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Malattie cardiovascolari: semplificazione terapeutica per migliorare adesione e ridurre la mortalità


Le nuove linee guida ESC sulla sindrome coronarica cronica puntano sulla semplificazione terapeutica per migliorare l’adesione ai farmaci e prevenire eventi cardiovascolari. In prima linea la polipillola, che unisce più principi attivi in una sola compressa, facilitando la vita dei pazienti, soprattutto quelli fragili o a rischio elevato. Ne abbiamo parlato con i cardiologi al 42° Congresso “Conoscere e Curare il Cuore”, per capire vantaggi clinici, impatto sulla mortalità e strategie comunicative per coinvolgere meglio i pazienti

10 APR -

Le linee guida ESC 2024 sulla sindrome coronarica cronica pongono grande enfasi sull’adesione terapeutica come pilastro per la prevenzione degli eventi cardiovascolari. La gestione a lungo termine dei pazienti richiede interventi mirati per superare le barriere che compromettono la continuità delle cure. Tra le strategie raccomandate per migliorare l’aderenza, le linee guida includono l’utilizzo di combinazioni farmacologiche a dose fissa, la polipillola, che ha dimostrato di aumentare la compliance e ridurre eventi cardiovascolari in diversi studi clinici. L’adozione della polipillola si inserisce in un più ampio approccio di semplificazione terapeutica, riconosciuto nelle raccomandazioni ESC come un intervento efficace, soprattutto nei pazienti con bassa aderenza o a rischio elevato, in cui la semplificazione del trattamento può tradursi in benefici clinici significativi.

Quali sono i vantaggi dell’uso della polipillola per medici e pazienti? Come comunicare con il paziente per trasmettergli il valore della semplificazione terapeutica? Ne abbiamo parlato con i cardiologi in occasione del 42° Congresso di Cardiologia – Conoscere e Curare il Cuore 2025 che si è tenuto a Firenze tra il 20 e il 23 marzo.

Una scorretta percezione del rischio cardiovascolare

La scarsa aderenza ai trattamenti nel paziente a rischio cardiovascolare è un problema reale e serio. “In Italia e nel mondo l’aderenza ai farmaci è troppo bassa per essere accettabile e il paziente deve essere educato alla responsabilizzazione personale, al riconoscimento del suo rischio cardiovascolare e all’importanza di seguire i trattamenti in maniera corretta e costante, quotidiana” nota Andrea Di Lenarda, Direttore Dipartimento Specialistico Territoriale Trieste. “Spesso il paziente non ha una corretta percezione del proprio rischio cardiovascolare e a volte neanche il medico ha una chiara percezione del rischio del paziente. Non credo, per esempio, che i cardiologi valutino sistematicamente il rischio estremo, cioè l’aggregazione di fattori di rischio che rendono ancora peggiore la prognosi del paziente a rischio cardiovascolare”.

Per migliorare l’aderenza secondo Di Lenarda bisogna intervenire su due aspetti: la responsabilizzazione del paziente e la semplificazione terapeutica.

La polipillola aumenta l’aderenza e riduce la mortalità

Diversi studi hanno dimostrato l’efficacia e il miglioramento dell’aderenza terapeutica nel momento in cui ai pazienti veniva proposta la polipillola, un’unica pillola contenente più principi attivi.
“Una sola pillola contenente diversi principi arrivi può fare il lavoro di svariati farmaci, riducendo il rischio cardiovascolare e il rischio di ictus”, dice Alberto Cavallini, co-presidente del Cuore di Santa.

“Uno studio ha mostrato che assumere più molecole in un’unica pillola riduceva la mortalità del 10% rispetto a un’assunzione delle stesse molecole separatamente”, spiega Giovanni Fazio, Direttore UO di Cardiologia a Palermo. “Questi risultati sottolineano l’importanza dell’aderenza terapeutica: somministrare più farmaci complica la vita del paziente e spesso determina la mancata assunzione dei farmaci stessi”.
Secondo Fazio i farmaci di associazione sono il futuro e i cardiologi dovrebbero fare un maggior uso di associazioni, nelle polipillole, tra statine e antiaggreganti e tra anti-ipertensivi e statine, anche per ridurre le dosi dei singoli principi attivi.

Semplificazione terapeutica per abbassare i livelli di LDL

Esistono polipillole per ridurre l’ipertensione e per abbassare i livelli di colesterolo. Una delle necessità che hanno i cardiologi che cercano di ridurre il rischio cardiovascolare nei pazienti consiste nell’abbattere in maniera drastica i livelli di colesterolo LDL, sottolinea Vincenzo Montemurro, Responsabile Servizio Cardiologia Casa della comunità Scilla, Reggio Calabria. “La semplificazione terapeutica risponde a un bisogno clinico insoddisfatto. La terapia di combinazione consente di ridurre significativamente i livelli di colesterolo LDL con una migliore aderenza alla terapia. Questo approccio innovativo si inserisce in un contesto di prevenzione sia primaria che secondaria delle malattie cardiovascolari”.

Una comunicazione efficace

“Viviamo un momento in cui soprattutto i pazienti più anziani e fragili sono costretti ad assumere tante terapie per il trattamento dell’ipertensione, del diabete, delle dislipidemia, le terapie antiaggreganti o anticoagulanti per la prevenzione cardiovascolare secondaria”, aggiunge Andrea Pappalardo, Cardiologo Ambulatoriale a Cefalù. “Quindi è fondamentale che queste terapie, che sono spesso salvavita, possano essere assunte nel modo corretto e più semplice possibile. In questo senso ci aiuta la terapia farmacologica, in cui due o più principi attivi vengono inseriti all’interno della stessa compressa”.
Esistono ancora delle barriere dovute alla scarsa alfabetizzazione sanitaria, che, secondo Pappalardo possono essere abbattute “attraverso una comunicazione chiara ed efficace con il paziente che miri a spiegare non solo l’utilità della polipillola ma anche la possibilità di semplificare l’assunzione dei farmaci”.

Una terapia per giovani e anziani

La semplificazione terapeutica va a vantaggio di tutti i pazienti. Sicuramente dei più anziani che assumono molti farmaci e possono dimenticare con maggiore facilità uno di questi, ma anche dei giovani, come nota Marianna Gaezza, Cardiologa convenzionata esterna ad Adrano. “Secondo me non esistono pazienti a cui non dare una polipillola. La polipillola migliora comunque l’aderenza terapeutica. I pazienti più giovani difficilmente accettano una terapia e quando devono assumere anche più di una compressa sentono malati o vecchi. Prenderne una sola semplifica la loro qualità della vita. Credo molto nelle associazioni che secondo me rappresentano la strategia vincente per garantire l’aderenza”.

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10 aprile 2025
© Riproduzione riservata

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