Ragusa: al Vittoria intervento di protesi d’anca a paziente che aveva rifiutato trasfusioni

Ragusa: al Vittoria intervento di protesi d’anca a paziente che aveva rifiutato trasfusioni

Ragusa: al Vittoria intervento di protesi d’anca a paziente che aveva rifiutato trasfusioni
La paziente, testimone di Geova, aveva rifiutato, per motivi religiosi, di dare il proprio consenso a eventuali trasfusioni di sangue e di emocomponenti che si fossero resi necessari durante e dopo l’intervento. Grazie agli accorgimenti dell’equipe diretta dal dott. Elio Padua, la procedura è stata possibile.

"La scorsa settimana una paziente di Licata è stata sottoposta, presso l’Unità operativa complessa di Ortopedia dell’Ospedale R. Guzzardi di Vittoria dall’equipe diretta dal dott. Elio Padua, ad intervento di protesi d’anca. La paziente, testimone di Geova, aveva rifiutato, per motivi religiosi, di dare il proprio consenso a eventuali trasfusioni di sangue e di emocomponenti che si fossero resi necessari durante e dopo l’intervento chirurgico. Grazie alla collaborazione fra le U.O. di Anestesia e Rianimazione, diretta dal dott. Sebastiano Tiralongo, Ortopedia e SIMT l'intervento è stato possibile". A darne notizia, un comunicato dell'Asp di Ragusa.
 
"Un’attenta e puntuale valutazione pre-operatoria delle condizioni ematologiche della paziente un mese prima dell’intervento – spiega la nota -, eseguita dal dott. Francesco Bennardello, del SIMT, Servizi di immunoematologia e medicina trasfusionale di Ragusa, sede di Vittoria, ha permesso di evidenziare e di curare una precedente condizione di lieve anemia della paziente. La paziente è stata trattata, nelle settimane precedenti l’intervento, con farmaci ematinici e con agenti stimolanti l’eritropoiesi che hanno consentito di raggiungere valori di emoglobina assolutamente sicuri per poter affrontare l’intervento chirurgico senza il bisogno di sangue".
 
"Durante l’intervento operatorio – prosegue la nota -, per contenere le perdite ematiche, sono stati utilizzati farmaci anti emorragici. La paziente, dopo la dimissione, ha iniziato la consueta terapia di riabilitazione".
 
"Riteniamo – conclude l'Azienda – che le procedure messe in atto consentiranno, anche per il futuro, a far sì che pazienti che per motivi religiosi o personali, decidano di non ricorrere alle emotrasfusioni, possano trovare all’ospedale Guzzardi un’adeguata assistenza".

03 Aprile 2019

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