Una proposta per cambiare il nome dell’Ospedale Grassi di Ostia in “Sant’Agostino”

Una proposta per cambiare il nome dell’Ospedale Grassi di Ostia in “Sant’Agostino”

Una proposta per cambiare il nome dell’Ospedale Grassi di Ostia in “Sant’Agostino”
Cambiare il nome del principale Ospedale del Litorale Romano? Una proposta che sembra poter divenire realtà e che verrebbe ora discussa in Regione. Ma, al di là delle nome, qual è la situazione dell’Ospedale G.B. Grassi di Ostia, centrale anche per Pomezia, Fiumicino e sostanzialmente per l’intera area costiera, a 6 mesi dallo stanziamento di 55 mln da parte della Regione?

Si fa un gran parlare a Ostia Lido del possibile cambio di nome per il nosocomio “G. B. Grassi”, costruito negli anni Ottanta e “gemello” per forma, stile e struttura del “Sandro Pertini” dell’ASL Roma 2. La proposta arriva da Rinaldo Raganato e prevede che l’importante struttura ospedaliera del Grassi cambi nome in “Sant’Agostino”, nome al momento di un’altra storica, e più piccola, struttura oggi Casa della Salute ubicata sul Lungomare di Ostia; Raganato si era speso, con grande successo, per la realizzazione di una statua dedicata al Dottore della Chiesa e Vescovo d’Ippona – la cui madre dimorò a Ostia e che viene comunemente considerato il “Patrono della Città” – costruita, prima delle inchieste su Mafia Capitale, sotto una Giunta locale di Centrodestra e installata di fronte al cosiddetto “Governatorato”, la sede del mini-sindaco del X Municipio del Comune di Roma. La proposta sarebbe in questi giorni al vaglio della Regione, governata da Nicola Zingaretti.

“Sul cambio di nome non capisco le motivazioni, preferisco il nome di un Biologo, di uno Scienziato, a quello di un Santo”, dichiara a QS Athos De Luca, già Senatore, quindi Consigliere Comunale a Roma Capitale, e infine uno dei candidati a Presidente del X Municipio nelle elezioni del 2017, oggi in Consiglio Municipale con Italia Viva di Matteo Renzi. “Credo che un Medico sia più congeniale, gli Ospedali, i grandi ospedali centrali, non si dovrebbero intitolare alle personalità”.

Ma, sei mesi fa, Alessio D’Amato, Assessore Regionale alla Sanità e l’Integrazione Sociosanitaria aveva stanziato 55 milioni di euro per l’ampliamento, il potenziamento, la messa a norma e l’adeguamento tecnologico del presidio ospedaliero del Litorale Romano. Oltre il nome, sul Grassi si combatte da sei mesi una ben più profonda battaglia politica.
 
“Il problema del Grassi – spiega ancora a QS De Luca – non è che sia un pessimo ospedale, anche perché il Governo Regionale di Nicola Zingaretti vi ha investito molto. Bisognerebbe investirne ancora di più, è un ospedale strategico, dato che il Grassi è l'Ospedale del Litorale Romano, a partire da Fiumicino e Pomezia, e quindi va valorizzato e non va assolutamente smobilitato. Anche parlando con alcuni Medici mi segnalano però poca attenzione per questo Ospedale, per esempio alcuni interventi dopo una certa ora della sera, il paziente, anche in pericolo di vita, viene spesso e volentieri trasferito a Roma, anche per interventi seri e questa è una cosa grave: deve essere un ospedale h24 e autonomo rispetto a Roma, occorre autonomia a tutti gli effetti”.

Da quello stanziamento di D’Amato, il Partito Democratico locale – in particolare sotto la spinta della neo-Capogruppo la 22enne Margherita Welyam e della Vicesegretaria del Partito Democratico lidense, l’altrettanto giovanissima, anch’essa donna, Lucrezia Piva – si è speso a tutti i livelli, coinvolgendo personalità del Governo Zingaretti e del PD di Roma Capitale, per una maggiore valorizzazione della Sanità del Litorale Romano, in particolare a partire dalla Salute Mentale e dal contrasto, ma anche alla gestione e addirittura alla comprensione, delle Dipendenze di ogni genere e forma.

Ad Ostia, M5S, Italia Viva e PD (i cosiddetti “Progressisti” da Zingaretti), assieme nel Governo Conte, sono tre anime distinte e in forte lotta tra loro. Per quel che riguarda il Capogruppo del Movimento 5 Stelle, al Governo ad Ostia, Antonio Di Giovanni dichiara a QS: “I 55 milioni di D’Amato furono solamente per la struttura, e non per le assunzioni. Un semplice restyling, nulla di più. Sul cambio del nome la questione è la seguente: una struttura che si chiama Sant’Agostino già esiste e intitolare il Grassi a Sant’Agostino, potrebbe anche avvenire per quanto mi riguarda, ma ‘Grassi’ è diventato un nome identificativo per la cittadinanza.
 
Il Grassi è l’unico ospedale di questo Polo territoriale, ci si viene anche da Roma, da Torvajanica, da Fiumicino, solo ad Ostia ed Acilia siamo un territorio di 280mila abitanti e nel periodo estivo diventiamo anche più di 600mila, quindi va assolutamente potenziato, il cambio di nome è pertanto un problema marginale”.

Lorenzo Proia

Lorenzo Proia

23 Dicembre 2019

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