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Etnoclinica nelle carceri. Approvato il progetto sperimentale per migliorare l’assistenza sanitaria

Il progetto nasce dalla necessità di superare le barriere linguistiche e culturali che spesso ostacolano la presa in carico e la cura dei detenuti stranieri. Stanziati 80mila euro. Bezzini: “Garantire un’assistenza adeguata a tutti i detenuti, a prescindere dalla loro provenienza, è un dovere civico e un elemento fondamentale per la riabilitazione e il reinserimento sociale”

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La giunta della Toscana ha approvato il “Progetto per la realizzazione di interventi di etnoclinica in carcere”, un’iniziativa innovativa finalizzata a migliorare l’assistenza sanitaria per i detenuti stranieri, che rappresentano una quota significativa della popolazione carceraria regionale.

Elaborato in collaborazione con i Direttori delle Aree sanità penitenziaria e approvato dalle Direzioni sanitarie delle Aziende USL toscane, il progetto nasce dalla necessità di superare le barriere linguistiche e culturali che spesso ostacolano la presa in carico e la cura dei detenuti stranieri da parte degli operatori sanitari.

“L’iniziativa si inserisce nell’impegno della Regione Toscana per una sanità equa e accessibile - ha detto il presidente Eugenio Giani -, anche in contesti complessi come quello carcerario dove il rispetto delle diversità culturali può fare la differenza nella qualità delle cure e nel percorso di recupero".

“Questo progetto rappresenta un passo importante verso un sistema sanitario penitenziario sempre più inclusivo e attento alle specificità culturali – ha dichiarato l’assessore regionale al diritto alla salute Simone Bezzini – garantire un’assistenza adeguata a tutti i detenuti, a prescindere dalla loro provenienza, è un dovere civico e un elemento fondamentale per la riabilitazione e il reinserimento sociale”.

Per garantire un’assistenza clinica e terapeutica appropriata, il progetto prevede l’attivazione di percorsi sanitari integrati con il supporto di psicologi, etnopsicologi, antropologi, mediatori etnoclinici e linguistici, ed etnopsicoterapeuti.

All’iniziativa sono state destinati 80mila euro, ripartiti tra le tre Aziende sanitarie toscane in base alla presenza di detenuti stranieri nelle rispettive aree di competenza: 42.000 euro all’Azienda USL Toscana Centro; 28.000 all’Azienda USL Toscana Nord Ovest e 10.000 all’Azienda USL Toscana Sud Est. La sperimentazione avrà una durata di un anno, al termine del quale sarà effettuata una valutazione.



02 luglio 2025
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