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27 APRILE 2025
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Fine Vita. Dalla Sardegna la presidente Todde auspica una legge regionale e un percorso parlamentare più incisivo

di Elisabetta Caredda

Un testo è già depositato in Consiglio regionale. Todde: “I consiglieri hanno già da tempo cominciato a discutere del tema, vorremo seguire l’iniziativa della Toscana e rafforzare il dibattito in conferenza Stato Regioni”. Comadini (PD): “La proposta di legge sul fine vita è una questione di dignità della persona”. Tedde (FI): “Non si può rischiare di varare discipline legislative regionali contrastanti e multiformi, necessario insistere su un percorso condiviso in parlamento”.

11 APR - “Non stiamo parlando del diritto di morire, ma di ‘libera scelta’”. Perché “non si può mai dire che cosa uno decide se non si trova nel momento. Però la cosa che vi posso dire è che la scelta è un gesto di civiltà e deve essere lasciata nella pelle delle persone che vivono questo momento”. Sono alcuni passaggi dell'intervento sul fine vita che la presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, ha fatto in occasione del recente spettacolo di teatro civile ‘La valigia delle libertà’ (una storia di una ‘disobbedienza civile’ per portare nel cuore delle istituzioni una riflessione profonda e necessaria su un tema che tocca la vita di moltissimi pazienti e loro familiari).

Todde ha voluto condividere la sua opinione ed esperienza, accennando anche all’auspicio di poter approvare presto una seconda legge regionale (un testo è già stato depositato dalla maggioranza in Consiglio) supportando anche quella della Regione Toscana, affinché il dibattito in conferenza Stato Regioni si fortifichi ed il percorso parlamentare possa essere più incisivo.

“Prima di parlare della posizione della Regione Sardegna e di quello che la Regione vorrebbe fare – ha detto la Governatrice Alessandra Todde -, io vorrei parlarvi di quello che ho provato, vedendo il racconto che abbiamo ascoltato questa sera. Per me è stato un rientro nel tempo, in particolare tornare indietro di 20 anni: mio padre si è ammalato di sclerosi laterale amiotrofica nel 2000, ha portato avanti la sua malattia fino al 2004 e poi in quell'anno, il giorno di Natale ha avuto una importante crisi respiratoria. Chi conosce la malattia sa perfettamente che la crisi respiratoria è una sorta di condanna, che poi porta ad una scelta, che cosa vuoi fare? Vuoi morire? Perché senza ausili tu moriresti, non avresti nessun tipo di possibilità. Oppure vuoi continuare a vivere, vuoi affrontare il percorso della tracheostomia, il percorso della rianimazione, il percorso anche doloroso che ti porta a vivere. E mio padre nella malattia aveva scelto, lui ci aveva detto che quando, ovviamente in quel tipo di contesto della malattia fosse capitato che gli fosse venuta una crisi respiratoria che non gli avrebbe più consentito di non essere supportano dall'ausilio di una macchina, lui avrebbe preferito vivere. Lo ha detto, lo ha scelto. Ed è una cosa legittima”.

“E qui noi oggi – prosegue la presidente - non stiamo parlando del diritto di morire, qui stiamo parlando di ‘libera scelta’. Ed io mi sono domandata in quei mesi in cui tutta la famiglia si è trovata carica di un dolore che forse non avrebbe mai voluto vivere, che cosa farei io se fossi al posto di mio padre. Vi posso dire che non si può mai dire che cosa uno decide se non si trova nel momento. Però la cosa che vi posso dire è che la scelta è un gesto di civiltà e deve essere lasciata nella pelle delle persone che vivono questo momento. Quando ho ascoltato il Presidente Eugenio Giani che raccontava del percorso della Regione Toscana rispetto alla legge, e vedevo anche il tipo di reazioni che ci sono state rispetto alla stessa norma, e sentivo fughe in avanti... ma fughe in avanti rispetto a cosa. Quando stiamo semplicemente cercando di metter un fermo, un freno rispetto a un vuoto legislativo che comunque c'è, esiste, che è stato sancito dalla corte costituzionale, ci viene ricordato anche quando ogni persona deve varcare il confine del nostro paese e staccarsi dai suoi affetti, dalle sue cose, e prendere una decisione; come quella che ci accompagna al di là della vita. Ed io credo che il dibattito e il fatto di avere una prima Regione che ci può accompagnare in questo percorso, sia essenziale”.

“Noi appena abbiamo saputo della scelta della regione Toscana, abbiamo richiesto il testo, lo abbiamo dibattuto, abbiamo depositato il testo in Consiglio, e abbiamo intenzione di essere una Regione che farà una fuga in avanti e lo farà molto presto. Ho la fortuna di avere il mio presidente di Consiglio regionale e miei consiglieri regionali che hanno già da tempo cominciato a discutere di questo percorso, ed è un percorso che è inutile dirlo, controverso, perché è chiaro che comporta un tema legato all'etica, legato alla coscienza, un tema legato a una scelta personale. Però è a questo che dobbiamo tornare, a questo che il dibattito ci deve sempre riportare. E’ una scelta personale, è un contesto legato ai nostri diritti, a come vogliamo autodeterminarci. Ecco, se riportiamo il dibattito a questo, il percorso è chiaro e non ci sono dubbi”.

“Sono convinta di una cosa, che nella misura in cui la mia Regione, che peraltro è una regione a statuto autonomo, sarà in grado di riportare attraverso il dibattito, attraverso la Commissione e i voti in Consiglio, il fatto di poter avere una seconda legge regionale che potrà supportare quella della Regione Toscana, che potrà supportare il dibattito in conferenza Stato Regioni, credo che il percorso a questo punto parlamentare potrà essere più forte, la voce che arriva da coloro che noi rappresentiamo, i cittadini, potrà arrivare più forte rispetto a un percorso che, lo ribadisco, non per quanto riguarda me, non per quanto certamente riguarda la mia storia personale, ma ciò che rappresento è un ‘percorso di civiltà’. Quindi veramente, io mi sento di dire che la nostra Regione vuole fortemente sostenere questo percorso, vuole fortemente portarlo alla luce e vuole che chi si trova ad affrontare questo tipo di scelte, chi si trova ad affrontare questo tipo di cammino lo faccia nell'affetto dei suoi cari, nella vicinanza delle sue cose e soprattutto in un contesto che possa essere confortevole, sicuro, e non di ulteriore sofferenza” – termina Todde.

Per il Presidente del Consiglio Piero Comandini (PD), sentito da Quotidiano Sanità: “Poter scegliere sulla propria vita deve poter essere una questione di libertà, la proposta di legge sul fine vita è una questione di dignità della persona, questo tema non appartiene ad una qualche ideologia, ma riguarda semplicemente la libertà di poter scegliere quando mettere finire alla propria vita, trovandosi nelle condizioni di non poterla vivere dignitosamente”.

Ma sulla proposta di leggi regionali singole, c’è chi pone dei quesiti sulla legittimità di questo percorso non semplice da legiferare. A sollevare perplessità il Consigliere nazionale di Forza Italia, Marco Tedde, che spiega al nostro giornale: “La Presidente della Regione affronta un tema sensibile, ha dato un input in Sardegna per una discussione seria su un tema molto sentito. A mio avviso però, siamo convinti che il ‘fine vita’ non possa essere affrontato con leggi regionali, come ha fatto la Toscana, ma occorre un intervento legislativo del Parlamento. Una persona malata, arrivata all'ultimo stadio della sua vita, non può essere trattata in modo diverso a seconda della Regione in cui risiede”.

“Le Regioni debbono organizzare il Servizio sanitario, ma non si può rischiare di varare discipline legislative contrastanti e multiformi. Solo a titolo d'esempio: i Comitati etici come li facciamo? Nazionali o regionali? E le cure palliative le rendiamo obbligatorie? Non può esserci una competenza regionale. E bisogna distinguere fra suicidio assistito e accanimento terapeutico. Bene farebbe la Todde ad incalzare semmai il Parlamento affinché vari una disciplina legislativa nazionale, con la sensibilità e la condivisione di tutti noi” – conclude Tedde.

Elisabetta Caredda

11 aprile 2025
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