la precarizzazione e la fuga di operatori sanitari peggiorano ulteriormente qualità e accesso alle cure”, si legge nel programma: “Di fronte a questa crisi strutturale, è fondamentale arrestare lo smantellamento e la privatizzazione del servizio sanitario pubblico per rilanciare il diritto universale alla salute affinché sia accessibile a tutte e tutti”.
Tra gli impegni di Bundu: “Semplificare e garantire l’aborto farmacologico a domicilio e/o presso gli ambulatori di assistenza primaria”; garantire “l’effettiva applicazione della legge toscana sul fine vita e promuovere una campagna capillare di informazione alla cittadinanza su tutti gli aspetti, compreso il testamento biologico”; e tutelare il “valore etico del farmaco: garantire il valore etico del farmaco, interrompendo qualsiasi rapporto commerciale e sospendendo l’acquisto di i medicinali da aziende farmaceutiche coinvolte, direttamente o indirettamente, in violazioni dei diritti umani (es. Israele)”, tra gli impegni di Bundu.