Libro bianco sulla salute delle donne. “Fondamentale consolidare il cambiamento verso una medicina e farmacologia di genere”

Libro bianco sulla salute delle donne. “Fondamentale consolidare il cambiamento verso una medicina e farmacologia di genere”

Libro bianco sulla salute delle donne. “Fondamentale consolidare il cambiamento verso una medicina e farmacologia di genere”
Le basi per una trasformazione strutturale del sistema sanitario italiano in un’ottica di genere sono state poste. Ma ora è necessario consolidare il cambiamento. Fondazione Onda ETS e Farmindustria presentano il Libro Bianco 2025 dal titolo “Medicina e Farmacologia di genere. Evoluzione, traguardi, sfide”

Nonostante un consenso quasi generale sul piano culturale e di evidenza sul piano scientifico, il cambiamento di prospettiva e l’applicazione ad ogni livello della Medicina di Genere mostrano un percorso lento, faticoso, chiaro nella direzione ma limitato nella concretezza. Il lavoro svolto finora dal sistema salute per implementare la Medicina e Farmacologia di genere ha posto le basi per una trasformazione strutturale del sistema sanitario italiano. Ora occorre consolidare questo cambiamento, rendendo la salute di genere una leva strategica verso una medicina più giusta, inclusiva e capace di rispondere ai bisogni di tutti.

Questo il messaggio che emerge dall’undicesima edizione del Libro bianco sulla salute della donna, intitolato quest’anno “Medicina e Farmacologia di genere. Evoluzione, traguardi, sfide”. Realizzato da Fondazione Onda ETS grazie al sostegno incondizionato di Farmindustria e presentato oggi presso la sala stampa della Camera dei Deputati, su iniziativa dell’On. Ilenia Malavasi ha come obiettivo quello di delineare l’evoluzione di Medicina e Farmacologia di genere, presentando i traguardi raggiunti e le nuove sfide da affrontare. Il volume, vuole quindi fornire spunti di riflessione in termini di prospettive per il futuro prossimo, in cui si preannuncia l’urgente sfida dell’equità nelle cure.

“Siamo grati a Farmindustria per il costante affiancamento nella pubblicazione annuale del Libro Bianco e siamo oggi ancora più soddisfatti della tematica trattata. Per la Medicina di Genere sono stati fatti grandi progressi negli ultimi anni con una legge dedicata e i relativi piani attuativi, con la fervida attività del Centro all’interno dell’ISS e con le tante iniziative delle Società Scientifiche. Restano però ancora delle criticità: la regionalizzazione della sanità rende l’applicazione della Medicina di Genere disomogenea, le donne non sono ancora sempre rappresentate nei trials, i medici non sono sempre sensibilizzati e formati adeguatamente e non esistono dati disaggregati per sesso e genere. Per questo Fondazione Onda ETS in un punto del recente Manifesto 2.0, presentato in occasione della celebrazione del suo Ventennale, ha sottolineato l’importanza di promuovere l’approccio di genere nella ricerca, nella clinica e nella formazione”, dichiara Francesca Merzagora, Presidente di Fondazione Onda ETS.

“La presentazione del Libro Bianco 2025 – afferma Marcello Cattani, Presidente di Farmindustria – è un momento importante per ribadire quanto la medicina e la farmacologia di genere siano oggi prioritarie per il presente e il futuro della sanità. Oggi in Italia gli studi clinici sono aperti 9 volte su 10 sia a uomini che donne, perché parlare di medicina di genere significa parlare di equità, di ricerca e di innovazione al servizio delle persone. È una prospettiva che mette al centro le differenze biologiche e sociali, ma soprattutto la necessità di diagnosi e cure tempestive, personalizzate e più efficaci per tutti. Come industria farmaceutica crediamo che la medicina di genere non sia solo un tema scientifico, ma anche culturale e sociale: oggi il 45 per cento della nostra forza lavoro è composto da donne e il 40 per cento del fatturato di settore proviene da imprese con leadership femminile. È importante che le istituzioni continuino con misure a favore della parità, proseguendo il percorso già avviato che emerge anche dalla nuova manovra di bilancio”.

“Considerare le differenze di genere nella ricerca e nell’assistenza – sottolinea Enrica Giorgetti, Direttore generale di Farmindustria – significa riconoscere che la salute delle donne merita attenzione specifica, dati adeguati e percorsi di cura personalizzati. Un tema che oggi richiama sempre più l’attenzione che merita e che contribuisce a innalzare la qualità del nostro Servizio sanitario e la capacità di rispondere in modo equo ai bisogni di tutte e di tutti. L’impegno è necessario in ogni ambito: nella progettazione degli studi, nella raccolta dei dati, nella formazione degli operatori, nei percorsi di cura e di caregiving. Siamo grati a Fondazione Onda ETS che nel corso degli anni ha approfondito molte tematiche dell’universo femminile, offrendo preziose indicazioni di cui fare tesoro per migliorare sempre di più la salute della donna”.

Il Libro Bianco, che si avvale in apertura degli importanti contributi delle Istituzioni, presenta nella prima parte il percorso evolutivo della Medicina di Genere in ambito scientifico-accademico e legislativo, a partire dalla fondazione del Centro Studi Nazionale su Salute e Medicina di Genere nel 2009, passando dalla Legge sulla Medicina di Genere del 2018, i relativi decreti attuativi e il Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere sul territorio nazionale nel 2019, con il ruolo degli organi di riferimento istituiti presso l’Istituto Superiore di Sanità – come il Centro di Riferimento per la Medicina di Genere e l’Osservatorio sulla Medicina di Genere – per garantire l’avvio, la continuità e il monitoraggio delle azioni previste dal Piano. Si passa poi a ribadire la necessità di utilizzare indicatori genere-specifici per orientare la ricerca e guidare la formazione degli operatori sanitari e a presentare le evidenze emergenti nonché i nuovi scenari di cura e ricerca per le malattie oncologiche, mentali e cardiovascolari, che rappresentano la principale causa di morte tra le donne e sono responsabili del 35 per cento dei decessi nella popolazione generale.

Costituiscono il focus della seconda parte del volume la Farmacologia di Genere, con l’analisi dei gender bias ancora presenti nella ricerca preclinica e clinica, e l’approfondimento in ottica di genere dell’ambito regolatorio e di farmacovigilanza. Un approccio gender sensitive contribuisce in modo rilevante a un uso più appropriato dei farmaci.

Dati Aifa rilevano che nel 2024 la prevalenza d’uso dei farmaci nella popolazione italiana è stata del 72,1 per cento nelle donne e del 63,6 per cento negli uomini. Differenze si rilevano anche nei consumi, in particolare nella fascia di età 15-54 anni, con le donne che risultano maggiori consumatrici rispetto agli uomini. Tuttavia, ancora oggi gran parte degli studi sperimentali viene condotta prevalentemente su soggetti di sesso maschile; tale approccio può portare a risultati fuorvianti, causando errori nei dosaggi, un aumento del rischio di effetti avversi nelle donne e compromettendo l’accuratezza dei dati di sicurezza ed efficacia nelle pazienti. Al contempo la farmacovigilanza di genere è ancora agli albori perché i sistemi di segnalazione non sono standardizzati a livello internazionale e spesso non raccolgono informazioni su sesso e genere, rendendo difficile una valutazione accurata delle differenze tra uomini e donne nella frequenza e gravità delle reazioni avverse ai farmaci. Numerosi studi, infatti, evidenziano che le donne manifestano reazioni avverse con maggiore frequenza rispetto agli uomini (con un rischio 1,5-1,7 volte superiore), mentre gli uomini presentano reazioni più gravi o fatali. Le reazioni avverse ai farmaci non solo causano più frequentemente ospedalizzazioni nelle donne, ma portano anche a un’interruzione più precoce delle terapie, riducendo i benefici del trattamento.

Dalla Farmacologia ci si sposta poi alla valorizzazione del ruolo della rete, della ricerca, della formazione e dell’informazione, sottolineando la necessità di un approccio multistakeholder e interdisciplinare che metta a sistema tutte le esperienze e le competenze per la salute di genere. Su questo si concentra la terza parte del libro che, partendo dal ruolo e impegno degli Irccs, delle Società Scientifiche e dell’industria farmaceutica per un approccio genere-specifico, passa in rassegna alcune best practice delle reti regionali di Lombardia, Toscana e Abruzzo nel promuovere l’ottica di genere nelle strutture sociosanitarie e la sua diffusione nella cultura sanitaria.

“Solo l’attuazione di una Medicina e Farmacologia che tenga conto delle differenze genere–specifiche può garantire una sanità più giusta, efficace e centrata sulla persona. Le Società Scientifiche con la loro capacità di influenzare il sapere medico, orientare la ricerca, promuovere la formazione e dialogare con le Istituzioni, rappresentano un motore di innovazione e di cambiamento per il superamento delle disuguaglianze legate al genere nella salute dei cittadini. Affinché questo potenziale si traduca in un cambiamento strutturale, è necessario un impegno coordinato, sostenuto da un approccio sistemico e da investimenti concreti£, afferma Cecilia Politi, Responsabile Medicina di genere FADOI, Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti.

In conclusione, le possibili soluzioni per consolidare il cambiamento – rendendo la salute di genere una leva strategica verso una medicina più giusta, inclusiva e capace di rispondere ai bisogni di tutti – appaiono complesse, ma si possono individuare alcuni capisaldi da applicare a livello di ricerca, clinico, istituzionale e organizzativo, normativo e di finanziamento.

Alcuni interventi da implementare sarebbero richiedere la disaggregazione obbligatoria dei dati per sesso e, quando possibile, per genere, rendere obbligatorio l’aggiornamento dei PDTA per ridurre i bias, realizzare programmi di mentoring e sponsorship per donne e gruppi sottorappresentati e condizionare parte dei finanziamenti pubblici alla qualità della proposta in termini di integrazione di sesso/genere; senza dimenticare l’importanza della misurazione dei progressi attraverso indicatori chiave.

“Il Libro Bianco rappresenta uno strumento fondamentale per continuare a costruire una sanità davvero equa e moderna. La medicina e la farmacologia di genere non sono più ambiti specialistici, ma pilastri di un nuovo paradigma che migliora la prevenzione, la diagnosi e la qualità delle cure per donne e uomini. Ora la sfida è dare piena attuazione a quanto già costruito, assicurando omogeneità nelle Regioni, più formazione e una forte integrazione tra ricerca, sperimentazione e pratica clinica. In particolare, le differenze di genere nelle malattie cardiovascolari e il ruolo della genetica e della genomica devono diventare parte strutturale delle strategie di salute pubblica. Ringrazio Fondazione Onda ETS e Farmindustria per aver contribuito, anche con questa edizione del Libro Bianco, a mantenere alta l’attenzione su un tema che unisce scienza, etica e politiche sociali”, dichiara Sen. Elena Murelli, Segretario della Presidenza del Senato, Componente Commissione Affari Sociali e Sanità, Senato della Repubblica.

“Ringrazio Fondazione Onda ETS per aver promosso questa nuova edizione del Libro Bianco, che oggi abbiamo presentato. Uno strumento che, ancora una volta, alimenta un confronto e uno scambio di idee su temi di stringente attualità, come sono traguardi e sfide della medicina e farmacologia di genere. Sappiamo come per troppo tempo la medicina si è basata su un modello di riferimento esclusivamente maschile, con conseguenze dirette sulla salute di donne e uomini. Fortunatamente, oggi, l’emergere di un approccio più specifico alla medicina di genere rappresenta un passo significativo verso una visione più equa, appropriata e scientificamente rigorosa della salute. Non parliamo del semplice studio delle differenze biologiche, ma di un’analisi completa del genere, inteso sia come sesso biologico sia come costrutto socioculturale, e di come queste variabili influenzino prevenzione, diagnosi e terapie. Ritengo poi cruciale che l’evoluzione della medicina di genere non si limiti alla ricerca e alla pratica clinica, ma includa la comunicazione: le modalità con cui veicoliamo messaggi di salute pubblica, in particolare quelli relativi agli screening, hanno un impatto diretto sulla prevenzione e dobbiamo superare stereotipi e barriere culturali per raggiungere in modo efficace il pubblico. La politica, dunque, può e deve agire come strumento di indirizzo, per garantire che ogni persona sia vista nella propria unicità e che le nuove opportunità nel settore scientifico siano rese disponibili a tutti, concorrendo a una sanità più equa e scientificamente avanzata”, conclude On. Ilenia Malavasi, Componente Commissione Affari Sociali, Camera dei Deputati.

20 Novembre 2025

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