Il presidente nazione della Simfer (Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa), Giovanni Iolascon, e il segretario regionale, Francesca Cecchi, scrivono al presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, per denunciare la “totale mancanza di governance della riabilitazione in Toscana” e chiede un incontro immediato per porre in campo misure correttive.
La riabilitazione, ricorda la Simfer, “rappresenta il terzo pilastro del Sistema Sanitario insieme alla prevenzione e alla cura per garantire la salute dei cittadini” ma, per cominciare, sottolineano come nel Piano socio sanitario integrato di Regione Toscana 2024 2026 si assista alla “assenza di un’analisi puntuale dei bisogni riabilitativi e delle strategie di risposta necessarie in Toscana. Questo conferma la mancanza di interlocuzione e di confronto tra la Regione e i fisiatri, specialisti che ricevono una formazione specifica sulla governance dei processi riabilitativi (in Toscana le Scuole di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa sono attive in due Atenei, Firenze e Pisa), e che costituiscono una figura imprescindibile nel team dei professionisti della riabilitazione (PINDRIA 2011; Libro Bianco Medicina Fisica e Riabilitativa in Europa, 2020)”.
Ma problemi nascono anche dal nuovo catalogo delle prestazioni di specialistica ambulatoriale “per il quale le scelte regionali (in realtà le NON scelte) stanno mettendo in difficoltà i fisiatri, ma soprattutto penalizzando gli utenti, come appunto lamentano anche le loro Associazioni”, denuncia la Simfer. Che spiega: “Le attività di riabilitazione erano regolate da una vecchissima delibera (595/05) che prevedeva la prescrizione di riabilitazione da parte dei MMG (cosiddetti Percorsi 2) erogate direttamente dai fisioterapisti, ma con alcune regole”. Questi percorsi 2, prosegue la Società Scientifica, “vengono ricondotti alla specialistica ambulatoriale, ma non sono state dettate regole. Nonostante si tratti di prestazioni specialistiche, solo in Toscana ed in nessuna altra Regione, è stata data la possibilità di prescrivere queste prestazioni ai MMG con erogazione diretta da parte dei fisioterapisti, ma senza alcuna regola scritta in delibera. Il tutto è basato solo sulla visibilità o meno delle prestazioni nell’applicativo del MMG creando una deregulation totale e generando una scarsa appropriatezza e sicurezza per gli utenti e gli operatori. Infatti queste prestazioni vengono erogate in violazione a diverse Linee Guida (1998) e Linee di Indirizzo (2011) peraltro recepite dalla Toscana con delibera 300/12. Proprio in virtù della Legge Gelli/Bianco, operare in violazione a Linee Guida rappresenta un fatto molto grave ed espone a problematiche medico legali i MMG come prescrittori, i terapisti che le erogano ed i Direttori delle Strutture dove questa attività viene svolta”, sottolineano il presidente nazionale e il segretario regionale della Simfer.
“Oltretutto alla prestazione di specialistica ambulatoriale deve seguire la produzione di un referto, che per legge è un atto medico, cosa che non avviene quando la prescrizione del MMG viene erogata direttamente dal fisioterapista”, fanno notare Iolascon e Cecchi.
Insomma, “la totale mancanza di regole” che fa anche sì che “un utente possa fare parte del percorso riabilitativo con prescrizione specialistica e parte con prescrizione del MMG. Ciò vuol dire che la stessa prestazione per la stessa patologia ha remunerazione diversa”. Inoltre “l’utente paga ticket diversi ed ha diritti diversi a seconda se la prescrizione è del MMG o dello specialista (ad esempio può o non può ricevere i trasporti sanitari) alla faccia dell’equità di accesso”.
Ma le criticità sono anche altre, per risolvere le quali per la Simfer è “urgente pianificare un confronto costruttivo con i Fisiatri e con la SIMFER come avviane nelle altre Regioni, che porti a un rilancio della Riabilitazione in Toscana, per garantire agli utenti questo aspetto fondamentale dell’inalienabile diritto alla tutela della salute sancito dalla Costituzione”.