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AIDS e HIV. Rischio 19 volte più alto per gay. OMS: “Assumere antiretrovirali per prevenzione"


Tra le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, per gli uomini che praticano sesso con altri uomini, quella di “considerare l’assunzione degli antiretrovirali come profilassi pre-esposizione, oltre all’uso del condom”. Tra le altre categorie a maggiore rischio, i ‘sex workers’, i transgender e i tossicodipendenti. Ecco le linee guida dell’OMS

12 LUG - Gli uomini che hanno rapporti sessuali con partner di sesso maschile sono soggetti ad un rischio di infezione da virus dell’HIV 19 volte più alto rispetto alla popolazione generale. Una situazione che richiede urgentemente nuove opzioni di prevenzione, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). L'OMS ha appena diffuso delle linee guida specificamente per i gruppi più a rischio. Il documento, intitolato Consolidated guidelines on hiv prevention, diagnosis, treatment and care for key populations, prima dell’International AIDS Conference dal 20 luglio a Melbourne, in Australia.

Tra le raccomandazioni OMS, per gli uomini che hanno rapporti sessuali con partner dello stesso sesso, quella di “prendere in considerazione l’assunzione di farmaci antiretrovirali come ulteriore metodo di prevenire l’infezione da HIV (profilassi pre-esposizione), affiancata all’uso del condom”, si legge nella recente comunicazione OMS. Secondo i modelli forniti, infatti, si avrebbe a livello globale una riduzione del 20-25% dei casi di contagio per questa categoria a rischio, mediante questa profilassi pre-esposizione; con i l risultato di evitare fino a un milione di infezioni in 10 anni, sempre secondo i dati OMS.
 
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, inoltre, raccomanda di eliminare le barriere sociali e legali che impediscono a molte persone di accedere ai servizi sanitari.
Tra categorie a rischio, anche le donne ‘sex workers’, con una probabilità di infezione da HIV 14 volte più alta rispetto alle altre donne, mentre per i transgender e per i tossicodipendenti questa probabilità sale a ben 50 volte rispetto a quella della popolazione generale.
"Nessuna di queste persone vive in isolamento", ha spiegato Gottfried Hirnschall, Direttore del Dipartimento HIV dell'OMS. "I sex workers e i loro clienti hanno mariti, mogli e partner. Alcuni si iniettano droghe, molti hanno figli. Il fatto di non fornire servizi alle persone che sono a maggior rischio di HIV mette in pericolo ulteriori progressi contro l'epidemia globale e minaccia la salute e il benessere degli individui, le loro famiglie e la comunità più ampia ".
Inoltre, l’OMS fa notare che raramente i transgender sono citati nei piani anti-HIV; poi soltanto il 70% dei paesi si occupa delle necessità degli omosessuali e dei sex workers, mentre nel caso di tossicodipendenti la percentuale scende al 40%. E anche nel caso di linee d’azione messe per iscritto, è difficile per le persone accedere ai servizi.
 
Secondo il dato OMS relativo al 2012, ci sono 35,3 milioni affette da HIV al mondo. I dati parlano di una riduzione globale dei decessi legati all’HIV pari al 20% dal 2009 al 2012; entro la fine del 2013, inoltre, 13 milioni di persone assumevano la terapia antiretrovirale, di cui 11,7 milioni in paesi a basso o medio reddito. Tuttavia, riferisce l’OMS, i tassi di infezione da HIV tra gli uomini che praticano sesso con altri uomini rimangono alti quasi ovunque e nuove opzioni di prevenzione sono urgentemente necessarie.

12 luglio 2014
© Riproduzione riservata

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