I bilanci delle Asl laziali e i dubbi sull’archiviazione del caso

I bilanci delle Asl laziali e i dubbi sull’archiviazione del caso

I bilanci delle Asl laziali e i dubbi sull’archiviazione del caso
Dalle notizie di stampa la decisione appara francamente non affatto motivata. Il reato di falso in bilancio c’è stato. Quanto ad ogni prosieguo non si comprende lo stop, atteso che il falso di bilancio è reato perseguibile d’ufficio, peraltro in questo caso concretizzato da numerosi esponenti della sanità laziale. Una malagestio, quella emersa, che ha determinato un buco nel bilancio pubblico di circa un miliardo a pagamento di extrabudget ad erogatori privati. Ovviamente non dovuto.

Desta non poca meraviglia la decisione del procuratore della Repubblica di Roma Li Voi di archiviare il caso dei bilanci falsi delle Asl laziali così come del rendiconto consolidato della Regione Lazio del 2022. Dalle notizie di stampa la decisione appara francamente non affatto motivata. Il reato di falso in bilancio c’è stato. Un tema del quale QS si è occupato nell’imminenza dell’evento (si vedano qui articoli del 26 aprile e 30 ottobre 2023)

A dimostrarlo:

  • i tre prestigiosi periti della Procura di Roma: un esperto già presidente della Corte dei conti della Campania; un dirigente “laico” della magistratura contabile e un accademico di elevata caratura e professionalità;
  • la decisione della Sezione di Controllo della Corte dei conti laziale n. 148/2023 che ha preso atto dell’antifona, scoperta dalle delibere della medesima Sezione (nnr. 30, 31 e 32/2022/PRSP, parifica per il 2021 nr. 135/2022) nonché dalle Sezioni riunite, in sede giurisdizionale, sentenze nnr. 5, 6 e 7/2023);
  • le registrazioni contabili effettuate, pare, senza il supporto di alcuna documentazione dei terzi debitori sopravvenuti (da qui, le presunte note di debito) e comunque, sembra, senza la naturale emissione di note di credito corrispondenti al valore dell’indebito pagamento, da potere anche compensare con crediti successivi;
  • la consapevolezza diffusa di quanto emerso, tanto da essere definito da un direttore estensore di essere di fronte a “bilanci fuffa”.

Quanto ad ogni prosieguo non si comprende lo stop, atteso che il falso di bilancio è reato perseguibile d’ufficio, peraltro in questo caso concretizzato da numerosi esponenti della sanità laziale. Una malagestio, quella emersa, che ha determinato un buco nel bilancio pubblico di circa un miliardo a pagamento di extrabudget ad erogatori privati. Ovviamente non dovuto.

A fronte di quanto è avvenuto – e nella logica che il perseguimento di un reato a danno della PA da recuperare con le corrispondenti azioni intraprese dalla Procura della Corte dei conti del Lazio – basta leggere la sequela dei provvedimenti commissariali del 2018 (Dca n. 521) e del 2019 (Dca n. 297) nonché le pezze tentate nel 2024. Con siffatti provvedimenti, specie con il primo, viene scritto l’indicibile, tale da rendere difficile un suo concepimento a chi dovrebbe masticare le regole della contabilità pubblica e del bilancio ma soprattutto dei comportamenti che integrano reati penali e danni erariali.

Nel leggere, seppure con la necessaria prudenza interpretativa, il DCA 521/2018 si dà sin da allora mandato «a stornare con contropartita il “fondo di dotazione” le partite contabili che a seguito di valutazione straordinaria, risultino insussistenti o inesigibili, se iscritte in data precedente al 1 2015». Una indicazione perfettamente in linea con la definizione del cosiddetto Fondo di dotazione (differenza delle attività con le passività) previsto dal d.lgs. 118/2011 per l’accesso alla contabilità economica-patrimoniale. Ciò che non si comprende però è perché si sia ricorso, da parte di tutte le Asl e della Regione, ad una tale procedura anche nel biennio 2021-2022 e forse più avanti. Tutto questo ingenera la preoccupazione che siano stati stornati sistematicamente, attraverso improprie movimentazioni incidenti sul patrimonio netto – senza influenzare il conto economico con naturali annotazioni delle corrispondenti insussistenze dell’attivo – crediti insussistenti o inesigibili non sufficientemente documentati ovvero non giustificati, pare, da note di debito mai emesse da fornitori divenuti debitori.

L’attuale giunta regionale ha messo a posto il tutto con la delibera formalizzata in autotutela, esattamente di un anno fa: la n. 69 del 14 febbraio 2024.

Con tale provvedimento giuntale ha:

  • revocato le anzidette storture sancite dal DCA 521/2018;
  • sancito il ripristino il fondo di dotazione al 31 dicembre 2017;
  • ripristinato, nel bilancio di esercizio 2023 – senza invece ricorrere, così come impone il principio di continuità e trasparenza, a componenti straordinarie da registrare nel conto economico 2024 – il ricorso ai principi contabili sancendo la corretta applicazione di tutti gli ordinari principi contabili vigenti;
  • assunto l’impegno ad istituire appositi sottoconti nel Piano dei conti regionale per “accogliere le movimentazioni contabili derivanti” dalla delibera medesima e a fornire indicazioni al riguardo agli enti del servizio sanitario regionale.

Ettore Jorio

Ettore Jorio

17 Febbraio 2025

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