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Gaming, in Italia ne soffre il 24% degli adolescenti

di Endrius Salvalaggio

Lo dice uno studio internazionale al quale hanno contribuito l’Università di Padova e il Cnr di Pisa. Coinvolti in totale 89.000 adolescenti di 30 Paesi europei. Uno su 5 è a rischio gaming, l'abuso di tempo passato al video gioco che compromette rapporti e salute. In Italia la quota dei ragazzi a rischoi è del 24%. “Fenomeno predominantemente maschile, ma non possiamo dire che le femmine ne siano esenti”, spiega Alessio Vieno, dell’Università di Padova. LO STUDIO

08 APR - I dati relativi ai comportamenti di 89.000 adolescenti tra i 15 e i 16 anni da 30 Paesi europei mostrano che 1 ragazzo su 5 è ad alto rischio gaming, cioè all’uso problematico dei videgiochi. I dati sono stati raccolti da un gruppo di centri internazionali, tra i quali il CNR di Pisa e l’università di Padova, poi analizzati in uno studio pubblicato su Addiction. L’indagine tratta in quale modo fattori individuali, sociali e contestuali siano associati a un maggiore rischio per gli adolescenti europei di gaming , in grado di mettere a rischio la salute e favorire l’allontanamento dalla scuola e dagli affetti.

“Da questo studio è emerso che in media in Europa un ragazzo su cinque è ad alto rischio di uso problematico – spiega il professore Unipd, Alessio Vieno – con l’uso dei videogiochi in adolescenza. Fenomeno predominantemente maschile, ma non possiamo dire che le femmine ne siano esenti. In Italia la percentuale sul totale delle persone analizzate, colloca questa dipendenza un po’ sopra alla media europea con circa il 24%”.
Stiamo parlando di un uso e “abuso” di videogiochi (problematico) che nell’arco di una giornata sottrae tempo alle normali amicizie adolescenziali, ai gruppi di sport e addirittura alla scuola e allo studio.

Lo studio condotto dal Dipartimento di psicologia dello sviluppo e della socializzazione dell’Università di Padova ha rilevato due fattori determinanti collegati a questo disturbo: il ruolo della famiglia e l’importanza delle politiche di protezione sociale. Dall’indagine emerge chiaramente che il rapporto adolescente - genitore – famiglia in senso lato del termine, confermi la centralità del supporto emotivo della famiglia nel prevenire il fenomeno gaming.

“L’altro dato sorprendente, che ci ha permesso di pubblicare la nostra ricerca in un giornale prestigioso come Addiction è che – riflette il professore Vieno – dal nostro studio è emerso, attraverso un’analisi multilivello, che tanto più uno Stato sia in grado di investire nella famiglia dando più tempo al genitore di seguire il proprio figlio, minore è la percentuale di gaming problematico negli adolescenti. Questi benefit rivolti alle famiglie si ricollegano al rapporto centrale di un adolescente con la propria famiglia. In pratica, un maggiore sostegno economico può migliorare la qualità della relazione genitori-figli e fornire risorse per attività ricreative alternative per un sano sviluppo degli adolescenti”.

Endrius Salvalaggio

08 aprile 2022
© Riproduzione riservata

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