Famiglia e natalità. La proposta di legge della Giunta a sostegno non convince tutti

Famiglia e natalità. La proposta di legge della Giunta a sostegno non convince tutti

Famiglia e natalità. La proposta di legge della Giunta a sostegno non convince tutti
Il testo della Giunta raccoglie il plauso di alcune associazioni ma registra la netta contrarietà di altre, che hanno parlato di impostazione ideologica del testo ed espresso dubbi su molti elemento della Pdl, a cominciare dall’esclusione dal concetto di famiglia di tante situazioni esistenti, come la omogenitorialità o la genitorialità adottiva, e auspicato il ritiro della proposta. Critiche anche dai consiglieri di Minoranza. LA PdL

Piace, ma non a tutti, la proposta di legge regionale della Giunta regionale del Lazio in discussione in commissione Salute (n. 207 del 15 maggio 2025) concernente “Interventi a favore della famiglia, della natalità e della crescita demografica”. Se da una parte c’è chi ne apprezza contenuti e finalità, nel corso delle audizioni condotte negli scorsi giorni sono state numerose le perplessità evidenziate da alcune associazioni. A riferirlo è l’ufficio stampa del Consiglio regionali, in una nota di fine seduta della commissione che ha audito, tra gli altri, Gianluca Voglino, (Associazione “Famiglie Arcobaleno”); Paola Corneli (Associazione di genitori, parenti e amici di persone LGBT – Agedo); Paola De Nigris, presidente Associazione “Scosse”; Daria Damiani (Associazione “Lucha y Siesta”); Federica Scrollini (Associazione “Be Free”); Elisa Ercoli, presidente Associazione “Differenza Donna”; Gabriella Marando (Coordinamento consultori donne e libere soggettività del Lazio); Barbara Piccininni (Associazione “Cattive Ragazze”); Antonella Viggiani, intervenuta per “Eppur si muove APS” e “Per le future generazioni ODV”; Giulia Ciafrei (Associazione “Sui Generis”); Maura Cossutta (Casa Internazionale delle Donne) e Silvana Agatone (L.A.I.G.A. – Libera associazione italiana ginecologi per l’applicazione della Legge 194).

La proposta di legge n. 207/2025 prevede un quadro di interventi a sostegno della famiglia e della natalità: benefici economici, servizi di prossimità, strumenti per la conciliazione vita-lavoro, sostegno alla genitorialità, progetti dedicati alla maternità fragile e alle famiglie numerose, fino all’istituzione della Carta Famiglia del Lazio e al potenziamento dei centri per la famiglia. Con i suoi 27 articoli, la legge si propone di contrastare il calo demografico e di rafforzare e supportare la famiglia come soggetto centrale della società civile.

“Tutte le associazioni intervenute – in quella che presumibilmente sarà l’ultima audizione prima dell’esame dell’articolato – hanno espresso un giudizio di netta contrarietà alla proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale, usando anche espressioni molto forti: ‘irricevibilità’, ‘arretratezza’, ‘inutilità’, ‘pericolosità’, e auspicandone il ritiro”, riferisce l’ufficio stampa del Consiglio regionale.

Alcune obiezioni sono state comuni a tutti gli interventi: l’impostazione ideologica del testo; il lessico sbagliato, laddove si continua a parlare di “famiglia” e non di “famiglie”; in tema di maternità, la centralità data al nascituro e non al diritto di scelta delle donne; il conflitto con le norme nazionali, a partire dall’affermazione della tutela giuridica del nascituro. Le associazioni hanno poi espresso altre criticità in base al loro orientamento e alle loro attività: l’assenza di qualsiasi riferimento alla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica; l’accezione sbagliata della mediazione familiare perché tende a includere nella “conflittualità” anche quelli che invece sono veri e propri casi di violenza; l’esclusione dal concetto di famiglia di tante situazioni esistenti (monogenitorialità, omogenitorialità, genitorialità adottiva, tra gli esempi più citati); l’ambiguità del ruolo delle associazioni familiari e della loro selezione per far parte di organismi partecipativi a supporto delle istituzioni; l’introduzione del consenso informato preventivo nelle scuole.

Posizioni nettamente contrarie a quella di Carla Di Lello, vicepresidente dell’Ugci (Unione giuristi cattolici italiani), la quale, fa sapere l’ufficio stampa del Consiglio regionale, “ha espresso invece apprezzamento per la proposta di legge, obiettando sia sulla presunta incostituzionalità del testo e sia sulla presunta esclusione di tante situazioni dalla definizione di famiglia contenuta nella legge”. Ma anche rispetto a quelle espresse nel corso delle precedenti audizioni da altre associazioni ed esperti, che anzi hanno auspicato la rapida approvazione testo.

Francesca Romana Poleggi (“Generazione famiglia”), riferisce sempre l’ufficio stampa del Consiglio regionale, ha espresso particolare apprezzamento per gli articoli 5 (Benefici per la natalità), 8 (Progetto “Famiglia giovane”) e 13 (supporto alla maternità fragile). Piergiorgio Berardi, presidente Associazione genitori (Age Lazio), ha parlato di “svolta culturale” alla base della proposta legislativa, con la famiglia non più intesa come peso, come costo, ma come elemento positivo alla base della società, e ha manifestato particolare interesse per gli articoli 14 (Promozione della Cultura sportiva), 17 (istituzione del Tavolo permanente sulle politiche familiari, la natalità e la demografia) e 20 (istituzione della Conferenza regionale sulla famiglia”.

Anche Elisabetta Gavasci Scala, del Movimento Italiano genitori (Moige), ha espresso grande apprezzamento per la proposta di legge, mettendo in evidenza soprattutto gli interventi su “Fattore Famiglia” e ISEE ed elogiando il ruolo importante che la legge intende dare alle associazioni familiari. Concetto ribadito anche da Luisa Capitanio Santolini (Network associativo “Ditelo sui tetti”) insieme a quello di sussidiarietà orizzontale, che viene valorizzata nel testo. Sulla stessa linea anche l’intervento di Paolo Maria Floris (Associazione “Family day”), il quale, a tal proposito, ha lodato i contenuti degli articoli 15 (Associazionismo familiare), 16 (Centri per la famiglia) e 19 (Protocolli d’intesa e patti di comunità). Molto apprezzati anche gli interventi previsti per contrastare la denatalità.

Il tema della revisione dell’ISEE è stato al centro anche dell’intervento di Alfredo Caltabiano, presidente dell’Associazione nazionale “Famiglie Numerose”, mentre Amelia Cucci Tafuro (Associazione “Il Melograno”) ha auspicato modifiche per inserire anche i genitori vedovi all’interno degli interventi previsti a supporto delle famiglie. Altre proposte integrative del testo sono state avanzate da Daniela Narciso, vicepresidente del Forum delle Associazioni Familiari del Lazio. Interventi di apprezzamento generale per la proposta di legge sono stati effettuati anche da Francesca Piergentili, docente di Diritto Costituzionale all’Università Europea di Roma, Lorenzo Jesurum, del Centro Studi Giuridici Livatino e da Matteo Rizzolli, professore di Politica economica presso l’Università Lumsa.

Nel corso della seduta pomeridiana sono intervenuti anche i consiglieri di minoranza Rodolfo Lena (Pd), Marta Bonafoni (Pd), Marietta Tidei (Italia viva) Salvatore La Penna (Pd) e Alessandra Zeppieri (Polo Progressista). Tutti hanno parlato di “Legge Manifesto”, che si sovrappone a iniziative e interventi già previsti in altre leggi regionali. “Basterebbe stanziare maggiori risorse e rifinanziare le leggi esistenti – ha detto il vicepresidente della settima commissione, Rodolfo Lena – che prevedono sostegni alla maternità, alle donne lavoratrici, alle giovani coppie, al fattore famiglia e a tante altre situazioni”. Per Alessandra Zeppieri “il sostegno alle famiglie e alla natalità si fa a 360 gradi, con il supporto ai redditi bassi e con la lotta alla povertà, non servono voucher o piccoli interventi assistenzialistici”.

La mattina avevano precedentemente preso la parola anche Valerio Novelli (M5s), Marta Bonafoni (Pd) e Marietta Tidei (Italia viva), per mettere in evidenza alcune criticità della proposta di legge n. 207. Dopo aver ringraziato l’Assessore regionale alla Cultura, Pari Opportunità, Politiche giovanili e della Famiglia, Servizio civile, Simona Renata Baldassarre, per aver presentato un nuovo testo di legge rispetto a quello in vigore dal 2001, ritenuto obsoleto, Valerio Novelli ha elencato tre punti che a suo avviso potrebbero essere incongruenti con la normativa nazionale: il mancato coordinamento con la legge nazionale 194/1978, con particolare riferimento al ruolo dei Consultori; l’istituzione dei Centri famiglia; l’assenza di linee guida sulle attività di comunicazione promozionale dei Centri, che “mettono a rischio la laicità e il pluralismo dell’informazione”, ha detto Valerio Novelli.

Marta Bonafoni ha parlato di “tema cruciale” a proposito del sostegno alla famiglia ma ha chiesto che la questione venga trattata in modo più organico, più “partecipativo”. A tal proposito, la consigliera del Pd ha posto una serie di domande agli interlocutori intervenuti oggi, a partire da quali vantaggi siano stati riscontrati dalle associazioni dopo l’approvazione l’anno scorso della legge regionale sul fattore famiglia. Bonafoni ha poi posto la questione della tutela giuridica del nascituro prevista nella proposta di legge: “Come si fa ad aggirare la legge 194/1978, di rango superiore perché è statale?”. Infine, Bonafoni ha chiesto delucidazioni sul concetto e sulla tipologia di famiglia alla base della proposta n. 207 e sui confini dell’associazionismo familiare proposto nel testo.

Marietta Tidei ha dichiarato di essere favorevole in linea di principio agli interventi a sostegno delle famiglie e contro la denatalità, “ma – ha spiegato – in questa proposta di legge ci sono alcuni limiti: un’impostazione troppo ideologica; un conflitto con le leggi nazionali sulla tutela giuridica del nascituro; l’assenza totale dei Consultori come previsti dalla legge 194/1978”.

17 Ottobre 2025

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