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Psoriasi. I risultati del progetto PACTA: “Non solo cutanea, ma una patologia cronica multiorgano”


E' una malattia anche articolare, infiammatoria, immunomediata ad andamento cronico recidivante che colpisce circa il 2,8% della popolazione italiana e di questi circa il 25-30 per cento soffra di una forma moderata-severa. Pubblicati i risultati del tavolo di lavoro multidisciplinare. IL REPORT

30 GIU - Riduttivo definirla sic et sempliciter “patologia cutanea”. La psoriasi è questo ed altro ancora, è infatti anche una patologia articolare, infiammatoria, immunomediata ad andamento cronico recidivante a genesi multifattoriale cui partecipano fattori genetici, ambientali ed immunologici.
Una malattia che si stima colpisca il 2,8% della popolazione italiana e di questi circa il 25-30% ne soffre in una forma moderata-severa.
 
A delineare i reali contorni della malattia è il report “La Psoriasi: una patologia cutanea multiorgano. Nuovi paradigmi e strategie di tutela assistenziale” (PACTA) che ha ottenuto il consensus delle Società Scientifiche Adoi, Aida e SiDeMaST, oltre che dell’Associazione per la Difesa degli Psoriasici (Adipso) e della Società italiana di medicina generale (Simg). Un documento redatto da un gruppo di lavoro multidisciplinare che, dal luglio del 2015, ha operato proprio con l’obiettivo di definire questa complessa patologia, troppo spesso erroneamente identificata come semplice patologia cutanea. A presiedere il tavolo di lavoro - al quale hanno partecipato, condividendo i risultati del progetto, anche rappresentanti politici, funzionari regionali e direttori sanitari - Paola Pisanti Coordinatore Commissione Cronicità del Ministero della Salute.
 
“La psoriasi è una patologia cronica e il Ssn deve organizzarsi per rispondere a una domanda di assistenza caratterizzata da continuità delle cure per lunghi periodi – ha spiegato Pisanti – occorre, quindi, una diversa strategia assistenziale che consenta di utilizzare in maniera corretta le risorse migliorando le attività di diagnosi, cura e ricerca e al tempo stesso rispondere ai bisogni socio-sanitari dei pazienti.”
 
Da qui l’importanza di dare una definizione puntuale della psoriasi, ossia una “patologia cronica multiorgano ad elevato impatto sulla vita delle persone” come ha sottolineato Mara Maccarone, Presidente Adipso. “La natura multiorgano di questa patologia – ha detto – richiede infatti una gestione multidisciplinare come suggerito nel report. Ci auguriamo che l’approccio delineato dal consensus venga recepito dalla comunità scientifica e dalle istituzioni centrali e locali”.
 
Il progetto PACTA, partendo dai bisogni del paziente, ha voluto offrire un contributo alla gestione della patologia, fornendo suggerimenti per la riorganizzazione della governance sanitaria territoriale, al fine di migliorare la qualità di vita delle persone che ne sono colpite.
I numeri della psoriasi. Si stima che la prevalenza della psoriasi nella popolazione italiana sia pari al 2,8 per cento e di questi circa il 25-30 percento sia affetto da una forma moderata-severa. Questa patologia è diffusa anche nella popolazione pediatrica, la cui prevalenza varia da 0.37 per cento, tra 0-9 anni, a 1.01 per cento, tra 10-18 anni.

Costi. La comunità scientifica ritiene che la psoriasi generi un impatto significativo sulla gestione dei costi sanitari e sociali, anche a causa dell’elevata prevalenza. La presenza di comorbidità aumenta l’impatto economico sul Ssn, in quanto, lì dove sono presenti altre patologie, si deve tenere conto del costo di queste oltre che del costo legato alla psoriasi. Ad esempio, quando oltre alla malattia psoriasica si rileva la presenza di patologia diabetica il costo diretto associato è pari a 800 euro per paziente/anno, mentre nel caso di obesità si stima un costo diretto per paziente/anno pari a 4.695 euro. “Pertanto – sottolinea il gruppo di lavoro – una diagnosi precoce della malattia e un’efficiente gestione della persona con psoriasi potrebbe ridurre oltre ai costi associati alla specifica patologia anche quelli derivanti dalla comorbidità, comportando un risparmio che potrebbe essere investito per le terapie, efficientando il percorso di cura”.
 
Gestione della psoriasi. Il gruppo di lavoro che lavorato su “PACTA” ha voluto delineare le basi per un possibile modello di governance, che consenta di ottenere una migliore appropriatezza diagnostica e terapeutica, attraverso una efficiente ed efficace gestione del percorso di presa in carico e cura del paziente psoriasico.
A livello italiano si individuano alcune esperienze locali di gestione multidisciplinare:
• il modello Veneto, basato su una logica di rete assistenziale del tipo Hub & Spoke, che consente un collegamento continuo e biunivoco tra centri principali e periferici permettendo di concentrare la casistica più complessa nei centri specializzati (Hub) e allo stesso tempo di minimizzare gli spostamenti dei pazienti applicando i medesimi trattamenti in tutto il territorio regionale, attraverso un fitto network di dermatologi e Mmg adeguatamente formati;
• la Fondazione Policlinico Universitario “A.Gemelli”, che ha implementato un percorso clinico assistenziale come strumento di gestione clinica, usato per definire il migliore processo assistenziale, che risponda a specifici bisogni di salute per ridurre la variabilità non necessaria e per aumentare la qualità dell’assistenza e del servizio offerti;
• l’Istituto Dermatologico San Gallicano Irccs, che ha creato un modello clinico gestionale interno multidisciplinare per i pazienti affetti da psoriasi e comorbidità, che ha permesso una significativa continuità assistenziale ospedaliera, senza incrementare i costi;
• il “Progetto Ospedale-Territorio” proposto dal Arnas Civico di Palermo, che attraverso la collaborazione tra l’ospedale, i Mmg e gli specialisti del territorio, favorita anche da un software dedicato, ha migliorato l’appropriatezza diagnostica-terapeutica e l’uso delle risorse del Servizio sanitario.
 
Il gruppo di lavoro che ha lavorato sul documento PACTA propone quindi una definizione di psoriasi che riflette le ultime evidenze cliniche e la natura cronica e non solo cutanea della patologia. Partendo da quest’ultima, che comporta la necessità di un approccio strutturato e multidisciplinare, e dai bisogni del paziente, si vuole mostrare come l’implementazione di un modello ideale di gestione del paziente psoriasico consentirebbe di raggiungere una migliore appropriatezza diagnostica-terapeutica e una migliore qualità delle cure. Questo modello, evidenzia il gruppo di lavoro “porterebbe vantaggi sia al paziente, che avrà diagnosi più rapide e cure più mirate, sia al Ssn, che dovrà sostenere minori costi per la cura dei pazienti affetti da psoriasi. Si raccomanda perciò l’implementazione di alcuni interventi finalizzato al miglioramento della gestione di una patologia cronica e invalidante come la psoriasi:
• realizzare campagne di informazione della popolazione e di formazione dei Mmg e specialisti;
• definire ed implementare un Pdta per garantire un miglior approccio nell’inquadramento della patologia in tempi ridotti e della sua reale gravità (attraverso la definizione di Red Flags ed esami diagnostici specifici per l’identificazione di comorbidità associate);
• promuovere l’integrazione ospedale-territorio e una maggiore collaborazione tra medici specialisti e medici di medicina generale;
• coinvolgere maggiormente le associazioni di pazienti per migliorare la loro tutela in ambito socio-sanitario.

30 giugno 2016
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