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Diabete in gravidanza. A Perugia gli esperti incontrano le donne: “Solo una diagnosi precoce mette al sicuro il nascituro”


Sono 150 i casi complessi trattati ogni anno trattati al S. Maria della Misericordia. “Il fenomeno è presente nel 10-15% delle gravidanze, ma la percentuale è in aumento in quanto è in forte crescita il diabete di tipo 2 nella popolazione mondiale, così come l’obesità”, spiega Elisabetta Torlone, responsabile del programma di alta specializzazione Diabete e Gravidanza dell’Azienda Ospedaliera di Perugia.

27 APR - Diabete gestazionale al centro dell’incontro che l’ospedale S. Maria della Misericordia ha promosso oggi tra i medici che si occupano del diabete in gravidanza, le donne in età fertile e future mamme. “ Alla nostra osservazione arrivano mediamente 150 donne all’anno con alterazioni metaboliche potenzialmente gravi per il nascituro se non diagnosticate e trattate nei tempio giusti”, spiega la Dott.ssa Elisabetta Torlone,responsabile del programma di alta specializzazione Diabete e Gravidanza in una nota dell’ufficio stampa dell’Azienda Ospedaliera di Perugia. Ma il fenomeno, “presente nel 10-15% delle gravidanze, ma la percentuale è in aumento in quanto è in forte crescita il diabete di tipo 2 nella popolazione mondiale, così come è in aumento l’obesità”, mette in guardia Torlone. “I due fenomeni – evidenzia poi l’esperta - sono fortemente presenti nelle popolazioni migranti, con prevalenza di donne nord africane e latino americane, che peraltro hanno una maggiore propensione ad avere più gravidanze. Sono loro ad arrivare alla nostra osservazione in fase di avanza gravidanza, con modeste possibilità di intervento sulla salute del bambino anche a lungo termine”.

Durante l’incontro è stato anche ribadito che la patologia è silente, “e per questo all’inizio della gravidanza è necessario inquadrare la presenza di fattori di rischio ed indirizzare la futura mamma allo screening”.

Secondo gli esperti dell’Ao di Perugia, “l’obesità patologica, che si rileva attraverso la determinazione dell’indice di massa corporea superiore a 30, resta in ogni caso il principale fattore di rischio e sarebbe necessario affrontare la gravidanza con un peso inferiore o se la gravidanza è già in atto seguire un regime nutrizionale equilibrato e valutare uno screening precoce per il GDM tra la 16 e 18 settimana di gravidanza”.
 
Alla osservazione dei medici dell’ospedale di Perugia, evidenzia la nota dell’ufficio stampa, “arrivano i casi più complessi dell’Umbria e delle regioni limitrofe, trattandosi di un centro altamente specializzato, che opera da decenni nella diabetologia nazionale ed internazionale, che ha prodotto numerosi studi su riviste scientifiche internazionali”.“ Se affrontata per tempo, il GDM è gestibile senza conseguenze per il neonato- assicura Torlone-. Nella nostra casistica infatti la quasi totalità dei neonati già in prima giornata viene affidato alla mamma ed i tempi di degenza sono sovrapponibili a quelli di un neonato da gravidanza fisiologica Quanto alle mamme, la diagnosi di GDM può rappresentare una opportunità per modificare i fattori di rischi con un cambiamento negli stili di vita”.

27 aprile 2016
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