Gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) istituiti con la Legge n. 833 del 1978, sono Ospedali di eccellenza che perseguono finalità di ricerca, clinica e traslazionale, nel campo biomedico ed in quello della organizzazione e gestione dei servizi sanitari ed effettuano prestazioni di ricovero e cura di alta specialità. Il Decreto Legislativo n. 288 del 2003 ha disposto il riordino degli IRCCS pubblici prevedendo anche la possibilità della trasformazione degli Istituti pubblici in Fondazioni.
Il Ministero della Salute vigila gli IRCCS per garantire che la ricerca scientifica da essi svolta, che ne costituisce il principale obbiettivo, sia finalizzata all’interesse pubblico con una diretta ricaduta sulla qualità dell’assistenza fornita ai pazienti. A questo scopo vengono annualmente verificati i livelli di applicazione di questi principi generali per ogni singolo IRCCS. I parametri che vengono analizzati a questo scopo sono ritenuti funzionali ad un esame completo delle capacità di ricerca delle singole Istituzioni. In questa analisi sono stati presi in considerazione i parametri principali di questa valutazione.
ANALISI E RISULTATI
In data 27 febbraio u.s. sono stati presentati dal Ministero della Salute i risultati delle attività svolte dai 54 IRCCS italiani (Monotematici: 44, Politematici: 10). La disponibilità complessiva di Fondi provenienti dal Ministero della Salute nel 2024 sulla Ricerca Corrente è stata di circa 187 milioni con una sensibile diminuzione rispetto ai due anni precedenti (192 milioni 2023, 231 milioni 2022). La ricerca corrente dei 54 IRCCS è stata finanziata nel corso del 2024 con una disponibilità effettiva di 179 milioni vs 172 milioni dell’anno 2022 ed ha visto lo svolgimento di 4.976 progetti di ricerca e di 7.421 trials clinici, esattamente gli stessi numeri riportati nel 2022. Il numero di pazienti coinvolti è stato nel 2023 invece decisamente inferiore al 2022 (61.887 vs 50.326) Il numero di pubblicazioni scientifiche si è incrementato (da 18.818 a 19.251) mentre l’impact factor normalizzato complessivo è diminuito da 102.238 a 101.677 ed anche le citazioni hanno subito quasi un dimezzamento da 648.932 a 348.642, valori che francamente sono difficili da interpretare. I 54 IRCCS inoltre hanno incassato un volume di finanziamenti, diversi da quelli provenienti dal Ministero della Salute, molto inferiore da 334,5 milioni nel 2022 a 252,2 milioni di Euro nel 2023.
I dati presentati hanno riguardato l’attività svolta nel corso dell’anno precedente alla data di presentazione. Questo anno la presentazione è avvenuta con un ritardo di circa tre mesi e quindi i risultati presentati riguardano le attività svolte dagli IRCCS nel corso dell’anno 2023. La metodologia generale della presentazione ha ricalcato quella abituale degli ultimi anni però con alcune differenze che vengono dettagliate in questo documento.
Per quel che riguarda i fondi destinati agli IRCCS per la ricerca corrente sono stati distribuiti per il 70,26% = 120 milioni circa agli IRCCS monotematici e per il 29,74% = 49 milioni circa a quelli politematici con percentuali abbastanza simili rispetto all’anno precedente (69,60% vs 30,3%).
All’interno di tale ripartizione, un discorso a parte meritano gli istituti riabilitativi ai quali vengono di norma applicati parametri inferiori rispetto ai monotematici delle singole aree.
I dati relativi al Finanziamento della Ricerca Finalizzata non sono contenuti nella relazione.
E veniamo ai risultati di performance descritti nei minimi particolari per ogni Istituto.
Il numero di pubblicazioni prodotte dagli IRCCS monotematici è stato >=200 per 19/44 IRCCS, primi il Bambin Gesù, l’IEO e l’Istituto Tumori di Milano, <200 pubblicazioni per gli altri 25 IRCCS ed addirittura <100 pubblicazioni per 7 IRCCS.
Per quanto attiene all’Impact Factor valido, 18 su 44 IRCCS hanno raggiunto valori superiori a 1.000 con tre IRCCS con valori davvero elevati (2.600-3.500). Il 59% degli IRCCS invece (26 su 44) hanno ottenuto valori inferiori a 1.000 e ben un terzo di essi addirittura inferiori a 500, quindi molto insufficienti.
Per quel che si riferisce al Citation Index il valore riportato è francamente incomprensibile ed in ogni caso non si riferisce al valore complessivo neppure medio delle citazioni riportate da ciascuna pubblicazione come prodotto negli anni precedenti. Questo dato quindi non è in nessun modo commentabile e va meglio specificato riguardo alla sua natura o addirittura del tutto riformato o meglio assimilato alle presentazioni degli anni precedenti. D’altra parte anche il dato relativo ai risultati del volume complessivo di citazioni di tutti gli IRCCS rispetto agli anni precedenti sembra, come detto sopra, assolutamente incongruente.
Il complesso dei valori presentati relativi alle pubblicazioni mette in chiara evidenza una brillante attività di alcuni IRCCS monotematici (almeno 5), valori medi per un buon 60% di essi e valori assolutamente insufficienti per circa un terzo.
E veniamo alle attività di sperimentazione clinica. Per quel che riguarda il numero dei Trials Clinici con ruolo di coordinatore sono stati almeno 10 per almeno 9 IRCCS dei quali l’Istituto Tumori di Milano, il Pascale e l’IEO ai primi 3 posti, mentre ben 35 IRCCS (80%) hanno svolto il ruolo di coordinatore in meno di 10 Trials ed addirittura 23, la metà, in meno di 5, con ben 10 IRCCS che non hanno coordinato neppure uno studio.
Per quel che riguarda lo svolgimento del ruolo di Partner un terzo degli IRCCS ha svolto questo ruolo in più di 20 studi ma addirittura 10 IRCCS (23%) in meno di 5 studi e sono più o meno gli stessi che hanno realizzato risultati negativi per quanto riguarda il parametro precedente.
Per quanto riguardo il numero di pazienti reclutati negli studi clinici viene riportato un numero di circa 35.000 pazienti da parte di un IRCCS per il quale il dato citato sembra assolutamente sproporzionato e viene riportato un dato molto basso anche questo irrealistico per altri IRCCS che invece usualmente producono numeri nettamente più elevati. Questi numeri, quindi, devono essere assolutamente ricontrollati. Poi ben 8 IRCCS non hanno reclutato nessun paziente e 23, circa la metà, meno di 100 pazienti.
Per quanto riguarda i parametri riguardanti lo svolgimento dell’attività di ricerca clinica, pertanto una quota rilevante di IRCCS ha dimostrato di non svolgere per nulla questo tipo di attività, peraltro importantissima per gli IRCCS.
In relazione al parametro relativo ai primi 5 DRG coerenti di ricovero vengono riportate per alcuni IRCCS cifre assolutamente irrealistiche perché troppo elevate, mentre per altre un valore troppo basso e quindi anch’esso sospetto. Questi dati devono essere completamente ricontrollati insieme con quelli di tutti gli IRCCS, relativi a questo parametro.
E veniamo all’ultimo punto esaminato che è quello della mobilità attiva regionale e dall’estero che sono molto significativi della competitività dei singoli IRCCS in ambito nazionale ed internazionale.
Per quel che riguarda la mobilità regionale anche questo parametro viene rappresentato in modo presumibilmente errato un’istituzione che supererebbe il 180% dei dimessi fuori Regione rispetto a tutti i dimessi, ma anche per altre istituzioni con valori smisuratamente alti rispetto alle dimissioni intraregionali (dal 40 all’80%). Ovviamente anche questa tabella va completamente rivista e riformata nei numeri.
Per quel che riguarda la mobilità in ambito europeo o extra UE questa è generalmente molto bassa (inferiore allo 0,5% nei due terzi degli IRCCS ed addirittura 0 in 6 di essi).
Passiamo ora ad esaminare gli stessi valori relativi agli IRCCS Politematici. Il numero di pubblicazioni è chiaramente mediamente più elevato rispetto agli IRCCS monotematici come anche i valori di Impact Factor per il quale vengono riportati numeri invece molto bassi per 2. La tabella sul Citation Index comporta le stesse problematiche già citate per quella dei monotematici. Anche la partecipazione a Trials con ruolo di coordinatore rivela numeri molto più elevati tranne che per 3 IRCCS che sono gli stessi in sofferenza anche per quanto attiene agli studi clinici con ruolo di Partner ed anche al volume annuo dei pazienti.
Il confronto dei dati ottenuti nel corso dell’anno 2023 rispetto all’anno precedente mostra in termini percentuali che per tutti i parametri esaminati solo 5-8 dei 54 IRCCS (9-15%) migliorano i loro risultati mentre la grande maggioranza di essi li peggiora, molti anche in modo considerevole.
CONSIDERAZIONI FINALI
Numerosi sono quindi i dati presenti nel documento di difficile comprensione, anche inspiegabili e probabilmente errati che avrebbero richiamato l’attenzione di un lettore anche poco esperto e competente ed avrebbero così potuto essere oggetto di un utile confronto con gli stessi dati molto diversi degli anni precedenti e con quelli del flusso formativo in dotazione presso la Direzione Generale della Prevenzione del Ministero almeno per quel che riguarda i DRG, la mobilità interregionale ed internazionale e la parte relativa alle procedure chirurgiche, dati pubblici già da tempo emanati anche da Conferenza Stato Regioni ed Agenas che li valuta anche in termini di percentuale sul totale delle Regioni come anche per l’Indice di Case Mix (ICM) ed Indice Complessivo di Performance (ICP) e per quanto attiene agli studi clinici con i dati in possesso dell’Osservatorio di AIFA che li divide per categoria, fonte di finanziamento ed anche afferenza alla Piattaforma Europea di cui al Regolamento UE n. 536/2014.
Il rapporto non considera in alcun punto i finanziamenti della Ricerca Corrente delle Reti di Patologia, come se non esistessero o non avessero un finanziamento. Le reti sono nate per diventare il più grande Network di ricerca italiano nei diversi settori (oncologia, cardiologia, neurologia, pediatria, invecchiamento, malattie muscolo-scheletriche) istituite dal Ministero per favorire la diffusione delle informazioni sulla attività clinico-scientifica e coordinare azioni di grande rilevanza internazionale volte ad aumentare il rilievo e la competitività del settore. Ciò anche per promuovere ed agevolare la ricerca scientifica e tecnologica e le attività di formazione favorendo lo scambio di dati e risultati scientifici, l’accesso a tecnologie complesse e lo sviluppo di progetti comuni per migliorare prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione delle malattie specifiche e di trasferire i risultati delle ricerche nella filiera industriale.
È evidente che per una proposizione così ambiziosa su temi di così grande rilevanza dovrebbero essere disponibili progetti e strategie da sottoporre necessariamente alla valutazione e revisione indipendente (peer review) insieme agli indicatori specifici di attività sulla base dei quali il finanziamento viene erogato, sistema che sembra da qualche tempo sia stato abbandonato. Inoltre gli indicatori non possono prescindere dai livelli di integrazione con altri finanziamenti e reti gestiti dalle Regioni, nonché con progetti speciali dello stesso Ministero della Salute sulle stesse tematiche, oltre ad indicatori assistenziali della ricaduta delle attività effettuate. Questa stessa modalità di valutazione e revisione deve essere inoltre assolutamente continuata per i progetti che sono presentati da IRCCS e Regioni nell’ambito dei Finanziamenti della Ricerca Finalizzata.
I risultati sopra riportati delineano comunque un quadro complessivo francamente deludente circa l’aderenza dell’attività di molti IRCCS rispetto alle finalità istituzionali che sono state alla base del loro riconoscimento. Ormai oltretutto da molti anni è invalsa l’abitudine di nuovi riconoscimenti dello stato di IRCCS e quindi la loro crescita numerica con una diminuzione annuale dell’importo complessivo della somma stanziata e senza peraltro che venga realizzata nessuna sospensione del riconoscimento almeno per gli Istituti che evidentemente hanno mancato di cogliere i principali obiettivi istitutivi degli IRCCS che comunque continuano a percepire somme non irrilevanti almeno del Finanziamento per la Ricerca Corrente ed applicano anche progetti che vengono finanziati nell’ambito delle risorse della Ricerca Finalizzata. Altre Istituzioni hanno richiesto il riconoscimento di IRCCS e sono in lista di attesa per una loro valutazione.
L’effetto di un tale modo di procedere di fatto realizza la situazione di allocare risorse sempre inferiori proprio agli IRCCS più meritevoli determinandone inevitabilmente una diminuzione del tutto chiaramente già evidente dei livelli qualitativi e quantitativi della loro attività scientifica. Questa affermazione è confermata anche quest’anno dalla diminuzione, rispetto all’anno scorso, per quasi tutti gli IRCCS, inclusi quelli con risultati migliori, della percentuale di realizzazione delle singole performance per tutti i parametri esaminati. Una situazione di questo genere potrà solo peggiorare per effetto di eventuali nuovi riconoscimenti in assenza di sospensione dei riconoscimenti agli IRCCS meno meritevoli. Un sistema che a parità di finanziamento complessivo si preveda aperto per nuovi accessi ma è chiuso a dismissioni, anche se altamente giustificate, è chiaramente destinato a fallire per quel che riguarda il raggiungimento dei suoi principali obiettivi. Da questo punto di vista risulta davvero incomprensibile come due Istituti abbiano potuto ricevere il riconoscimento di IRCCS in assenza dei requisiti minimi per poter espletare attività di assistenza e di ricerca clinica, quale per esempio la dotazione di strutture di degenza.
L’augurio è che si preveda di destinare somme maggiori a questo importantissimo settore della Sanità italiana, peraltro unico nel panorama internazionale e nel contempo si applichino criteri di giudizio oggettivo e trasparente per i nuovi riconoscimenti e nelle revoche del riconoscimento per gli Istituti palesemente inadempienti, nonché si affidi sempre ad un sistema di revisione di più valutatori con elevata competenza l’assegnazione dei Fondi della Ricerca Corrente sulla base dell’analisi attenta delle attività svolte insieme con i progetti della Ricerca Finalizzata, il tutto in aderenza ai compiti ed agli obiettivi che la Legge assegna a questi Istituti. Ciò corrisponde del resto all’esigenza già richiamata più volte dal Ministro Schillaci di dover utilizzare al meglio le risorse largamente insufficienti destinate alla Sanità evitando almeno sprechi ed inefficienze.
Francesco Cognetti
Presidente FOCE
(ConFederazione degli Oncologi, Cardiologi ed Ematologi)