Alcuni consiglieri di opposizione chiedono all’assemblea legislativa un ulteriore sforzo per incrementare sino a 30 milioni di euro il supporto economico destinato alle aziende zootecniche della Regione colpite dalla diffusione della dermatite nodulare contagiosa (Lumpy Skin Disease – LSD) in numerosissimi territori dell’isola. Lo fanno attraverso una proposta di legge di cui primo firmatario il consigliere Francesco Mula (FdI), in commissione Governo del territorio e Ambiente.
“A partire dal 2025 – spiega a Quotidiano Sanità il consigliere Francesco Mula (FdI) – numerosi focolai di LSD hanno determinato la necessità di adottare misure straordinarie di contenimento da parte delle autorità sanitarie regionali e statali, tra cui l’abbattimento forzoso dei capi bovini, il blocco della movimentazione degli animali, nonché campagne vaccinali su vasta scala. Queste misure, seppur necessarie per la tutela della sanità pubblica veterinaria, hanno causato pesanti ricadute economiche e gestionali sugli allevatori sardi. Il settore zootecnico, già gravato da problematiche strutturali, risulta oggi fortemente esposto al rischio di contrazione produttiva e di chiusura delle aziende familiari”.
“Ed ecco – prosegue il consigliere – che avendo appreso dagli ultimi aggiornamenti dell’assessore all’Agricoltura di uno stanziamento di 10 milioni di euro e di ulteriori 2,5 milioni che sono immediatamente disponibili per sostenere il comparto, considerata l’estensione dell’emergenza del virus, abbiamo ritenuto introdurre un aggiuntivo intervento economico straordinario attraverso una proposta di legge volta all’attenzione unanime dei colleghi dell’assemblea legislativa, per poter destinare una copertura finanziaria stimata in 30.000.000 euro per ciascuno degli esercizi finanziari 2025 e 2026”.
“Un finanziamento di cui possano beneficiare gli allevatori con sede operativa nel territorio della Regione, persone fisiche o giuridiche, iscritti all’anagrafe zootecnica nazionale, titolari di allevamenti bovini situati in territori riconosciuti come aree infette o aree sottoposte a restrizioni sanitarie per la diffusione della LSD, come individuate dalle autorità sanitarie competenti. Risorse finalizzate a compensare almeno parzialmente le perdite subite, sostenere i costi alimentari per il bestiame impossibilitato alla movimentazione ed a valorizzare la resilienza del sistema produttivo regionale” – termina Mula.
A stretto giro dalla richiesta dell’opposizione, intervengono i deputati sardi Silvio Lai, con i colleghi Antonella Forattini e Stefano Vaccari della Commissione Agricoltura, già firmatari di un’interrogazione parlamentare indirizzata al Ministro Francesco Lollobrigida, perché il Governo attivi, come da norme, il fondo nazionale previsto dalla Politica Agricola Comune per le emergenze.
“Lo abbiamo ribadito più volte – spiegano al nostro giornale i deputati -: il comparto zootecnico sardo è ad altissimo rischio a causa dell’epidemia di dermatite nodulare bovina, e non può essere lasciato solo. La destra, in Sardegna, propone di stanziare oltre 30 milioni di euro a carico della Regione. Ma le norme europee parlano chiaro, è il Governo, e in particolare il Ministro dell’Agricoltura, che può attivare il fondo nazionale previsto dalla PAC per queste emergenze. E deve farlo subito. Il Regolamento (UE) 2021/2115 mette a disposizione oltre 450 milioni di euro per l’Italia, anche per casi come la dermatite nodulare. Ma per sbloccare queste risorse servono atti formali: una delibera della Regione, una ricognizione dei danni, una richiesta ufficiale del MASAF a Bruxelles. Vogliamo sapere se il Ministro si è già attivato, e in che tempi intenda farlo”.
“Oltre ciò – proseguono i parlamentari – esigiamo anche chiarezza su quali siano i tempi previsti per l’attivazione del fondo e l’erogazione degli aiuti, se siano state attivate le procedure previste o se si stia pensando ad altri fondi ordinari e, infine, se siano in corso le necessarie modifiche ai parametri ISMEA troppo bassi che oggi stabiliscono i ristori. Le tariffe attuali non coprono minimamente i costi reali dei capi abbattuti o dichiarati improduttivi. Così si scarica il peso della crisi direttamente sugli allevatori e della Sardegna”.
“Chiediamo al Governo, in questo caso al Ministero dell’agricoltura – concludono Lai, Forattini e Vaccari – di assumersi la propria responsabilità e di agire con la massima urgenza non solo nell’accompagnamento alla dimensione epidemiologica ma anche sul piano economico delle imprese. L’emergenza è nazionale, non regionale. E l’Europa ha già previsto gli strumenti per affrontarla anche in Italia. Non si perda altro tempo”.
Elisabetta Caredda