Lazio. San Filippo Neri e San Camillo. La denuncia della Uil: “Degrado assoluto. Fili scoperti, rifiuti abbandonati ovunque e materiali incustoditi”

Lazio. San Filippo Neri e San Camillo. La denuncia della Uil: “Degrado assoluto. Fili scoperti, rifiuti abbandonati ovunque e materiali incustoditi”

Lazio. San Filippo Neri e San Camillo. La denuncia della Uil: “Degrado assoluto. Fili scoperti, rifiuti abbandonati ovunque e materiali incustoditi”
E' quanto emerge dal 'viaggio' effettuato dal sindacato nelle due strutture capitoline. Il segretario regionale, Alberto Civica, non usa mezzi termini. "Non è ammissibile trovare gli ospedali nello stato ritratto dalle nostre fotografie e stazionare ore e ore nei corridoi in attesa di un esame o di un ricovero”.

Il San Camillo e Il San Filippo Neri, due delle principali strutture sanitarie della capitale, versano in condizioni a dir poco drammatiche: fili scoperti, rifiuti abbandonati alla mercè di chiunque, cartoni vari ammassati alla rinfusa, sedie rotte sorrette da appoggi di fortuna. La situazione di degrado è stata denunciata da un report della Uil di Roma e del Lazio, nell’ambito del suo Osservatorio sulla sanità.

All’interno del San Camillo la Uil ha immortalato centraline elettriche scoperte, intasamento del pronto soccorso, fili penzolanti, carrelli del vitto incustoditi. “Nonostante il consistente intervento di ristrutturazione degli anni passati, il San Camillo necessita nuovamente di lavori urgenti – commenta il segretario regionale della Uil Lazio, Paolo Dominici – Nello specifico, bisognerà ricantierare al più presto il padiglione di ostetricia e ginecologia e, inoltre, è necessario mettere a norma il Puddu. Per farlo, secondo le stime dell’area tecnica servono ben 80 milioni di euro. Che si vanno ad aggiungere ai 50 già spesi per la ristrutturazione dell’ospedale”.

Un quadro certamente non migliore è quello dipinto per il San Filippo Neri dove è stata di recente smantellata la camera operatoria della cardio-chirurgia e “di conseguenza – prosegue Dominici – si lavora con rischi costanti, perché in caso di urgenze nel reparto di emodinamica, i pazienti devono essere tempestivamente trasportati in altri ospedali. Con tutte le conseguenze del caso”.

Non è l’unico problema denunciato all’ospedale del quartiere Trionfale dove, denuncia il report del sindacato, si attendono i lavori di ristrutturazione da anni ma l’unica traccia rimasta è una gru che staziona lì da anni. Aggirandosi tra i reparti ci si imbatte in rifiuti ammassati, muffe a vista, estintori abbandonati, servizi igienici in stato di precario abbandono. Anche se funzionanti.

“E’ questa la sanità tanto celebrata del Lazio? – domanda il segretario generale della Uil regionale, Alberto Civica – Nonostante le azioni di risanamento messe in atto dal presidente Zingaretti, continuiamo ad essere la regione con il debito e il deficit sanitari più elevati. Pagati soprattutto dai cittadini attraverso una tassazione irpef e irap elevatissima e attraverso un aumento esponenziale dei ticket che – con una spesa 13 volte superiore a quella del 2006 – risultano essere i più alti d’Italia. Risultato? Famiglie sempre più in difficoltà che rinunciano spesso alle stesse cure e soprattutto alla prevenzione. Così non va assolutamente. Che tipo di società è quella in cui la salute non è un bene di tutti? Quella in cui per evitare attese lunghissime si è costretti a rivolgersi al privato? Ed è così che trattiamo le nostre eccellenze? Non è ammissibile trovare gli ospedali nello stato ritratto dalle nostre fotografie e stazionare ore e ore nei corridoi in attesa di un esame o di un ricovero”.
 

30 Aprile 2015

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