Criteri più chiari, tempi certi e procedure più snelle per tutti quei cittadini che, per motivi di salute, sono costretti a richiedere l’autorizzazione alla Regione per curarsi fuori dall’Isola. Sono questi i capisaldi del nuovo disegno di legge sulla “Disciplina delle prestazioni di assistenza sanitaria erogate al di fuori del territorio regionale, in Italia e all’estero” (prossimo alla pubblicazione), approvata nell’ultima seduta di Giunta ed annunciata dall’assessore alla Salute, che aggiorna l’attuale quadro normativo riferito alla legge regionale n. 26 del 1991, spesso motivo di incertezze interpretative, attese burocratiche e anche disparità di trattamento.
Una iniziativa volta ad andare per meglio incontro alle esigenze dei pazienti sardi che vede superare una normativa ferma oramai da oltre trent’anni. L’assessore Armando Bartolazzi spiega a Quotidiano Sanità: “Pur nello sforzo incessante del governo regionale per poter garantire tutti i trattamenti medici ai pazienti sardi è chiaro che questo non sempre è possibile per condizioni dovute a complessità di casi specifici o a rarità di situazioni cliniche che non possono essere trattate in contesti dove non c’è una esperienza; in questi casi è chiaro che noi dobbiamo garantire la continuità assistenziale del SSR e quindi dobbiamo porre anche i pazienti in condizione di potersi curare la dove c’è questa competenza”.
“In linea generale – prosegue l’esponente di Giunta – i trattamenti fuori regione saranno sempre previsti e sempre sostenuti dalla Regione in tutti quei casi dove non è possibile effettuare delle cure allo stato dell’arte in Sardegna. E questo vale anche per l’estero. Se ci sono condizioni dove non è fattibile curare i pazienti in Italia, ripeto per rarità di problematiche da affrontare, è chiaro che la Sardegna dovrà sostenere e compartecipare anche i costi per quanto riguarda i ricoveri extra nazionali. Ci saranno inoltre i casi dove, se un cittadino sardo si trova all’estero e si trova a dover affrontare un problema sanitario, è chiaro che anche in questo contesto la Regione dovrà intervenire. Il disegno di legge che abbiamo approvato è un intervento di civiltà amministrativa e di giustizia sociale, che mette al centro la persona ed il suo diritto alla cura e all’assistenza sanitaria”.
“L’intervento normativo tiene infatti conto dell’evoluzione della legislazione nazionale che ha progressivamente limitato il ricorso all’assistenza indiretta, e delle criticità emerse nel corso degli anni nell’applicazione della legge regionale n. 26 del 1991, affrontate fino ad oggi attraverso circolari e atti di indirizzo. Il nuovo testo, elaborato da un apposito Gruppo di lavoro istituito con nota della direzione generale della Sanità del 13 gennaio 2025, nasce quindi dall’esigenza di garantire maggiore tutela dei diritti dei cittadini, rafforzare l’accesso alle cure, assicurare trasparenza, continuità assistenziale e omogeneità di trattamento su tutto il territorio regionale, anche nei casi di mobilità sanitaria nazionale e internazionale; tra gli obiettivi centrali vi sono la semplificazione delle procedure amministrative ed il rafforzamento della digitalizzazione dei processi, poi ancora l’approccio orientato al cittadino e al paziente ed una più efficace regolazione dei trasferimenti sanitari fuori Sardegna”.
“Con questo passaggio, la Regione compie un importante passo verso una sanità più moderna, equa ed efficiente, sensibilizzata a rispondere con maggiore rapidità e certezza ai bisogni di salute dei cittadini sardi” – conclude Bartolazzi.
Elisabetta Caredda