Malattie sessualmente trasmissibili. Pelizzari (Pordenone): “Manca consapevolezza sulla prevenzione e sulla presa in carico” 

Malattie sessualmente trasmissibili. Pelizzari (Pordenone): “Manca consapevolezza sulla prevenzione e sulla presa in carico” 

Malattie sessualmente trasmissibili. Pelizzari (Pordenone): “Manca consapevolezza sulla prevenzione e sulla presa in carico” 
La responsabile dell’ambulatorio dedicato presso la Cittadella della Salute di Pordenone evidenzia come, tra le malattie sessualmente trasmissibili, ce ne sono alcune particolarmente invalidanti come l’epatite e HIV. Per Pezzalli è cruciale avere contezza del numero reale delle persone infette e portare avanti una campagna di informazione e sensibilizzazione: “Garantire l'anonimato è essenziale ma anche conoscere i malati, per poterli aiutare”.

La Cittadella della Salute socio sanitaria è una nuova struttura dell’Azienda sanitaria Friuli Occidentale ed ospita diversi servizi per una risposta integrata e multidisciplinare ai bisogni della comunità locale. Uno fra questi è la prevenzione, attraverso degli screening, delle malattie sessualmente trasmesse. Tema di cui, secondo la dottoressa Barbara Pellizzari, responsabile dell’ambulatorio, si parla ancora poco. Fra le malattie più ricorrenti, diagnosticate in questo ambularono ci sono l’epatite, la sifilide, il Papillomavirus ed HIV.

“In questo ambulatorio vengono a sottoporsi a screening pazienti prevalentemente dall’età di vent’anni fino ad arrivare a settant’anni. La media dell’età delle persone sottoposte a valutazione medica va dai trenta ai trentacinque anni. Una delle condizioni imprescindibili – ricorda la responsabile Pelizzari – è quella che si accede in ambulatorio in forma anonima. Nessuno verrà a sapere quali pazienti si sono sottoposti ad accertamenti o quali malattie sono state sessualmente trasmesse”.

Il punto cruciale, per la dottoressa Pelizzari, resta l’anonimato per il paziente che, come anticipato, è una condizione imprescindibile ma al netto del quale le strutture ospedaliere dovrebbero in grado di mantenere una banca dati aggiornata, anche a prescindere dalla sede a cui un paziente si rivolge. “Solitamente, un po’ per vergogna o proprio perché non se ne sta parlando abbastanza – continua la responsabile dell’ambulatorio della Cittadella della salute – un paziente tende ad andare a sottoporsi questo tipo di indagini fuori regione. Il punto cruciale è che viene a mancare alla nostra banca dati e successivamente la reale contezza delle persone infette”.

“Un conto è l’anonimato – continua la dottoressa – che è un dato di fatto sacrosanto, e un conto sono i sistemi “anagrafici” che non interoperano fra di loro. E quindi noi veniamo a conoscenza solo di una piccola parte di persone ammalate proprio perché se un paziente pordenonese o del Friuli Venezia Giulia va a farsi curare a Treviso ci sfugge il caso di positività. Manca perciò una banca dati nazionale”.

Se invece ci fosse un monitoraggio continuo ed aggiornato delle persone infette di epatite, sifilide, Papillomavirus ed HIV, a prescindere dall’ospedale che un paziente si sottopone, per la dottoressa Pelizzari aiuterebbe molto la prevenzione. “In una tendenza generale – sottolinea Pellizzari – in cui un paziente tiene nascosta la malattia fin che può, anche al proprio mmg, lo stesso paziente se ci fosse comunicato dall’insorgere della malattia potremmo aiutarlo sui diritti e doveri per sé e per gli altri. Questa maggiore presa in carico ci aiuterebbe ad una minore trasmissione del virus oltre ad una più completo censimento di pazienti infetti”.

Endrius Salvalaggio

Endrius Salvalaggio 

12 Giugno 2023

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