Il presidente della Regione, Francesco Rocca, in veste di assessore alla Sanità, ha fatto negli scorsi giorni, in commissione Salute del Consiglio Regionale, il punto sulla situazione della sanità laziale e il futuro nuovo Policlinico Umberto I.
Sul nuovo Umberto I, “la sede è stabilita – le parole del presidente della Regione rilanciate da una nota dell’ufficio stampa del Consiglio regionale -, sarà realizzato su viale dell’Università: il progetto presentato dall’università ci ha pienamente convinto. Serve un passaggio di proprietà per poter accedere ai finanziamenti Inail, con l’Agenzia del demanio stiamo valutando uno scambio tra Umberto I e Forlanini. Una volta conclusa questa fase, prevediamo di bandire la gara per la progettazione nel 2026, per arrivare alla gara vera e propria entro la fine dell’anno”.
Un progetto che, ha spiegato il presidente, non solo permetterà di avere un ospedale moderno e funzionale ma di avviare un’opera di rigenerazione urbana con il recupero di molti edifici e la possibilità di creare nuove residenze universitarie. Situazione in fase di sblocco anche per quanto riguarda il nuovo ospedale tiburtino: “Siamo in attesa della Valutazione di impatto ambientale per trasmettere tutto all’Inail e far partire la gara”.
Quanto al quadro complessivo sulla sanità nel Lazio, Rocca ha detto: “Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti in questi due anni: per quanto riguarda le opere del Pnrr abbiamo avviato 116 cantieri su 124 per le case di comunità e 32 su 35 per gli ospedali di comunità. Siamo nei tempi previsti dal programma”.
Passi in avanti anche sull’accordo integrativo con i medici di medicina generale: “Entro 15 giorni presenteremo la nostra proposta ai sindacati”.
Al di là del Pnrr, Rocca ha dato una serie di dati sull’assistenza domiciliare integrata (136mila assistiti), sulla telemedicina (22.900 pazienti) sulla digitalizzazione (9 milioni di documenti già inseriti nei fascicoli sanitari elettronici): “Siamo ancora in ritardo per quanto riguarda la risposta dei cittadini, l’adesione è ancora bassa”, ha spiegato.
Sulle liste di attesa, è praticamente terminato l’inserimento delle agende delle strutture private all’interno del Recup, il tempo medio di attesa per una prestazione in due anni è passato da 42 a 9 giorni. Migliora anche la situazione dei pronto soccorso dove, ad agosto, si è scesi sotto i mille minuti medi di attesa dall’ingresso all’assegnazione del posto letto.
Restano, ha spiegato il presidente, criticità per quanto riguarda i medici dei pronto soccorso e gli infermieri, dove servono norme nazionali per rendere le professioni più attraenti.
Molte le domande arrivate dai consiglieri. Sono intervenuti Marietta Tidei (Iv), Valerio Novelli (M5s), e Rodoldo Lena (Pd), che hanno chiesto chiarimenti sulla carenza del personale ospedaliero, soprattutto nelle province, dei medici di medicina generale, sul futuro del Forlanini se verrà ceduto al Demanio, sulla situazione della salute mentale, sulla mobilità verso altre Regioni.
“Sulla questione della carenza di medici nelle aree interne – ha replicato Francesco Rocca – stiamo cercando soluzioni con un’interlocuzione con il Governo nazionale, ma prederemo iniziative anche a livello regionale. Per quanto riguarda il Forlanini, un passaggio all’Agenzia del demanio potrebbe facilitare il progetto per farlo diventare il nuovo polo del Bambino Gesù, continuano i contatti con il Vaticano per dar corpo a questa idea. Per quanto riguarda la mobilità verso altre Regioni il saldo complessivo è positivo, per di più va considerato che gli interventi fatti al Bambino Gesù vengono considerati in mobilità”.