Toscana. Via libera al Piano sanitario e sociale 2024-2026  

Toscana. Via libera al Piano sanitario e sociale 2024-2026  

Toscana. Via libera al Piano sanitario e sociale 2024-2026  
In Consiglio voto a favore di Pd, Italia Viva e gruppo Misto – Alleanza verdi e sinistra; contrari Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e gruppo Misto – Merito e Lealtà. Giani: “Il piano si regge su pilastri che mirano a ripensare i modelli organizzativi del sistema sanitario, sociosanitario e sociale per realizzare una crescita che tenga conto della lotta alle disuguaglianze, la garanzia di un futuro sostenibile dal punto di vista sociale, economico e ambientale”.

Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato ieri a maggioranza il Piano sanitario e sociale 2024-2026: hanno votato a favore i gruppi del Pd, Italia Viva e gruppo Misto – Alleanza verdi e sinistra; contrari Fratelli d’Italia, Lega, gruppo Misto – Merito e Lealtà e Forza Italia. Il piano si fonda dunque su tre pilastri: ripensare i modelli organizzativi, anticipare le risposte ai nuovi bisogni di salute, coinvolgere professionisti, comunità, istituzioni e singoli cittadini nell’uso consapevole dei servizi e delle prestazioni del servizio sanitario regionale. Tra le sfide su cui lavorare, quella di migliorare l’accesso alle cure, la salute mentale, lo sviluppo della rete delle cure palliative e croniche, la difficoltà nel reclutamento di alcune figure professionali, la sostenibilità economica del sistema.

Precedentemente all’espressione di voto finale sul provvedimento, l’Aula di palazzo del Pegaso ha preso in esame una serie di ordini del giorno collegati al Piano. Tra quelli approvati, 3 illustrati dal Portavoce dell’opposizione, Alessandro Capecchi, che rispettivamente impegnano l’esecutivo regionale a favorire corsi di formazione per la guida delle ambulanze, mediante accordi con gli enti locali; a stanziare maggiori risorse per la realizzazione di nuovi impianti sportivi e la riqualificazione di quelli esistenti; a sostenere e promuovere le comunità terapeutiche garantendo adeguati finanziamenti per sostenere quelle esistenti e promuovere lo sviluppo di nuove strutture. Voto unanime anche all’odg presentato da Elisa Tozzi (FdI), che impegna la Giunta ad attivarsi affinché venga sottoscritto, con l’Ufficio scolastico regionale per la Toscana, un protocollo di intesa per la realizzazione di un progetto regionale di potenziamento delle politiche per il diritto allo studio degli alunni affetti da patologie croniche, anche mediante la figura dell’infermiere di comunità scolastica.

Approvati anche tre ordini del giorno, illustrati da Andrea Ulmi, che impegnano il presidente e l’esecutivo regionale affinché sia garantito come priorità il completamento e l’implementazione degli ospedali di comunità; ad attivarsi affinché sia riconosciuto il ruolo dell’odontoiatra come “sentinella epidemiologica e contro la violenza di genere”; a prevedere l’implementazione dei servizi del fascicolo sanitario elettronico, garantendo l’interoperabilità dello stesso con i sistemi ospedalieri e le strutture sanitarie private.

Approvati due degli odg presentati dal consigliere Giovanni Galli (Lega). Uno impegna la Giunta “a valutare la possibilità della presenza di un medico di medicina generale nelle Rsa” per superare le frammentazioni dovute al fatto che “ogni paziente può mantenere quale riferimento il proprio medico di base”; l’altro a chiedere a Irpet e Ars una valutazione tecnica e finanziaria della riforma sanitaria introdotta nel 2015 e a relazione alla commissione competente circa l’incidenza del settore sanitario privato sulla spesa e i servizi del sistema sanitario regionale

Nel corso delle operazioni di voto sono stati approvati alcuni emendamenti.

Quanto al Piano, si compone di tre parti: una contenutistica, con gli elementi identificativi del nuovo piano, i quadri di riferimento normativo programmatico e conoscitivo, le sfide del modello toscano, gli obiettivi generali; una che elenca gli obiettivi specifici e una sezione valutativa, di partecipazione e confronto con l’esterno. L’approccio adottato è la strategia “One Health” che amplia il concetto di salute e propone un sistema integrato. Il tentativo è quello di mettere la persona al centro, di garantire appropriatezza, efficacia ed efficienza delle cure, dare garanzia di equità e di universalismo.

Numerosi gli obiettivi generali: promuovere la salute in tutte le politiche; implementare l’assistenza territoriale; rafforzare l’integrazione sociale e sociosanitaria e le politiche di inclusione; promuovere e realizzare la circolarità tra i servizi territoriali in rete, le cure di transizione, la rete specialistica ospedaliera e il sistema integrato delle reti cliniche; migliorare l’appropriatezza delle cure e il governo della domanda; operare per la trasformazione digitale nel sistema sanitario, sociosanitario e sociale e per la transizione ecologica.

“Gli obiettivi generali – illustra una nota del Consiglio regionale – vengono declinati poi in politiche concrete attraverso obiettivi specifici. Si va, ad esempio, per la promozione della salute in tutte le politiche, dalla riduzione dei rischi derivanti da malattie degli animali e degli insetti alla promozione di una sana alimentazione, dalla prevenzione e controllo delle malattie infettive al rafforzamento della sicurezza e prevenzione sul lavoro. In materia di assistenza territoriale gli obiettivi sono implementare la rete delle Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità, riorganizzare le Centrali Operative Territoriali e potenziare i Consultori, il progetto di salute nella cura dei pazienti cronici, agire sulle dipendenze comportamentali e i disturbi correlati al gioco d’azzardo e sulla salute mentale nell’infanzia e adolescenza. Il rafforzamento dell’integrazione sociale e sociosanitaria e le politiche per l’inclusione passano, tra le altre cose, dal rafforzamento della presa in carico degli anziani non autosufficienti e dell’assistenza delle persone con demenze e il sostegno ai familiari”.

Obiettivi specifici sono anche previsti per promuovere e realizzare la circolarità tra i servizi territoriali in rete, la rete specialistica ospedaliera e il sistema integrato delle reti cliniche, per garantire l’appropriatezza delle cure con il governo delle liste di attesa, la digitalizzazione di numerosi servizi e l’espansione della telemedicina per un migliore supporto ai pazienti cronici.

Sono previsti investimenti, infine, per la transizione ecologica e l’efficientamento energetico, la promozione della ricerca e della sperimentazione clinica, la bioetica, la partecipazione e l’orientamento ai servizi.

“Si assiste a un’apertura importante al tema One Health e all’attenzione ambientale” ha commentato lil presidente della commissione Sanità Enrico Sostegni (Pd), così come si punta a una maggiore integrazione e rafforzamento delle Società della salute. Fondamentale, per il consigliere, affrontare alcune sfide, tra cui quella imposta dalla demografia. “La riduzione della popolazione, l’invecchiamento, la frammentazione sociale richiedono di elaborare soluzioni nuove se vogliamo avere in futuro un sistema sostenibile”.

L’obiettivo è anche di rafforzare la programmazione condivisa e di trovare un metodo strutturato con le realtà della nostra comunità. “Nel piano c’è un concetto importante – ha proseguito – che è quello delle reti territoriali su cui si devono articolare i servizi, e le Società della salute sono un punto di questa rete, per dare risposte a 360 gradi ai bisogni dei cittadini toscani”. Altra sfida da cogliere necessariamente nei prossimi anni “la presa in carico della cronicità con una buona organizzazione sul territorio, così come l’integrazione fra servizi sociali e sanitari”.

“Il sistema sociosanitario regionale – ha detto Sostegni – è un bene comune pubblico dei nostri cittadini, che dobbiamo traghettare nel futuro operando scelte e affrontando le sfide, in modo da garantirne la sostenibilità”. In questo senso sono nodali temi come la forte innovazione, l’inquadramento del personale in modo consono all’evoluzione professionale, l’alleggerimento della burocrazia che toglie tempo al personale sanitario. Positivi, infine, la conferma della governance su tre Asl, l’introduzione del ruolo dell’Agenzia regionale di Sanità, l’inclusione delle nuove dipendenze, il rafforzamento delle cure palliative.

“Non si deve tornare indietro dal punto raggiunto in Toscana con la legge sul fine vita – ha concluso il presidente della commissione Sanità – per garantire, dopo la sentenza della Corte costituzionale, i diritti soggettivi dei cittadini”.

Grande soddisfazione espressa anche dal presidente della Regione, Eugenio Giani, e dagli assessori Simone Bezzini e Serena Spinelli.

“Il piano – sottolinea in una nota il presidente Eugenio Giani – si regge su pilastri che mirano a ripensare i modelli organizzativi del sistema sanitario, sociosanitario e sociale per realizzare una crescita che tenga conto della lotta alle disuguaglianze, la garanzia di un futuro sostenibile dal punto di vista sociale, economico e ambientale”.

“Con il voto favorevole del Consiglio regionale, il Piano sanitario e sociale integrato della Regione Toscana è realtà – commenta l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini –. Ci accompagnerà nella realizzazione del nuovo modello di assistenza territoriale: un piano sviluppato tenendo conto dell’approccio “One Health”, che riconosce la profonda interconnessione tra salute umana, animale e ambientale, e propone strategie capaci di affrontare in maniera integrata le sfide del futuro: dai cambiamenti climatici alla diffusione di nuove patologie, dalla prevenzione al benessere complessivo delle comunità”.

L’assessore ringrazia tutti coloro che hanno concorso all’obiettivo finale: la direzione regionale sanità welfare e coesione sociale, il gruppo di lavoro composto da Anci Toscana, l’Agenzia regionale sanità, l’Organismo toscano per il governo clinico, il laboratorio Mes del Sant’Anna, il settore programmazione della Direzione Bilancio per il lavoro di elaborazione e stesura e il Consiglio regionale, “che ha arricchito il piano attraverso un confronto serio e costruttivo, in aula e nei territori”.

Al ringraziamento si associa anche l’assessora alle politiche sociali, Serena Spinelli. “È un risultato collettivo che ci consegna – evidenzia ancora Bezzini – una strategia precisa in materia di tutela e promozione del diritto alla salute e una visione chiara per il futuro del nostro sistema di welfare: un sistema in cui la persona è al centro, i percorsi sempre più coordinati e l’innovazione si coniuga con l’equità, senza lasciare indietro nessuno”.

“Quello che proponiamo attraverso questo piano è un modello di sistema socio sanitario, che rappresenta e prova ad interpretare quelli che sono i cambiamenti demografici e sociali che le nostre comunità stanno incrociando – sottolinea l’assessora alle politiche sociali, Serena Spinelli –. All’ottica di un modello solo prestazionale noi rispondiamo con la programmazione di percorsi condivisi. La frammentazione del sistema fiscale e il definanziamento di fatto del fondo sanitario nazionale spingono verso una sanità privata: il nostro modello è una sanità pubblica ad accesso universalistico, dove la responsabilità della cura delle persone, dei loro bisogni di cura e protezione, è una responsabilità collettiva e delle istituzioni e che comporta una presa in carico pubblica, con servizi di prossimità e percorsi personalizzati, in alleanza con il terzo settore da coinvolgere sempre di più attraverso la coprogrammazione. Una programmazione condivisa, un sistema sanitario capace di rispondere ai bisogni di una popolazione che invecchia, della cronicità e della non autosufficienza, così come delle persone con disabilità, che non ci chiedono solo assistenza ma diritti e opportunità di autodeterminazione”.

31 Luglio 2025

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