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Sardegna. Il Migep contro i “mini oss” della Regione: “Regolamentare gli Oss invece di speculare su nuovi profili”


"Addetto alle operazioni di supporto nella gestione domestica e di assistenza nella cura della persona”- Questa la denominazione ufficiale della nuova professione che, per il Migep, “tende a sovrapporsi con i confini dell’oss”, "non migliora l’assistenza” ma "favorisce speculazioni da parte di enti formativi che vogliono guadagnare a spese di cittadini che attraverso i corsi (di 2mila euro) sperano di trovare lavoro”.

14 MAR - “Se è vero che esiste un bisogno reale di ottenere un‘assistenza qualitativamente elevata per il cittadino e che esiste una nuova disciplina, allora sarebbe importante ridefinire l’oss in una professione e considerarla in un profilo sanitario e non più tecnico”. È questo che chiede il Migep in una lettera indirizzata all’assessore alla Salute della Sardegna, Luigi Arru, all’assessore del Lavoro Virginia Mura, ai Direttori Generali e alla VI Commissione  Salute e Politiche Sociali del Consiglio Regionale per contestare la nascita della nuova figura dell’Addetto alle operazioni di supporto nella gestione domestica e di assistenza nella cura della persona, detto anche “mini oss”, istituita nel 2013 e di cui oggi alcuni enti formativi hanno formato un piccolo esercito.

“In riferimento alla relativa individuazione e formazione dei profili di operatori di interesse sanitario non riconducibili alle professioni sanitarie, riteniamo che istituire nuove figure per poi determinarne le competenze a seconda dei bisogni (sollevando così problemi e conflitti) con una formazione di sole 600 ore, determina ovviamente una situazione più che critica”, sostiene Angelo Minghetti, responsabile della federazione Migep delle professioni infermieristiche e tecniche.

Per Minghetti, “se le linee della politica regionale sarebbe quello di determinare una prima opportunità di regolamentazione rimodellando una figura regionale che non dovrebbe più esistere in quanto l’obiettivo dell’accordo Stato Regioni era quello di unificare tutte le figure regionali in un'unica figura l’oss”, allora “tale politica favorisce speculazioni da parte di enti formativi che mirano esclusivamente a facili guadagni a spese di cittadini che attraverso i corsi (di 2mila euro) sperano di trovare lavoro. Tale politica non favorisce sicuramente alcun miglioramento dell’assistenza sanitaria. Quando poi si dovrà spendere altri costi per completare la formazione con un’ ulteriore corso di 350 ore in regime di autofinanziamento per diventare oss”.

Per Minghetti si tratta di “un ritornello che va avanti da anni, cambia il nome ma il ritornello e sempre quello. Inoltre  come può essere considerata figura professionale da inserire nel repertorio della stessa regione quando mantiene lo stesso meccanismo di quelle dell’adest, osa, asa figure non più equivalenti e assorbiti dalla figura oss? Se questa viene considerata figura professionale l’oss cosa sarebbe? Tale attività tende a sovrapporsi con i confini dell’oss”.

“Se poi l’intenzione – prosegue Minghetti nella missiva - è quella di dare un riassetto alle badanti acquisendo una fisionomia e di regolamentazione contrattuale mette ulteriore conflitto in quanto attraverso le cooperative verrà determinato un mercato di schiavizzazione con contratti domestici o delle stesse cooperative a costi inferiori e con ore fino a 14 ore di lavoro, nulla a che vedere con contratti assistenziali sanitari”.

Minghetti si chiede inoltre come si porranno gli Oss in presenza dei “mini oss” “se la figura dell’oss nasce per svolgere la propria attività anche in ambito sociale attraverso i servizi assistenziali domiciliari coordinati dall’assistente sociale del territorio? ma soprattutto come si pone il mini oss nell'équipe multi-disciplinare di intervento quando costoro non possono farne parte e nè tanto meno considerarli figure professionali?”

E “se questa figura è riconosciuta a livello Europeo secondo un livello di EqF3. allora perché l’oss con la sua formazione di mille ore non è equivalente al sistema europeo E viene respinto il suo attestato di oss?”, osserva ancora Minghetti, seconod il quale “qualcosa non funziona in questo sistema politico, .anzi si determina una situazione più che critica”.
 
Sardegna. Il Migep contro i “mini oss” della Regione: “Regolamentare gli Oss piuttosto che speculare su chi cerca lavoro creando nuovi profili”


“Addetto alle operazioni di supporto nella gestione domestica e di assistenza nella cura della persona” è la denominazione ufficiale di questa nuova professione che, per il Migep, “tende a sovrapporsi con i confini dell’oss” senza favorire “alcun miglioramento dell’assistenza sanitaria” ma favorendo, piuttosto, “speculazioni da parte di enti formativi” che vogliono guadagnare “a spese di cittadini che attraverso i corsi di (2mila euro) sperano di trovare lavoro”.



“Se è vero che esiste un bisogno reale di ottenere un‘assistenza qualitativamente elevata per il cittadino e che esiste una nuova disciplina, allora sarebbe importante ridefinire l’oss in una professione e considerarla in un profilo sanitario e non più tecnico”. È questo che chiede il Migep in una lettera indirizzata all’assessore alla Salute della Sardegna, Luigi Arru, all’Assessore del Lavoro Virginia Mura, ai Direttori Generali e alla VI Commissione  Salute e Politiche Sociali del Consiglio Regionale per contestare la nascita della nuova figura dell’Addetto alle operazioni di supporto nella gestione domestica e di assistenza nella cura della persona, detto anche “mini oss”, istituita nel 2013 e di cui oggi alcuni enti formativi hanno formato un piccolo esercito.

“In riferimento alla relativa individuazione e formazione dei profili di operatori di interesse sanitario non riconducibili alle professioni sanitarie, riteniamo che istituire nuove figure per poi determinarne le competenze a seconda dei bisogni (sollevando così problemi e conflitti) con una formazione di sole 600 ore, determina ovviamente una situazione più che critica”, sostiene Angelo Minghetti, responsabile della federazione Migep delle professioni infermieristiche e tecniche.

Per Minghetti, “se le linee della politica regionale sarebbe quello di determinare una prima opportunità di regolamentazione rimodellando una figura regionale che non dovrebbe più esistere in quanto l’obiettivo dell’accordo Stato Regioni era quello di unificare tutte le figure regionali in un'unica figura l’oss”, allora “tale politica favorisce speculazioni da parte di enti formativi che mirano esclusivamente a facili guadagni a spese di cittadini che attraverso i corsi di (2mila euro) sperano di trovare lavoro. Tale politica non favorisce sicuramente alcun miglioramento dell’assistenza sanitaria. Quando poi si dovrà spendere altri costi per completare la formazione con un’ ulteriore corso di 350 ore in regime di autofinanziamento per diventare oss”.

Per Minghetti si tratta di “un ritornello che va avanti da anni, cambia il nome ma il ritornello e sempre quello. Inoltre  come può essere considerata figura professionale da inserire nel repertorio della stessa regione quando mantiene lo stesso meccanismo di quelle dell’adest, osa, asa figure non più equivalenti e assorbiti dalla figura oss? Se questa viene considerata figura professionale l’oss cosa sarebbe? Tale attività tende a sovrapporsi con i confini dell’oss”.

“Se poi l’intenzione – prosegue Minghetti nella missiva - è quella di dare un riassetto alle badanti acquisendo una fisionomia e di regolamentazione contrattuale mette ulteriore conflitto in quanto attraverso le cooperative verrà determinato un mercato di schiavizzazione con contratti domestici o delle stesse cooperative a costi inferiori e con ore fino a 14 ore di lavoro, nulla a che vedere con contratti assistenziali sanitari”.

Minghetti si chiede inoltre come si porranno gli Oss in presenza dei “mini oss” “se la figura dell’oss nasce per svolgere la propria attività anche in ambito sociale attraverso i servizi assistenziali domiciliari coordinati dall’assistente sociale del territorio? ma soprattutto come si pone il mini oss nell'équipe multi-disciplinare di intervento quando costoro non possono farne parte e nè tanto meno considerarli figure professionali?”

E “se questa figura è riconosciuta a livello Europeo secondo un livello di EqF3. allora perché l’oss con la sua formazione di mille ore non è equivalente al sistema europeo E viene respinto il suo attestato di oss?”, osserva ancora Minghetti, seconod il quale “qualcosa non funziona in questo sistema politico, anzi si determina una situazione più che critica”.

14 marzo 2016
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