Le donne sono il presente e il futuro della professione a livello globale, ma il loro cammino verso il riconoscimento e la parità di genere è ancora pieno di ostacoli. Secondo il rapporto “FIP Women in Science and Education”, presentato dalla Federazione Internazionale Farmaceutica (FIP), entro il 2030 le donne rappresenteranno quasi il 70% della forza lavoro del settore. Tuttavia, a questa predominanza numerica non corrisponde un’equivalente presenza nei ruoli di leadership, né condizioni di lavoro eque. L’indagine, che ha coinvolto 414 professioniste da tutte e sei le regioni dell’OMS, fotografa una realtà fatta di soddisfazione professionale, ma anche di barriere sistemiche: dalla difficoltà di conciliare lavoro e famiglia alla mancanza di trasparenza negli avanzamenti di carriera, fino a preoccupanti episodi di insicurezza sul luogo di lavoro. Un quadro che richiede interventi urgenti e mirati per costruire ambienti professionali realmente inclusivi e sostenibili.
Una professione al femminile, ma non ai vertici
I dati demografici confermano la tendenza: oltre il 60% dei laureati in farmacia sono donne, con picchi del 75% nella Regione OMS del Sud-Est Asiatico e del 73% in Europa. Tuttavia, questo “soffitto di cristallo” persiste: le donne rimangono sottorappresentate nelle posizioni dirigenziali senior, nel mondo accademico di alto livello e nei ruoli esecutivi all’interno delle associazioni di categoria a livello globale.
Soddisfatte del lavoro, ma…
Nonostante le criticità, le farmaciste trovano un alto grado di appagamento nel proprio lavoro: la maggior parte (76,6%) dichiara di provare un senso di realizzazione e oltre il 71% è soddisfatta della propria posizione attuale. Tuttavia, un dato suona come un campanello d’allarme: circa un quarto delle intervistate (24,7%) trova “deprimente” l’idea di dover passare il resto della propria vita lavorativa in un lavoro come quello attuale.
I quattro grandi ostacoli: retribuzione, conciliazione, carriera e leadership
Il rapporto FIP analizza nel dettaglio le principali aree critiche, che restituiscono un quadro complesso e variegato.
Divario retributivo e di opportunità: Sebbene il 71,8% ritenga che nel proprio luogo di lavoro viga la parità di stipendio a parità di ruolo, questa percezione crolla al 52,2% nella Regione delle Americhe. Preoccupa la mancanza di trasparenza: solo il 37,9% crede che le procedure di promozione e retribuzione siano trasparenti e appena il 35,9% giudica equo il sistema di premi.
Work-life balance, la sfida più grande: È l’area più critica. Poco più della metà (52,1%) riesce a bilanciare lavoro e responsabilità familiari, con valori che scendono sotto il 50% in Africa e nel Mediterraneo Orientale. Le responsabilità di cura (figli e anziani) pesano rispettivamente sul 31,6% e sul 20,1% delle intervistate. In Europa, le cure ai bambini rappresentano la sfida principale (36,7%). Il 21% segnala inoltre politiche di maternità/paternità e congedi speciali inadeguate.
Sviluppo professionale in salita: La mancanza di mentorship è un freno per il 40,2% delle professioniste. Altri ostacoli significativi sono i vincoli finanziari (43,3%) e i carichi di lavoro eccessivi (37,1%), con l’Africa ancora una volta in cima a questa triste classifica.
Leadership: interesse alto, opportunità basse: Il desiderio di ricoprire ruoli di leadership è forte (67,5%), toccando l’84,8% in Africa. La realtà, però, delude: meno della metà (46,7%) si sente in grado di candidarsi per ruoli senior quando pronta, e solo il 42,9% ritiene che nel proprio ambiente ci siano sufficienti posizioni di vertice. Quasi la metà (45,6%) percepisce che gli uomini abbiano più probabilità di essere selezionati per ruoli dirigenziali.
Ambiente di lavoro: preoccupa l’insicurezza
Un dato particolarmente allarmante è che quasi la metà delle rispondenti (46,9%) ha affermato di aver vissuto circostanze di insicurezza sul lavoro, tra cui rischi psico-sociali, comportamenti minacciosi o vere e proprie violenze. Per migliorare la sicurezza, le professioniste chiedono un cambiamento normativo, un migliore supporto alla salute mentale e un maggiore riconoscimento dei carichi di lavoro eccessivi.
Le raccomandazioni FIP
Alla luce di questi risultati, la FIP avanza una serie di raccomandazioni chiave per policy maker, datori di lavoro e professionisti stessi:
-Rafforzare le politiche di conciliazione vita-lavoro.
-Promuovere culture aziendali positive e inclusive.
-Garantire un’adeguata dotazione di personale e risorse.
-Monitorare regolarmente la soddisfazione, la sicurezza e l’equità della forza lavoro.
-Condividere le buone pratiche a livello globale per ridurre le disparità.
Il messaggio è chiaro: il talento femminile è la spina dorsale della farmacia globale. Valorizzarlo appieno, rimuovendo barriere sistemiche e creando ambienti di lavoro equi e sicuri, non è solo una questione di giustizia, ma una strategia necessaria per la sostenibilità e l’efficacia dell’intera professione.
International pharmaceutical federation