Sanità digitale. Conosciuta da un liceale veneto su due. L’indagine

Sanità digitale. Conosciuta da un liceale veneto su due. L’indagine

Sanità digitale. Conosciuta da un liceale veneto su due. L’indagine
A dirlo sono i dati raccolti da Arsenàl.IT nel corso di “@Two!Salute!”, lezioni dedicate ai nuovi servizi offerti in sanità, che hanno permesso nell’anno scolastico 2015-2016 di incontrare 1.400 studenti delle scuole superiori. Positiva la proiezione futura, dato che l’89% di chi ancora non conosceva i servizi ha dichiarato che intende utilizzarli. INDAGINE

In Veneto i giovani usano e fanno usare i servizi di sanità digitale. A dirlo sono i dati raccolti da Arsenàl.IT nel corso di “@Two!Salute!”, lezioni dedicate ai nuovi servizi offerti in sanità, che hanno permesso nell’anno scolastico 2015-2016 di incontrare 1.400 studenti delle scuole superiori. Durante gli incontri sono stati raccolti 1.200 questionari dai quali emerge come le nuove generazioni stiamo imparando a conoscere i servizi di sanità digitale e soprattutto svolgano il ruolo di “facilitatori digitali” all’interno delle loro famiglie, fungendo da tramite fra il mondo della tecnologia e i servizi online per chi ancora ne è ai margini, come ad esempio le persone più anziane.
 
Arsenàl.IT, nell’ambito delle azioni di realizzazione del Fascicolo Sanitario Elettronico, in collaborazione con Regione del Veneto, aziende sociosanitarie e ospedaliere del territorio, è entrato nelle scuole per il terzo anno consecutivo per parlare di sanità ai ragazzi, misurare il loro grado di conoscenza e, soprattutto, sensibilizzarli all’uso dei servizi digitali dedicati alla salute. Quest’anno sono stati visitati 17 istituti scolastici afferenti a 12 diverse aziende sociosanitarie (ULSS 2 Feltre, ULSS 4 Alto Vicentino, ULSS 5 Ovest Vicentino, ULSS 6 Vicenza, ULSS 7 Pieve di Soligo, ULSS 9 Treviso, ULSS 15 Alta Padovana, ULSS 16 Padova, ULSS 17 Monselice, ULSS 18 Rovigo, ULSS 19 Adria e Azienda Ospedaliera di Padova), per un totale di circa 1.400 studenti incontrati.
 
I risultati. In tre anni i ragazzi incontrati sono circa 4.000. I giovani, con un’età media compresa tra i 16 e i 18 anni, risultano maggiormente consapevoli degli strumenti di sanità digitale offerti dalla nostra regione, rispetto alle edizioni precedenti. Diminuiscono quanti non hanno mai visitato il sito della propria ULSS (da 69% a 66%) e il 47% dei giovani che conoscono i servizi di sanità digitale offerti (quali telemedicina, scarico referti prenotazione, pagamento, ricetta digitale, cartella clinica elettronica), l’86% ne ha sperimentato l’uso in famiglia, personalmente (62%, in crescita dell’11% rispetto al 2014/2015) o tramite uno dei genitori. Generalmente è la madre ad occuparsi della “salute digitale” della famiglia (67%), piuttosto che il padre (45%). Positiva la proiezione futura, dato che l’89% di chi ancora non conosceva i servizi ha dichiarato che intende utilizzarli.
Il futuro mobile della sanità. Tra i ragazzi, l'uso quotidiano dello smartphone ha superato di molto quello del pc (97% contro 40%), e i loro principali canali di comunicazione hanno un’impronta tipicamente social:Youtube (84%), Facebook (79%, in calo del 4%) ed Instagram (71%). Quasi la totalità usa Whatsapp (98%). Attraverso questi canali e attraverso app specifiche l’83% degli studenti è interessato ad informarsi sui temi riguardanti il proprio benessere, in particolare in relazione alle malattie, alle cure, all’alimentazione, all’attività fisica e il fitness. Per quanto riguarda i problemi di salute, invece, il 66% dei ragazzi si rivolge innanzitutto alla famiglia, il 19% si rivolge al medico, e solo il 7% ricerca informazioni sul web.
“L’iniziativa – si legge in una nota – ha dato dunque esiti positivi e le indicazioni raccolte dimostrano l’efficacia dell’intervento formativo sia in termini di incremento delle conoscenze, di empowerment, che di intenzione di utilizzo dei servizi digitali presentati. Dimostrano inoltre che ciò che chiedono i ragazzi al digitale siano servizi di semplice utilizzo, vicini, immediati, la cui conoscenza possa essere trasmessa anche ai propri familiari”. 

21 Luglio 2016

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