Fare dell’attività fisica uno strumento di riabilitazione per i pazienti oncologici così come già avviene per le persone che abbiano avuto un infarto o che siano stati sottoposti a chirurgia cardiaca. Questo l’ambizioso obiettivo delle nuove linee guida redatte dall’American College of Sports Medicine e presentate nel corso del meeting annuale dell’American Society of Clinical Oncology.
Le linee guida (Exercise Testing and Prescription for Cancer Survivors) sono state elaborate da un team composto da 13 membri dell’American College of Sports Medicine che ha passato in rassegna gli studi scientifici che affrontavano il tema della sicurezza ed efficacia dell’attività fisica durante e dopo la terapia anticancro.
Cinque le forme tumorali su cui hanno concentrato l’attenzione i ricercatori: seno, prostata, colon, tumori ematologici e ginecologici. Dall’analisi è emerso che, nonostante sia necessario tenere in considerazione specifici rischi quando si consiglia di svolgere esercizio fisico a pazienti oncologici, ci sono consistenti evidenze che l’attività fisica può offrire miglioramenti significativi nella capacità aerobica, nella forza muscolare e nella qualità di vita, oltre a una riduzione della fatigue per i pazienti con tumori ematologici, alla prostata e al seno. Mentre l’efficacia del movimento è meno chiara per le altre forme tumorali.
“In passato abbiamo dato ai medici l’idea che l’esercizio fisico potesse essere dannosa per i pazienti”, ha spiegato uno degli estensori delle raccomandazioni, Kathryn Schmitz, professore di Epidemiologia e Biostatistica all’University of Pennsylvania School of Medicine. “C’è un’attitudine diffusa a dire ai pazienti che non possono fare attività fisica durante il trattamento, ma il nostro messaggio, al contrario, è che evitare l’INattività fisica è essenziale”.
“Disponiamo ormai di un ampia gamma di evidenze scientifiche di qualità che ci dicono che l’esercizio fisico durante e dopo il trattamento anticancro è sicuro e benefico per i pazienti, anche se si stanno sottoponendo a procedura complesse come il trapianto di cellule staminali”, ha aggiunto Schmitz.
Secondo le nuove linee guida, i pazienti affetti da tumore e quelli che sono guariti devono svolgere i 150 minuti di attività fisica aerobica moderata-intensa consigliati alla popolazione generale. Naturalmente, aggiungono i ricercatori, anche se le prove scientifiche dimostrano che la maggior parte delle forme di attività fisica sono benefiche per i pazienti con cancro, i medici dovrebbero prescrivere attività che siano adeguate alle caratteristiche del malato.
Insomma, l’attività fisica non può che far bene ai pazienti oncologici, purché siano sotto la stretta vigilanza di un medico. Per questo, ha proseguito Schmitz gli oncologi “devono incorporare queste linee guida in nella pratica clinica in maniera sistematica”. E in questo un contributo può venire dagli stessi pazienti: “Speriamo che i pazienti leggano le raccomandazioni e ne discutano con i loro medici creando così una domanda per un cambiamento che possa indurre i centri di oncologia a creare e offrire servizi in cui la riabilitazione venga svolta anche attraverso l’attività fisica”, ha concluso il medico.
Antonino Michienzi