Medici di famiglia e pediatri sempre meno numerosi: in dieci anni persi oltre 8 mila professionisti. Ed è allarme pensionamenti

Medici di famiglia e pediatri sempre meno numerosi: in dieci anni persi oltre 8 mila professionisti. Ed è allarme pensionamenti

Medici di famiglia e pediatri sempre meno numerosi: in dieci anni persi oltre 8 mila professionisti. Ed è allarme pensionamenti
Nel decennio 2013-2023 i medici di medicina generale si sono ridotti di 7.220 unità e i pediatri di libera scelta di quasi mille. Oggi in Italia ci sono 68,1 MMG ogni 100mila abitanti, meno della Germania e molto meno della Francia. Intanto cresce il rapporto cittadini/medico e incombe la “gobba pensionistica”: oltre 20 mila uscite previste entro il 2035. Aumentano le borse di formazione, ma restano dubbi sulla tenuta del sistema di cure primarie.

Il Servizio sanitario nazionale rischia di trovarsi a breve senza un’adeguata rete di assistenza primaria e abbiamo visto come già questo sia un problema con numerosi accessi impropri ai Pronto Soccorso. I dati Agenas sul personale del SSN evidenziano un calo costante di medici di medicina generale e pediatri di libera scelta: dai 45.203 MMG del 2013 si è scesi a 37.983 nel 2023, mentre i pediatri sono passati da 7.705 a 6.706 nello stesso periodo. Una contrazione che pesa sulla capacità del sistema di garantire prossimità e continuità delle cure, proprio mentre aumenta l’età media dei professionisti e si avvicina l’ondata dei pensionamenti.

Un quadro in peggioramento
Il confronto europeo è eloquente: l’Italia conta 68,1 MMG ogni 100mila abitanti, contro i 72,8 della Germania e i 96,6 della Francia. In parallelo cresce il numero di assistibili per ciascun medico: nel Lazio si passa da 0,92 MMG per mille abitanti del 2019 a 0,83 nel 2023; in Lombardia da 0,72 a 0,62; in Campania addirittura da 0,86 a 0,73. Anche per i pediatri la riduzione è diffusa, con un peggioramento del rapporto bambini/pediatra in quasi tutte le regioni.

Pensionamenti in arrivo
Secondo le stime Agenas, al 31 dicembre 2023 erano attivi 57.176 medici nel ruolo unico di assistenza primaria. Considerando che il 39,5% ha più di 55 anni, entro il 2035 lasceranno il servizio circa 20.500 professionisti, pari a oltre 1.700 all’anno. Uno scenario che rischia di aggravare la già critica disponibilità di medici di famiglia e pediatri.

Le risposte: più borse, ma basteranno?
Un tentativo di inversione di rotta arriva dal rafforzamento della formazione. Grazie anche ai fondi PNRR, le borse destinate alla formazione dei medici di medicina generale sono aumentate di 900 unità nel quinquennio 2020-2025, raggiungendo quota 2.228 nel 2025. In totale, dal 2020 al 2025 sono state finanziate 15.830 borse. Un impegno significativo, ma che rischia di non essere sufficiente a colmare il gap tra uscite e nuovi ingressi, soprattutto in assenza di misure per rendere più attrattiva la professione.

Il nodo della prossimità
Il nuovo Accordo collettivo nazionale ha introdotto il “ruolo unico di assistenza primaria”, con incarichi a tempo pieno fino a 38 ore settimanali e funzioni estese al governo del processo assistenziale, alla continuità delle cure e al perseguimento degli obiettivi di salute della comunità. Ma senza un adeguato ricambio generazionale e strumenti di incentivo, la rete rischia di restare fragile.

Luciano Fassari

Luciano Fassari

06 Ottobre 2025

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