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Toscana. Continua l’impegno della Regione contro le mutilazioni genitali femminili

Saccardi: “Nonostante i numerosi e importanti passi in avanti fatti nel contrasto e nella lotta alle mutilazioni genitali femminili,  ogni anno nel mondo due milioni di ragazze sono a rischio di subire questa pratica”.

05 FEB - Il 6 febbraio si celebra la Giornata internazionale per la lotta alle mutilazioni genitali femminili e la Regione Toscana, da anni impegnata concretamente sia sul territorio nazionale sia con progetti di partenariato internazionale, ha annunciato di rinnovare la sua adesione.

La Toscana è tra le regioni che più si sono impegnate nella prevenzione e nel contrasto del fenomeno delle mutilazioni genitali oltre che nel sostegno alle donne che hanno subìto questa pratica. Negli ultimi anni sono stati adottati piani di intervento, buone pratiche e prevenzione ma anche convenzioni, raccomandazioni e attività di formazione e informazione rivolta agli operatori sanitari e socio-sanitari.

“Nonostante i numerosi e importanti passi in avanti fatti nel contrasto e nella lotta alle mutilazioni genitali femminili due milioni di ragazze, nel mondo, restano a rischio di subire questa pratica ogni anno”, afferma l’assessore regionale al Diritto alla Salute Stefania Saccardi in una nota.

“I nostri servizi sul territorio hanno individuato una procedura di intervento per la prevenzione e il contrasto delle mutilazioni genitali femminili che ha coinvolto tutti i soggetti che devono partecipare al raggiungimento dell'obiettivo, comprese le associazioni dei migranti e associazioni interculturali come Nosotras Onlus, che hanno fatto di questa battaglia una missione”, aggiunge la direttrice del Centro Salute Globale della Regione Toscana, Maria Jose Caldés Pinilla. “I movimenti migratori ci pongono di fronte alla necessità di proseguire l'impegno comune per debellare il fenomeno nell'ottica della garanzia della salute della donna e delle bambine”.


“Per tradurre gli obiettivi internazionali in azioni concrete sono necessarie sinergie che mettano in relazione le comunità, la società civile, le organizzazioni, i governi, quelli nazionali e quelli locali”, spiega la presidente dell'Associazione Nosotras Laila Abi Ahmed. “Questo perché porre fine alle mutilazioni genitali femminili è una decisione politica. Questa estate siamo tornate a confrontarci, in Niger, con l'associazione Coniprat, membro dell'Inter African Comitee come noi, per verificare lo stato delle attività di contrasto sul campo. La strenua caparbietà di questi pionieri, nonostante le criticità del Paese, è per noi uno stimolo importantissimo per proseguire le nostre campagne di advocacy perché più, mai più, nessuna bambina venga sottoposta a questa pratica”, ha concluso Laila Abi Ahmed.

05 febbraio 2018
© Riproduzione riservata

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