La sigaretta elettronica si conferma un valido strumento per smettere di fumare e limitare i danni da fumo. È quanto emerge da una nuova ricerca condotta da Euromedia Research con il supporto di Aanfe Confindustria, presentata oggi a Roma in occasione del “World No Tobacco Day 2025”.
Il 92,2% di chi utilizza l’e-cig è un ex tabagista. Questo primo dato conferma, innanzitutto, come i prodotti a rischio ridotto siano dei validi strumenti di cessazione o quantomeno di diminuzione del danno. Tra gli utilizzatori di sigarette elettroniche, inoltre, il livello di soddisfazione risulta elevato (82,9%), così come i benefici percepiti in termini di salute, definiti per il campione “tangibili”. Infatti, secondo 2 ex fumatori tradizionali su 3 il passaggio dalla vecchia sigaretta a quella elettronica ha coinciso con notevoli miglioramenti nel benessere fisico. Lo studio rivela altresì che il 4,7% della popolazione italiana ha smesso di fumare grazie alla e-cig. Elemento chiave dei prodotti di nuova generazione è l’assenza di combustione, che distingue la sigaretta elettronica dal fumo “classico” e riduce l’esposizione a sostanze nocive.
A fare poi un uso esclusivo della sigaretta elettronica è il 5,1% della popolazione italiana maggiorenne che sceglie questi dispositivi specificatamente con l’obiettivo di ridurre i danni provocati dal fumo tradizionale (28,4%) e intraprendere un percorso verso la cessazione (20,6%). Tra gli aspetti più rilevanti per questi utilizzatori vi è la possibilità di scegliere tra una vasta gamma di aromi, elemento considerato fondamentale per favorire un abbandono efficace e duraturo dalla vecchia bionda. Per la quasi totalità di essi, infatti, la varietà di gusti diversi dal tabacco (77% del consumo) ha avuto un ruolo determinante nel passaggio dalla classica sigaretta a quella elettronica. Il 43,1% dei consumatori, soprattutto le donne, predilige gli aromi alla frutta, mentre quasi 1 utilizzatore su 4 sceglie quelli al tabacco (per la maggior parte gli over 65). Tra le criticità evidenziate per questo target: il dover ricaricare i dispositivi e, in qualche caso, l’aspetto economico.
La ricerca evidenzia, infine, come permanga una significativa disinformazione tra gli italiani: solo un terzo della popolazione si dichiara effettivamente informato sui diversi prodotti alternativi al fumo presenti sul mercato. Una confusione espressa soprattutto dai fumatori tradizionali che ritengono le e-cig più dannose di quelle che attualmente utilizzano (5%). Anche tra chi non ha mai fumato nella propria vita il pregiudizio resta. Di opinione contraria coloro che invece usano le e-cig. Infatti, 3 utenti vaper su 4 la ritengono un’opportunità concreta per migliorare la propria salute.
“La ricerca è stata realizzata su un campione di 4.000 interviste, un campione molto ampio che è riuscito a far emergere il desiderio che hanno molti fumatori di smettere di fumare. Ebbene la scelta di utilizzare E-CIG è stata indicata come un passaggio per limitare i danni provocati dal fumo e tentare di smettere di fumare. A conferma di questa scelta, i principali benefici associati alle e-cig ad esempio sono legati agli aspetti della salute e alla minor “puzza” generata rispetto alle sigarette tradizionali, di contro, però, risultano essere ancora costose e il doverle ricaricare rende meno pratico il loro utilizzo. Il 92,2% di coloro che si dichiarano utilizzatori di sigaretta elettronica (pari al 4.7% del totale campione) in passato era un fumatore tradizionale. Le e-cig, quindi, hanno contribuito, nella quasi totalità dei casi, in modo importante nel tentativo di smettere di fumare”, ha evidenziato Alessandra Paola Ghisleri, Partner di Euromedia Research.
“I dati presentati oggi confermano quello che ci attendevamo: la sigaretta elettronica è riconosciuta da coloro che non riescono o non vogliono smettere di fumare un valido alleato nel percorso verso la cessazione e nella riduzione dei danni legati al fumo. Il sondaggio sottolinea anche il ruolo centrale degli aromi nella scelta di abbandonare la sigaretta tradizionale. Al tempo stesso, risulta un campione alquanto disinformato e confuso. Frutto di comunicazioni disordinate e di propagande ideologiche portate avanti in questi anni. Per questo diventa fondamentale promuovere una corretta informazione, basata su evidenze scientifiche, capace di far emergere il 95% di nocività in meno della sigaretta elettronica rispetto a quella tradizionale, in un’ottica di riduzione del rischio e di risparmio sul nostro sistema sanitario”, ha commentato Umberto Roccatti, Presidente di Anafe Confindustria.