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Suicidio medicalmente assistito in Toscana: primo caso dopo l’approvazione della legge regionale 

Morto lo scrittore Daniele Pieroni, previa verifica delle condizioni e con l’assistenza della Asl Toscana Sud Est. Aveva preso contatto con il Numero Bianco dell’Associazione Coscioni. Gallo e Maltese: “Asl Toscana virtuosa grazie a legge di civiltà, impugnata senza alcun fondamento giuridico da un Governo che prepara una legge nazionale per ostacolare le Regioni”. Giani: “Legge toscana ha colmato vuoto. Adesso serve però norma nazionale”.

12 GIU - Lo scorso 17 maggio, nella provincia di Siena, lo scrittore Daniele Pieroni ha potuto scegliere, di porre fine alla propria vita, grazie alla sentenza Cappato – Antoniani n. 242/19 della Corte costituzionale e alla legge regionale “Liberi Subito”, approvata dal Consiglio regionale della Toscana nel febbraio 2025. Ad annunciarlo l’Associazione Coscioni in una nota.

“È il primo caso di morte volontaria assistita avvenuto nella Regione Toscana da quando la legge è entrata in vigore, a conferma della sua piena applicabilità in virtù di giudicato costituzionale, nonostante l’impugnazione da parte del Governo”, sottolinea la nota.

Nato nel 1961, Daniele Pieroni era affetto dal 2008 dal morbo di Parkinson e, a causa di una grave disfagia, era costretto a vivere con una gastrostomia endoscopica percutanea (PEG) in funzione per 21 ore al giorno. Nell’agosto 2023, tramite un amico, aveva contattato il Numero Bianco dell’Associazione Luca Coscioni (06.99313409) per ricevere informazioni su come accedere alla morte volontaria assistita. In giornata, Marco Cappato gli aveva fornito tutte le indicazioni necessarie incluse le informazioni anche sulle disposizioni anticipate di trattamento (DAT) sul percorso di sedazione palliativa profonda e sul distacco dei trattamenti in corso. Daniele ha scelto il percorso previsto dalla sentenza Cappato e ha inviato la richiesta formale è stata inviata all’AUSL Toscana Sud Est il 31 agosto.

Dopo aver ricevuto, lo scorso 22 aprile, l’esito positivo delle verifiche previste dalla sentenza della Corte costituzionale nota come “Cappato-Dj Fabo”, Daniele Pieroni , meno di un mese dopo, ha confermato la volontà di procedere a casa. “Il tutto si è svolto nel pieno rispetto della procedura prevista dalla legge toscana e delle condizioni stabilite dalla Consulta. A casa sua è stato preparato il farmaco letale, che Daniele si è autosomministrato”, spiega l’Associazione Coscioni.

Erano presenti, su base volontaria, due dottoresse e un medico legale dell’ASL, che, riferisce l’Associazione, “hanno agito con grande umanità e professionalità, come confermato da chi era presente”.

Accanto a Daniele c’erano anche Felicetta Maltese, coordinatrice della Cellula toscana dell’Associazione Luca Coscioni, il fiduciario di Daniele, le badanti e i familiari. Alle 16:47 Daniele ha attivato il dispositivo a doppia pompa infusiva e alle 16:50 ha smesso di respirare, serenamente.

“Il personale sanitario è stato esemplare, presente non solo sul piano professionale ma anche umano. È importante che la legge abbia funzionato e che l’ASL abbia rispettato i tempi con serietà e rispetto”, ha dichiarato Felicetta Maltese, attualmente indagata insieme a Marco Cappato e Chiara Lalli per aver aiutato un altro cittadino toscano, Massimiliano, affetto da sclerosi multipla, ad accedere al suicidio assistito in Svizzera.

“La legge toscana sul fine vita, frutto di un’iniziativa popolare sostenuta da oltre 11.000 persone, è un atto di civiltà e responsabilità che garantisce tempi certi per l’accesso all’aiuto medico alla morte volontaria, applicando quanto già stabilito dalla Corte costituzionale”, dichiarano Filomena Gallo e Marco Cappato, Segretaria nazionale e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni. “L’impugnazione del Governo Meloni – concludono - è una scelta ideologica e priva di fondamento giuridico, volta a ostacolare un diritto già riconosciuto, come anche la proposta di legge che il Governo intende presentare per sbarrare la strada alle Regioni. Intanto, troppe persone continuano a soffrire o a emigrare per morire con dignità. Invitiamo tutte le Regioni ad agire per garantire la libertà e il rispetto delle volontà delle persone”.

Sul caso è intervenuto anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. “La legge toscana sul fine vita ha colmato un vuoto”, ha dichiarato in una nota. “Occorre però adesso una norma nazionale che formalizzi quanto affermato dalla Corte Costituzionale con la sentenza 242 del 2019”.

“Quanto avvenuto – secondo Giani - dimostra che la nostra legge, in realtà, non crea nuove condizioni, anche di disciplina, rispetto al fine vita medicalmente assistito. La legge si è limitata a tradurre in procedure obiettive, imparziali, neutre, uguali per tutti quanto affermato dalla Corte Costituzionale con la sentenza 242 del 2019. La legge toscana ha reso concreti i principi contenuti nella sentenza, permettendo ai cittadini di accedere ad un percorso di fine vita medicalmente assistito, rispettando il principio di autodeterminazione”.

“In poche parole – ha concluso Giani – siamo davanti alla dimostrazione più evidente di quanto la legge toscana abbia momentaneamente colmato un vuoto, che però non abbiamo la presunzione di riempire per sempre. Diventa adesso opportuno arrivare a una legge nazionale che traduca i principi della sentenza della Consulta”.

12 giugno 2025
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