Glaucoma: in arrivo la prima prostaglandina senza conservanti

Glaucoma: in arrivo la prima prostaglandina senza conservanti

Glaucoma: in arrivo la prima prostaglandina senza conservanti
Il nuovo farmaco (tafluprost), grazie a una maggiore tollerabilità, offre migliore adesione alla terapia contro una delle principali cause di disabilità visiva nel mondo occidentale.

Sarà disponibile da luglio tafluprost, la prima prostaglandina senza conservanti per il trattamento del glaucoma ad angolo aperto e dell’ipertensione oculare.
Il nuovo farmaco ha dimostrato diprodurre, a parità di efficacia con latanoprost (la prostaglandina di uso più comune in Italia), una quantità significativamente minore di sintomi e segni di irritazione oculare. Ed è questo il punto di forza del nuovo prodotto: “Il trattamento del glaucoma – ha spiegato Roberto Carassa, direttore del Centro italiano glaucoma di Milano e presidente dell’Associazione italiana prevenzione glaucoma Onlus – si basa essenzialmente sulla riduzione della pressione interna dell'occhio per impedire il progressivo danneggiamento del nervo ottico e il peggioramento del campo visivo”. Come per le altre malattie croniche, anche il glaucoma richiede una terapia continuativa che accompagna il paziente diagnosticato per il resto della vita. “E anche per il trattamento del glaucoma – ha precisato Carassa – è fondamentale assicurare alla persona che soffre di questa malattia farmaci non solo efficaci e con un buon profilo di sicurezza, ma anche con un alto grado di tollerabilità, che influendo il meno possibile sulla qualità di vita, garantiscano la possibilità di una migliore aderenza alla terapia, fattore indispensabile per contrastare l’evoluzione della malattia verso le peggiori conseguenze”.
Proprio la riduzione o l’assenza dei conservanti potrebbe essere una strategia per aumentare la tollerabilità: “L’assenza di conservanti – ha spiegato Marina Papadia del Gruppo italiano di sperimentazione di tafluprost, presso la Clinica oculistica, Di.N.O.G. Università di Genova, Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino – può migliorare la qualità di vita dei pazienti che effettuano terapie croniche in collirio. I pazienti glaucomatosi devono istillare quotidianamente farmaci nel sacco congiuntivale, pertanto se il farmaco stesso è meglio tollerato, anche la collaborazione nel seguire la terapia sarà migliore”.
Secondo l’Oms il glaucoma è una delle principali cause di disabilità visiva nel mondo occidentale. “In Italia – ha illustrato Carassa – si stima che quasi 800 mila persone ne siano affette, ma si calcola che circa la metà di esse – ed è questo il dato più allarmante – non ne sia a conoscenza poiché la malattia è nella maggior parte dei casi asintomatica. Prevenzione, diagnosi e trattamento precoce sono quindi le parole d’ordine per contrastare questa malattia e in particolare la sua più grave conseguenza, la cecità”. 

23 Giugno 2010

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