Gli uomini che hanno assunto sildenafil, la celeberrima pillola blu, hanno maggiori probabilità di essere colpiti da ipoacusia improvvisa secondo uno studio pubblicato sugli Archives of Otolaryngology Head & Neck Surgery. Già nel 2007, dopo la segnalazione di circa trenta casi sospetti, l’Fda aveva chiesto ai produttori di informare i consumatori sui rischi di sordità che il prodotto avrebbe potuto comportare. Ora una conferma sembrerebbe arrivare da questa nuova ricerca. “Per quel che ne so, nessuno studio epidemiologico fino ad oggi ha valutato l’associazione tra uso di inibitori della fosfodiesterasi 5 e la perdita di udito”, ha scritto l’autore dello studio Gerald McGwin, dell’University of Alabama di Birmingham. “È per colmare questo vuoto della letteratura, che con questo studio abbiamo valutato la relazione tra sordità improvvisa e inibitori della fosfodiesterasi 5 in un campione di popolazione”.
Lo studio, infatti, non ha riguardato esclusivamente il sildenafil, ma l’intera classe dei farmaci a cui appartiene. I ricercatori hanno misurato la diffusione del consumo del farmaco in una popolazione di 11535 persone con più di 40 anni (una parte della quale era stata colpita da ipoacusia improvvisa).
La ricerca ha evidenziato che la diffusione totale del disturbo era del 17,9 per cento, una percentuale che tende ad aumentare, ovviamente, con l’età. Circa il 2 per cento dei soggetti aveva assunto qualche inibitore della fosfodiesterasi (Viagra nell’80 % dei casi). Tuttavia, la percentuale di quanti avevano fatto ricorso al farmaco si presentava più che doppia nel gruppo con disturbi all’udito (3.0% vs 1.4%). E questa correlazione è presente soltanto nel caso del sildenafil.
È da questi dati non esenti da critiche metodologiche che i ricercatori hanno dedotto che possa esservi una relazione tra l’assunzione del farmaco e la sordità improvvisa ipotizzando che il nesso possa essere dovuto alla tendenza di questa classe di farmaci a promuovere la congestione del tessuto erettile del naso. Il fenomeno farebbe aumentare la pressione dell’orecchio medio. “È stato anche suggerito che gli inibitori della fosfodiesterasi possono intensificare gli effetti dell’ossido nitrico che sono stati implicati in una serie d patologie otologiche”, ha commentato McGwin. In ogni caso “la natura – nella maggior parte dei casi – irreversibile della perdita di udito e il suo impatto nella qualità di vita sottolineano l’importanza di ulteriori ricerche sul ruolo degli inibitori della fosfodiesterasi 5 nell’insorgenza di questo disturbo”.
Antonino Michienzi