Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Martedì 17 SETTEMBRE 2024
Studi e Analisi
segui quotidianosanita.it

Rivedere le strategie per la tutela della salute e sicurezza sul lavoro per gli over 67 in sanità

di Domenico Della Porta

La soluzione più ragionevoli sarebbe quella di riportare gli organici ai livelli corretti, tali da garantire una equa distribuzione dei carichi di lavoro e una organizzazione ergonomicamente ordinata dei turni. Ma come spesso succede, le soluzioni più logiche sono anche quelle di più difficile attuazione pratica. Toccherà al Medico Competente tenere in considerazione quanto viene fuori dalla sorveglianza sanitaria adattandolo alle peculiarità del settore

12 GEN -

Le strategie tradizionali per la tutela della salute e sicurezza sul lavoro per gli over 67 in sanità devono essere assolutamente riviste, all’indomani della possibilità in questo delicato comparto lavorativo in cui è previsto, a richiesta dell’interessato, alla luce di una normativa approvata a fine 2023, il prolungamento dell’attività lavorativa fino a 70 anni.

Occorrerà, a questo punto, rispolverare e rilanciare il testo della Consulta Italiana Interassociativa della Prevenzione, CIIP, (fondata nel 1989 cui aderiscono 13 associazioni che rappresentano circa 10.000 professionisti della prevenzione appartenenti a diversi mondi: il sistema pubblico (ASL, ARPA, Università), quello della ricerca in epidemiologia ed ergonomia, il mondo delle imprese con associazioni di RSPP, Medici Competenti, formatori, esperti) Aging E-book, Libro d’argento CIIP su invecchiamento e lavoro, pubblicato nel 2017 in occasione della Campagna Europea “Ambienti di lavoro sani e sicuri ad ogni età”.

Bisogna fare innanzitutto i conti con I principali fattori di rischio dei lavoratori della sanità che con l’avanzare dell’età diventano sempre più pericolosi che sono: - Fattori ergonomici fisici: sollevamento e movimentazione di pazienti; posture scomode o dolorose; - Fattori psicosociali: ritmi di lavoro elevati o carico di lavoro eccessivo; richieste psicologiche di tipo emotivo; minacce e violenza fisica; lavoro a turni; conciliazione casa-lavoro; - Fattori biologici: rischio di esposizione a liquidi biologici/ agenti aerodispersi potenzialmente infetti; - Rischio infortunistico: cadute accidentali; lesioni da ago e taglienti.


“La norma che consente il lavoro in sanità agli over 67 - ha evidenziato Gilberto Boschiroli, presidente della CIIP - è già stata ampiamente criticata da numerosi esperti del lavoro in sanità, specie rispetto alle finalità dichiarate. Nella recente survey condotta da Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri, su un campione rappresentativo di camici bianchi di tutte le regioni italiane: Il 46% dei medici pensa alla pensione anticipata e il 38,7% dei non pensionabili di lasciare il pubblico. mentre uno su dieci vuole cambiare mestiere.

Per il personale infermieristico la situazione è ancora peggiore: organici insufficienti comportano carichi di lavoro elevati a fronte di una retribuzione percepita come del tutto insufficiente. Non si può più considerare trascurabile la quota di personale parasanitaria che cerca lavoro all’estero, dove si è pagati di più e si lavora meglio. Sembra proprio che sia più la voglia di scappare che di rimanere!"

"Dal punto di vista prevenzionale - spiega Boschiroli - l’invecchiamento della popolazione al lavoro è un problema discusso da tempo, in particolare per il comparto sanità. Alcune considerazione sono ovvie: con l’età cresce esponenzialmente l’incidenza di patologie croniche altamente invalidanti e che comportano gravi limitazioni delle capacità lavorative. Nell’indagine Salute 2013, sottolinea, comprendente circa 120.000 soggetti, sono evidenziate le patologie che presumibilmente causavano una riduzione della capacità lavorativa dei soggetti: • malattia coronarica • ictus cerebrale • altre malattie cardiache • tumori maligni • morbo di Parkinson • cirrosi epatica • insufficienza renale • bronchite cronica ed enfisema • ansietà cronica e depressione gravi • artrosi. È altrettanto ovvio che le performances psico-fisiche di una persona di 70 anni sono ben diverse di quelle di un trentenne!"

"Tra i fattori di rischio in sanità, quelli ergonomici fisici e psicosociali pesano sulle performances dei lavoratori anziani. Per quanto riguarda il al rischio da sovraccarico biomeccanico gli studi di biomeccanica hanno da tempo definito i limiti di tolleranza (rispetto a differenti forze applicate) delle varie strutture anatomiche dell’unità funzionale del rachide- In particolare per l’età anagrafica vi è ovviamente un abbassamento del limite di tolleranza che ci viene ampiamente dettagliata dalle review sul rapporto tra sforzo fisico – in ambito lavorativo – e sovraccarico per rachide lombare (Marras, 2008; Jaeger 2007). Oltre i 60 anni - aggiunge il presidente CIIP - si presuppone un abbassamento del limite di tolleranza del 70% ca., calcolato per lavoratori in buona salute per l’età. Per età ancora più avanzate non sono disponibili studi specifici, probabilmente nessuno ha osato pensare che si potesse arrivare a 70 anni in occupazioni faticose e con rilevanti rischi per la salute".

La somma delle ridotte performances e della presenza di patologie croniche diventa allora un mix catastrofico, che rende difficilmente gestibili queste persone, in un comparto dove le mansioni a basso rischio sono sempre molto limitate e le possibilità di una modifica della mansione per renderla compatibile con la salute del lavoratore (accomodamento ragionevole) è molto difficoltosa. Per quanto riguarda i rischi psicosociali i problemi sono ancora più complessi e gli strumenti di intervento più limitati.

Il lavoratore anziano assolve gli stessi carichi di lavoro di uno più giovane, se può pianificarli secondo le sue esigenze, se non dipende dal lavoro svolto da altri, se non deve seguire ritmi imposti dall’esterno. Anche la turnazione può essere ben tollerata se rispetta per quanto possibile i ritmi biologici, se non è soggetta a variazioni impreviste e soprattutto se gli orari di lavoro non vengono prolungati.

Tra i fattori stressogeni più rilevanti in sanità, l’aumento dei carichi di lavoro, che si verifica in molte situazioni per effetto della riduzione degli organici, è maggiormente sofferto dai lavoratori più anziani, che hanno una minore resistenza a livello fisico e spesso necessitano di tempi più lunghi per lo svolgimento delle proprie attività e di maggiori tempi di recupero.

Il lavoro a turni e notturno, i servizi di guardia, le chiamate in pronta disponibilità risultano più gravose perché con l’avanzare dell’età aumentano le difficoltà di recupero del sonno, con conseguente accumulo di stanchezza, cali di attenzione e aumento del rischio di errore e di infortunio. Un ruolo fondamentale nella gestione dello stress è dato dalla motivazione al lavoro che, come abbiamo visto, è sempre più deludente per i lavoratori del SSN ed in particolare per i più anziani che più hanno incontrato delusioni e fatiche e che spesso si sentono demotivati per il mancato riconoscimento della propria esperienza. I lavoratori anziani trovano maggiori difficoltà nell’adattarsi a cambiamenti interni all’azienda e questo tende spesso a emarginarli e a escluderli dai meccanismi premianti e di carriera.

"In conclusione sorgono davvero molti dubbi su un positivo rapporto costi/benefici della scelta di lavorare sino ad una età così avanzata, per un settore che comporta diversi problemi sia organizzativi che di sicurezza e tutela della salute. Anche la considerazione che la scelta sia opzionale e volontaria non vale a dissipare i dubbi e i problemi sopra evidenziati: spesso il lavoratore scegli per considerazioni economiche (l’entità della pensione su tutto) e trascura le implicanze per la salute fisica e psichica, che non sempre è in grado di valutare compiutamente.

Forse il problema sarà ridimensionato dal numero effettivo di chi sceglierà di proseguire sino a 70 anni, ma per quelli che lo decideranno i problemi rimangono e sono difficilmente superabili. La soluzione più ragionevoli sarebbe quella di riportare gli organici ai livelli corretti, tali da garantire una equa distribuzione dei carichi di lavoro e una organizzazione ergonomicamente ordinata dei turni. Ma come spesso succede in questo nostro strano paese - conclude Gilberto Boschiroli - le soluzioni più logiche sono anche quelle di più difficile attuazione pratica!”

Di fronte ad un simile scenario toccherà al Medico Competente tenere in considerazione quanto viene fuori dalla sorveglianza sanitaria adattandolo alle peculiarità del settore, cercando di far riferimento ad esempi di buone pratiche e agli studi di settore già presenti in letteratura.

Si tenga presente che sempre il medico competente dovrà disporre di strumenti di indagine in parte consolidati, come per il rischio biomeccanico, in parte da reinventare, anche superando stereotipi di sorveglianza sanitaria basata su periodicità rigide e strumenti tradizionali di diagnosi clinica, ma utilizzando nuovi indicatori meno convenzionali come ad esempio il numero di ore lavorate eccedenti le ore contrattuali, lo studio della turnistica per numero di turni mattutini, pomeridiani e soprattutto notturni, l’attenzione agli aspetti gerarchici non solo in termini di carriera, ma in termini di valorizzazione delle competenze.

Domenico Della Porta
Presidente dell’Osservatorio Malattie Occupazionali e Ambientali, OSMOA, dell’Università degli Studi di Salerno



12 gennaio 2024
© Riproduzione riservata


Altri articoli in Studi e Analisi

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy