La popolazione trentina gode di buona salute, grazie anche ai dati positivi dei determinanti socio-economici della salute. Rispetto alla media italiana in Trentino ci sono meno problemi sociali, più lavoro, il reddito è maggiore e distribuito in maniera più equa, la qualità dell’istruzione è buona, così come quella del servizio sanitario. I legami sociali e di comunità sono solidi, il contesto territoriale e ambientale è favorevole. Sono questi alcuni dei dati che emergono dal Profilo di salute della Provincia di Trento 2017 curato dall'Osservatorio per la salute del Dipartimento salute e solidarietà sociale della Provincia autonoma di Trento.
Obiettivo della pubblicazione è quello di mettere a disposizione un insieme di informazioni facilmente consultabili su alcuni degli ambiti più rilevanti dello stato di salute della popolazione residente in Trentino. Quest'anno particolare attenzione è stata dedicata alla suddivisione dei dati per genere.
Se il ritratto ritratto socio-sanitario del Trentino è più che buono, non manca però qualche ombra. Si registra anche in Trentino una crescente disoccupazione (soprattutto giovanile), permane la disuguaglianza di genere nell'occupazione, il lavoro a termine e i contratti atipici stanno aumentando, il 6-10% della popolazione ha molte difficoltà economiche.
Allo stesso tempo, non è marginale la percentuale della popolazione che adotta stili di vita non salutari: una persona su quattro fuma e una su tre consuma alcol in maniera nociva alla salute. Oltre una persona su tre è in sovrappeso, solo una su otto mangia le cinque porzioni di frutta e verdura come raccomandato e una su sei conduce uno stile di vita sedentario, non raramente in maniera inconsapevole. I dati sottolineano anche come i fattori di rischio aumentino nei ceti meno abbienti o meno istruiti, ponendo anche un problema di equità e di giustizia sociale.
“I numeri – ha commentato l'assessore alla salute e politiche sociali Luca Zeni – descrivono una popolazione trentina in buona salute e con un'aspettativa di vita maggiore rispetto alla media italiana. I trentini stanno invecchiando e dobbiamo guardare con lungimiranza a un trend demografico che necessariamente si traduce in maggiori necessità in termini di assistenza socio-sanitaria. Ciò impone una serie di azioni concrete per adeguare e riformare il sistema, in modo da garantire agli anziani una buona qualità di vita e rispondere concretamente ai bisogni delle famiglie. In questa direzione – ha concluso Zeni – va l'azione della Provincia, dalla riforma del welfare anziani agli investimenti sulla medicina del territorio, con la nascita di nuove figure come l'infermiere di comunità e le strutture per le cure intermedie, senza dimenticare le azioni messe in campo per affrontare le nuove cronicità, dal piano demenze alle rete per cure palliative. Tutto ciò con l'obiettivo di mettere al centro dei servizi la persona e la sua rete familiare e sviluppare l'assistenza in modo più mirato e integrato”.